SOLFRIZZI è IL MALATO IMMAGINARIO per ripartire con la grande prosa | sab 14-dom 15
Emilio Solfrizzi è “Il malato immaginario” di Molière per aprire il 2023
nel segno di un capolavoro oggi più attuale che mai
sabato 14 gennaio, ore 21
domenica 15 gennaio, ore 16
Emilio Solfrizzi
in
IL MALATO IMMAGINARIO
di Molière
adattamento e regia Guglielmo Ferro
con Lisa Galantini, Antonella Piccolo, Sergio Basile, Viviana Altieri, Cristiano Dessì, Cecilia D’Amico, Luca Massaro e Rosario Coppolino
costumi Santuzza Calì
scenografie Fabiana Di Marco
musiche Massimiliano Pace
produzione Compagnia Moliere La Contrada – Teatro Stabile di Trieste
Prato, 9 gennaio 2023 – Una farsa come la concepì Molière, ma anche la tragedia di un uomo in fuga dalla vita, perseguitato dalla paura più di vivere che di morire.
Il primo sipario del 2023 si aprirà su un attore amato del piccolo e grande schermo, un grande Emilio Solfrizzi chiamato a vestire i panni dell’ipocondriaco Argante nel classico di Molière Il malato immaginario, con la regia di Guglielmo Ferro in scena sabato 14 gennaio (alle 21) con replica domenica 15 (alle 16) al Politeama Pratese. Un capolavoro che ha avuto celebri trasposizioni cinematografiche, indimenticabile quella con Alberto Sordi diretto da Tonino Cervi, così da riannodare quel filone caro al Politeama che è il legame tra teatro e cinema. Produzione firmata dalla Compagnia Molière e La Contrada – Teatro Stabile di Trieste, lo spettacolo riattualizza un classico della commedia francese scritto 350 anni fa facendone un’opera incredibilmente moderna, a maggior ragione dopo una pandemia. È un “malato” solo e malinconico, non solo maschera e caricatura ma anche personaggio in cui convivono comico e tragico, quello interpretato da uno spassoso Solfrizzi noto al pubblico per aver recitato in serie televisive come “Sei forte maestro” e “Tutti pazzi per amore” oppure pellicole come “Maschi contro femmine” e “Matrimoni”.
Il malato immaginario è stato costantemente riadattato in varie forme e ambientazioni, ma la versione firmata dal regista Guglielmo Ferro si distingue per un ritorno all’origine della storia. «La tradizione, commettendo forse una forzatura, ha accomunato la malattia con la vecchiaia, identificando di conseguenza il ruolo del malato con un attore anziano o addirittura vecchio – si legge fra le note di regia – ma Molière lo scrive per se stesso quindi per un uomo sui 50 anni, proprio per queste ragioni un grande attore dell’età di Emilio Solfrizzi potrà restituire al testo un aspetto importantissimo e certe volte dimenticato». Il protagonista ossessionato dalle malattie (ovviamente immaginarie) si muove all’interno dell’unica scenografia sul palco firmata da Fabiana Di Marco, un’enorme libreria-torre con scale che richiama le credenze di un’antica farmacia accanto alla poltrona-trono di Argante. Una torre, luogo simbolico per raccontare un personaggio prigioniero dei propri incubi, circondato dalle medicine e dai suoi medici. Passano così le giornate, ad aspettare il farmacista che gli vende i farmaci, il fidatissimo dottor Purgone (l’attore Sergio Basile). La paura di ammalarsi è tale che il protagonista alla fine mediterà di far sposare la figlia maggiore Angelica (l’attrice Viviana Altieri) con Tommaso Diaforetico, nipote del farmacista, così da avere un giorno un medico in famiglia a titolo gratuito in quanto futuro genero. L’attrice Lisa Galantini dà voce all’astuta serva di casa Tonina mentre Beraldo, il fratello di Argante, è interpretato da Rosario Coppolino che, oltre a essere interprete, è anche produttore. Completano il cast Antonella Piccolo, Cristiano Dessì, Cecilia D’Amico e Luca Massaro.
Il costo del biglietto è di 30-25 euro per la platea (settore A e B), 20 per la galleria; riduzioni previste per gli spettatori under 25 (15 euro), 10 per cento di sconto per i soci Unicoop Firenze. Prevendite on line su Ticketone, nei punti vendita Boxoffice o direttamente alla biglietteria del teatro, aperta da martedì a sabato dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 16 alle 19. Informazioni: www.politeamapratese.it.
In allegato tre foto di scena dello spettacolo (ph. Riccardo Bagnoli)
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