Mazzinghi, campione della boxe ed esempio di vita
La scomparsa di Sandro Mazzinghi, campione indimenticabile ha suscitato grande commozione negli sportivi che sono accorsi numerosi al suo funerale nel duomo di Pontedera.
“Colpite il sacco con più grinta”. Così Mazzinghi incitava, nella palestra Nidiaci di Firenze, un gruppo di giovani che tentavano di apprendere i rudimenti della boxe sotto la guida del maestro Nepi. Era il 1965, Sandro Mazzinghi, dopo la sconfitta con Nino Benvenuti, era tornato nella palestra del suo amico Giovanni Nepi. Colpiva nei giovani la personalità e la grinta di questo campione che, dopo una sconfitta , peraltro molto discussa e in parte provocata dalla Federazione che gli aveva imposto di combattere nonostante che il pugile non fosse in condizioni fisiche adeguate, era in palestra pronto a ricominciare. Emanava tutta la sua forza e determinazione anche negli stimoli che dava a noi giovani apprendisti. Questo ricordo vivido mi è tornato alla mente quando ho appreso la notizia della scomparsa del campione, di un uomo che è stato oltre che un grande atleta,un esempio di determinazione, sportività e generosità. Molte le prove difficili nell’esistenza di Mazzinghi. La tragica scomparsa della moglie in un incidente, le difficoltà di riprendersi e di tornare a combattere, le sconfitte, la perdita del titolo mondiale, la riconquista e le tante battaglie affrontate con grande determinazione. Mazzinghi è stato per almeno due generazioni di sportivi un campione e un esempio. Quando i campioni dello sport, non ancora assorbiti dalla pubblicità e dal marketing, erano esempio e stimolo positivo per i giovani. Mazzinghi è stato un grande campione e un modello di sportività, un eroe dei suoi tempi che continua ad essere significativo e importante anche in questa contemporaneità dove sono di moda i miti di uno sport che è spesso spettacolo di fenomeni , di meteore che si perdono nella liquidità del nostro tempo senza memoria e senza storia
Alessandro Lazzeri