CULTURA

Vannino Chiti per 80° Liberazione Firenze

Liberazione di Firenze, Chiti: “Firenze un modello, fu il popolo a liberarsi e a darsi un governo, ruolo delle donne non abbastanza valorizzato. È il momento di porre rimedio”

 

Firenze, 9 agosto 2024 – Di seguito l’intervento di Vannino Chiti, presidente dell’Istituto Storico Toscano della Resistenza e dell’Età contemporanea, per l’80° Anniversario della Liberazione di Firenze.

 

La mattina dell’11 agosto 1944 accaddero eventi straordinari: il nemico era fuggito, i fiorentini erano liberi. La gente scese nelle strade, invase le piazze. La guerra – con la sua scia di distruzione e di morte – era finita. Sembrava persino impossibile, troppo grandi erano state le sofferenze.

Questo ottantesimo anniversario è, come allora, un’occasione per fare festa e per ricordare che furono i fiorentini, le donne e gli uomini insieme alle forze partigiane, i fieri protagonisti di quella Liberazione che nacque, prima di tutto, dalla volontà di un popolo stremato dalla peggiore dittatura e da una feroce guerra.  

Firenze è stata un modello nell’Italia che affrontava la guerra di liberazione, fu l’unica città dove – con grande dignità – le forze antifasciste riuscirono a far insediare in autonomia un governo locale. Il Comitato Toscano di Liberazione Nazionale, preso il comando della città e insediatosi a Palazzo Medici Riccardi, nominò il sindaco, Gaetano Pieraccini, medico socialista, con i vicesindaci Mario Fabiani, comunista, e Adone Zoli, democristiano.   Tutti galantuomini che si erano spesi per la libertà.

La Resistenza è stata un’esperienza plurale: per le donne e gli uomini che vi hanno partecipato, per le forze politiche che organizzarono i reparti partigiani, per gli ex militari e i carabinieri che rifiutarono di aderire alla Repubblica sociale italiana, per gli esponenti del clero – parroci, suore e frati- che aiutarono, ospitarono, offrirono protezione a civili, a combattenti e a ebrei italiani. Testimonianze che rappresentano il mosaico della nostra democrazia, dei valori che ci devono unire, del futuro di giustizia e pace ancora, per tanti aspetti, da costruire

È giusto, – in occasione degli ottantesimi anniversari della Liberazione, della Repubblica e della Costituzione – dedicare momenti di approfondimento e divulgazione al ruolo di tutti, in particolare al decisivo, e non abbastanza valorizzato, contributo delle donne alla guerra di Liberazione. È venuto sicuramente il momento di porre rimedio.

E, nei giorni in cui si celebra la Liberazione di Firenze, vale la pena di ricordare, per tutte, la straordinaria figura di Maria Luigia Guaita che, all’alba dell11 agosto 1944, corre a Palazzo Vecchio per avvertire di far suonare la Martinella e di issare il tricolore sulla Torre d’Arnolfo.

 

Vannino Chiti

Presidente dell’Istituto Storico Toscano

della Resistenza e dell’età contemporanea

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Redazione

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