CULTURA

Libri:“Madrid val bene una coppa” di Francesco Russo

madridvalbeneunacoppa_cover-189x300La vita difficile di tre amici negli anni del Dopoguerra. Il tifo per la Fiorentina come appartenenza a una collettività. Gli eventi privati e le vicende della squadra.

“Madrid val bene una coppa” è il secondo episodio di una tetralogia viola che lo scrittore fiorentino Francesco Russo ha iniziato nel 2014 con “Viola Viola Duce Duce”. La vicenda era quella di quattro amici che in una Firenze periferica e popolare sono accumunati dal tifo per la Fiorentina e vivono una sorta di difficile momento di formazione. L’autore mantenendo un sicuro equilibrio tra la vicenda narrata e il contesto storico ci aveva regalato nel suo romanzo d’esordio un riuscito affresco degli anni Trenta, facendoci vivere le difficoltà dei quattro adolescenti. Adesso la vicenda dei quattro ragazzi che avevamo lasciato all’inizio della guerra si rinnova in “Madrid val bene una coppa”. È il 1943, il Biagio, il Gigli e il Montini non si sono più incontrati dall’inizio della guerra. L’annuncio dell’armistizio con gli angloamericani troverà ognuno in un luogo diverso della penisola, dietro alle controversie portate dal conflitto. I tre si ritroveranno solo al chiudersi delle ostilità, in una Firenze distrutta dalle bombe, a dover affrontare le difficili situazioni familiari e a ricominciare una vita. Russo ci regala un affresco, che ha le atmosfere di un certo neo realismo alla Rossellini. L’immagine, i sapori e i colori di un’Italia che riparte dopo la guerra. Lo scrittore riesce a narrarci la realtà del tempo attraverso le storie dei tre amici. Storie per certi versi esemplari e paradigmatiche di quegli anni.
L’Italia riparte e le vite difficili dei tre amici, divengono per Russo l’occasione per mostrarci una Firenze per certi versi pratoliniana, una Firenze dove le vicende del Gigli, del Biagioni e del Montini, ci mostrano realisticamente il contesto di quegli anni. I ragazzi ormai adulti sono ancora accomunati dalla passione per la Fiorentina. Gli anni della ricostruzione saranno accompagnati dalla crescita della squadra viola che con Fulvio Bernardini vincerà il suo primo scudetto e disputerà la finale della Coppa dei Campioni con il Real Madrid.
Il libro, a dispetto del titolo, contiene meno riferimenti alla Fiorentina. Se In “Viola Viola Duce Duce” Russo aveva felicemente sottolineato il senso identitario del tifo calcistico, evidenziando come per molti fiorentini la squadra Viola rappresenti l’orizzonte e lo sfondo delle vicende di ogni giorno e come la passione per la squadra sia una lunga emozione che si coniuga con la storia di ognuno di noi, adesso l’autore pare soprattutto attento a narrare le vicende dei tre amici che pur uniti dalla passione viola, sono colti nel loro processo di crescita e maturazione, tra avventure sentimentali, problemi di lavoro e crisi ideologico politiche E’ una visione, in qualche modo vicina a certa letteratura neo realista quella che induce Russo a narrare la vicenda dei tre amici. Una vicenda che è esemplare e paradigmatica della realtà di quegli anni difficili .Il Gigli è in prigione per il mercato nero, il Biagio vive le difficoltà di un soldato italiano nel post armistizio, il Montini è stato partigiano. Russo mostra in questo suo secondo libro una grande capacità espressiva, una riuscita resa dei dialoghi, una buona capacità di variare i ritmi narrativi e di creare attenzione e aspettativa per una vicenda che intriga il lettore. L’autore mantiene un sicuro equilibrio tra la vicenda narrata e il contesto storico, facendoci vivere le difficoltà dell’Italia del Dopo guerra. Nella storia minore e privata dei tre amici Russo mescola la storia maggiore con un impianto sostanzialmente realistico del narrare. L’autore, nonostante la rilevanza degli avvenimenti storici di quegli anni non perde mai il filo di una narrazione agile e attenta alle vicende quotidiane e normali dei protagonisti, regalandoci un riuscito equilibrio tra fiction e storia. Un viaggio nella storia quotidiana che annuncia ulteriori sviluppi in una fatica letteraria che vuol essere un affascinante affresco del Novecento attraverso le vite normali e difficili del Gigli, del Biagioni e del Montini.

Alessandro Lazzeri

Alessandro Lazzeri

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