Tornabuoni Arte per il 2025
Opere iconiche dei principali protagonisti dell’arte italiana e internazionale dal Novecento ad oggi.
Una rassegna di artisti italiani e internazionali alla Tornabuoni Arte, sede di Firenze e Milano, per il 2025. La mostra presenta una selezione di opere di arte moderna e contemporanea frutto di un’attenta ricerca e una scrupolosa raccolta avvenuta durante eventi espositivi e culturali nel corso dell’ultimo anno. La raccolta ha dato vita all’esposizione accompagnata dalla pubblicazione di un volume dal titolo “Antologia scelta 2025”.
Il percorso espositivo inizia cronologicamente con due tele di Plinio Nomellini dei primi anni del ‘900, “Luna di ottobre”, con l’effetto della luna sui canneti, e “Pastore con gregge e pecore”. Altri paesaggi sono “L’albero secco”, del 1962, di Carlo Carrà, e di Ardengo Soffici, due vedute toscane, “Febbraio a Poggio a Caiano” e “Forte dei Marmi”.
Il futurista Giacomo Balla è presente con “Velocità d’automobile + luci (studio)”, realizzato attorno al 1913, dove sperimenta il tema dell’energia e del progresso tecnologico attraverso linee dinamiche e frammentate. Anche la tempera su carta “Balfiore – Motivo floreale per sciarpa”, 1925 circa, permette di comprendere l’avventura di Balla nella progettazione decorativa e della moda.
L’opera di Lucio Fontana “Concetto spaziale, Attesa”, idropittura su tela rossa del 1959, della serie dei “tagli”, fa parte dello spazialismo, con i quali l’autore tentava di oltrepassare i limiti fisici della pittura tradizionale. “Il Trovatore”, olio su tela di Giorgio de Chirico, rappresenta una variante sul tema dei manichini. Due i dipinti di Ottone Rosai, “Concertino (Orchestrina)”, dove un piccolo gruppo di musicisti si esibiscono e “Giocatori di biliardo”, realizzato nel 1959.
Il classicismo e i simboli di Alberto Savinio sono nell’opera “Hector et Andromaque e Nettuno”, degli anni ’30, dove i miti greci e romani diventano figure moderne e inquietanti.
L’informale di Alberto Burri è visibile in due opere del 1952, “Tempera” e “Senza titolo”, dove la forma è originata dallo spessore dei materiali composti utilizzando olio, vinavil, sabbia, sacco e collage. Le linee geometriche dell’astrattista Piero Dorazio si ammirano nella tela “Lyra”, del 1982-83, carica di colori vibranti in una composizione armonica.
L’Arte povera è rappresentata da “Coccodrillo” e “Senza titolo” di Mario Merz, da un “Senza titolo” del 2000 di Jannis Kounellis, fatto di farfalle e piombo, e da Pierpaolo Calzolari, Mario Ceroli, Michelangelo Pistoletto e Piero Gilardi. Di Pino Pascali sono esposti due lavori emblematici, “Lettere” e “Veliero”, e di Alighiero Boetti ci sono quattro opere, tra cui “Mimetico” del 1967 e il dittico “Mettere al mondo il mondo” del 1975.
A Boetti la Tornabuoni Arte, nella sede di Roma, dedica l’esposizione “Alighiero Boetti. Cabinet de curiosités”.
Tra gli artisti internazionali è visibile un’opera del belga René Magritte, “La gare” del 1922, e lo spagnolo Joan Miró, con l’onirico “Oiseau” del 1972, selezionato per la copertina del catalogo “Antologia scelta 2025”, a cura di Tornabuoni Arte, con un testo introduttivo di Gino Pisapia dal titolo “Storia di una trasformazione annunciata”.
Cecilia Chiavistelli
Info:
Tornabuoni Arte
Firenze, Lungarno Benvenuto Cellini, 3
Tel. +39 055 6812697 | info@tornabuoniarte.it – www.tornabuoniart.com
Milano, Via Fatebenefratelli 34/ 36
Tel. + 39 02 6554841 | milano@tornabuoniarte.it
In foto: Joan Mirò, Oiseau, 1972, olio, acquerello, gouache e pastello su carta giapponese su cartoncino, cm 59 x 80