Storia. Personaggi del passato nell’Empolese Valdelsa: Masolino da Panicale
Tommaso di Cristoforo Fini detto Masolino da Panicale. (1383 Panicale – 1440 San Giovanni Valdarno)
Dei suoi primi quarant’anni di vita non si sa particolarmente nulla fino al 1423, data a cui risale la Madonna col Bambino (della Kunsthalle di Brema) probabilmente ricordo di un matrimonio tra le famiglie Boni e Bernardeschi, come si rileva, alla base del dipinto, dagli stemmi delle due famiglie. Dello stesso periodo sono altre opere come la “Madonna dell’Umiltà”, oggi conservata al Museo degli Uffizi, dove traspare ancora il legame con il gotico, la “Madonna delle “Alte Pin di Monaco”, la Pietà ed affresco di Empoli (IV° sala del Museo della Collegiata), il Trittico Carnesecchi (attualmente diviso tra la Chiese di Novoli, San Giuliano a Sestino e Santo Stefano al Ponte), la Sant’Anna degli Uffizi di Firenze e gli affreschi della Cappella Brancacci, nella chiesa del Carmine sempre a Firenze; tutto questo rappresenta la produzione toscana di Masolino prima del 1425 quando fu chiamato alla corte ungherese.
Nel 1424/5 Masolino lavora ad Empoli, probabilmente assistito da Francesco Antonio, artista minore della scuola di Lorenzo Monaco, eseguendo un vasto ciclo di affreschi nella Chiesa di Santo Stefano, dei quali però restano solo pochi frammenti quali “Sant’Ivo e i pupilli”, e la “Vergine col bambino. Nel Battistero della Collegiata affrescò inoltre un “Cristo in Pietà”, oggi collocato nel museo della Collegata di Sant’Andrea.
Masolino è un pittore legato ancora al gusto tardo-gotico del Trecento, sul quale influì la personalità del Ghiberti, anche se la sua pittura segna un vivace aggiornamento del gotico piuttosto che una rivoluzione. In seguito Masolino si rivelò sensibile alle nuove teorie prospettiche del nuovo secolo, alle quali si avvicinò stimolato anche dalla presenza, accanto a lui, in alcune importanti imprese pittoriche, del più giovane Masacccio col suo talento rivoluzionario. Era già un pittore stimato quando incontrò sulla sua strada il giovane Masaccio, giunto dal natio Valdarno per lavorare nella bottega del compaesano, più anziano di lui di circa vent’anni. Capì la straordinaria qualità e novità della pittura masaccesca dividendo col giovane artista due commissioni fondamentali: sant’Anna (Uffizi) e gli affreschi della Cappella Brancacci (1424/28).
Oggi le sue opere si possono ammirare a Panicale, Firenze, Roma, Castiglione d’Olona, Napoli, Empoli, Brema, Montauban, Monaco di Baviera, Wanshington, Londra e Philadelphia tanto che la sua attività è fonte di continua rivalutazione per tutti gli studiosi che riconoscono in Masolino le innumerevoli doti e l’altissima qualità della sua pittura.