E sotto le feste Firenze ci regala una splendida mostra; il percorso tra arte e moda che avrei sempre voluto vedere. Finalmente un’esposizione dove l’ arte non fa da valletta alla moda e la moda non fa da palcoscenico all’ arte. La mostra Tracce, che si è inaugurata al Museo della Moda e del Costume di Palazzo Pitti, si presenta come il risultato di un approfondito studio tra le linee espressive artistiche del Novecento e il loro riverberarsi nella creazione di modelli e tessuti Un fenomeno quasi osmotico trale pieghe di un abito e le tracce di un pennello, che si è accentuato soprattutto nel Novecento. Mentre prima un vestito veniva ritratto come simulacro del corpo, scrigno di sensualità e simbolo di prestigio sociale, adesso è la moda che recupera le movenze di corpi al ritmo contemporaneo: il rigore cromatico di Mondrian riprodotto nelle creazioni di Yves Saint Laurent , ad esempio. Questa mostra sottolinea dunque che Firenze non è solo culla del Rinascimento, ma anche di importanti fermenti artistici, quale l’astrattismo, che hanno influito direttamente, come nel caso di Alvaro Monnini, artista del gruppo fiorentino Astrattismo classico, che collaborò con Emilio Pucci per la realizzazione dei disegni sui tessuti, o indirettamente comunicando quel desiderio di nuovi ritmi e cifre cromatiche che percorse tutto il secondo dopoguerra. Il vestito, come la pittura tradizionale non era più descrittivo, ma sostanza della figura.
Il percorso della mostra tesse numerose trame tra i due mondi esponendo 107 opere tra abiti, dipinti, sculture e accessori in un allestimento impeccabile e coinvolgente. Una mostra, curata da Caterina Chiarelli, Simonella Condemi e Tommaso Lagattolla, che è uno spettacolo e nutrimento per la mente, vista la vacuità di tante altre iniziative, da seguire senza preconcetti e finalmente senza ambiguità di lettura.
Nicola Nuti
