CULTURA

La Strage del Padule di Fucecchio / Esposizione del quadro di Gerolamo Bolli dal 14 agosto al 1° settembre

La Strage del Padule di Fucecchio
dal 14 agosto al 1° settembre Fucecchio, Atrio del Comune
Esposizione del quadro di Gerolamo Bolli

FUCECCHIO, 14 AGOSTO 2020. Quest’anno, alle tradizionali iniziative per la commemorazione dell’Eccidio del Padule di Fucecchio promosse dall’Amministrazione Comunale, si aggiunge l’esposizione nell’atrio del Palazzo Comunale  di Fucecchio del quadro dipinto dal pittore pisano Gerolamo Bolli “La strage del Padule di Fucecchio”. Pier Luigi Buscemi, in arte Gerolamo Bolli, pittore pisano ma residente a Pescia, dipinse nel 1974 “La Strage del Padule di Fucecchio”, olio su tela 210 x 180, opera molto intensa e cruenta che riproduce l’eccidio del Padule di Fucecchio in cui nel 1944 furono trucidati molti civili. Così Gerolamo Bolli commentava la sua opera: “Guardando il quadro ci sentiamo pervasi da un misto di sentimenti che vanno dall’emozione alla rabbia all’orrore per tutte le guerre in genere, dove non ci saranno mai né vincitori né vinti, ma tutti siamo perdenti per quanto dolore che la guerra stessa provoca. Sempre osservando il quadro, possiamo notare il movimento elastico delle gambe dei soldati che con un calcio aprono la porta ed entrano nella casa per uccidere. Notiamo la motocicletta e la camionetta che si muovono fra i cadaveri e ancora soldati che si approfittano dei cadaveri inermi, quasi a sbeffeggiare persino la morte. A sera, invece altri soldati a Villa Bottini, suonano e cantano per festeggiare la vittoria. L’artista nella sua forma espressionistica, ha voluto esaltare la carica emotiva che la violenza e la sofferenza fanno emergere dal quadro.”
Gerolamo Bolli ha sempre desiderato esporre il suo quadro a Fucecchio, e progettava di farlo esattamente quest’anno. Purtroppo lo scorso 25 febbraio, dopo malattia, è morto. Per desiderio della moglie Michela e dei figli Alessandra, Andrea e Riccardo, grazie alla disponibilità dell’Amministrazione Comunale di Fucecchio, il quadro è esposto nell’atrio del Palazzo Comunale di Fucecchio dal 14 agosto al 1° Settembre, anniversario della Liberazione di Fucecchio dal Nazifascismo.
“L’opera di Bolli racconta con grande forza espressiva quanto accadde il 23 agosto del 1944, e che rappresenta una pagina veramente triste della storia della città. La nostra amministrazione lavora costantemente per mantenere viva la memoria di quanto accadde, affinché anche le nuove generazioni ne siano sempre consapevoli e riescano a farne tesoro per il futuro. Per questo, abbiamo subito accolto favorevolmente la richiesta dei figli di Bolli, che avrebbe voluto esporre questa opera nel luogo in cui si è perpetrata la tragedia. Quest’anno, le celebrazioni si terranno dal sabato pomeriggio presso i Giardini della Memoria a Massarella, e includeranno interventi teatrali e testimonianze dei sopravvissuti”.
L’inaugurazione si è svolta questa mattina 14 agosto alla presenza dell’Assessore alla Cultura e della valorizzazione della memoria Storica Daniele Cei.

“La Strage del Padule di Fucecchio”
Gerolamo Bolli, 1974, olio su tela 210 x 180
IMPRESSIONI VIVE E RIVELAZIONI NEI DIPINTI DI GEROLAMO BOLLI

Muovendo da influenze espressionistiche e picassiane è giunto come il suo maestro Guttuso ad un intenso realismo. La sua è una sensibilità trattenuta, imbrigliata; però ognuno può scoprirla attraverso le sue tele e la sua tematica. L’esperienza pittorica di questo artista, che ha al suo attivo numerose mostre personali, in cui sempre ha riscosso lusinghiere approvazioni di pubblico e di critica, lo colloca nel grande ed inesauribile filone del figurativo, inteso come strumento di analisi, di indagini della realtà. I connotati pittorici sono il risvolto personale del suo modo di avvicinarsi con umiltà e quasi con trepidazione al grande mistero della verità, al fascino della concretezza, che per Gerolamo Bolli non è, non può essere riproduzione fotografica del dettaglio, del particolare, ma piuttosto intuizione lirica dell’eterno, filtrato attraverso una sensibilità ricca di capacità penetrative, di facoltà analitiche, che nulla tolgono alla compattezza di una teorica estetica. Il suo senso del colore, la sua sicurezza disegnativa, che fissa in pochi tratti gli elementi fondamentali dell’oggetto contemplato e riprodotto, costituiscono il punto di partenza di un discorso poetico che via via si arricchisce di motivi, di temi sentimentali e di accenti umani. Ed è sufficiente questo per dire che non basta la passione per creare l’artista, occorre anche quello stato di grazia particolare; sono necessari doni, che non a tutti vengono elargiti. Gerolamo Bolli dipinge e disegna, annota con una biro e coi colori le centomila contraddizioni del mondo, il suo bisogno di verità e di amore, che è poi il bisogno vitale dell’umanità; segna così la sua amarezza e suoi momenti di sofferta felicità. Cerca costantemente i simboli di una fiaba antica e nuova, di bontà e di riscossa umana. Credo perciò che la ricerca di Gerolamo Bolli non soltanto possa approdare a risultati sempre più interessanti, ma possa indicare una direzione, di ricerca comune al fine di restituire alla vita sovrana dignità ed esaltante contenuto ideale.

ENIO GEA
commediografo-drammaturgo, critico d’arte, columnist del New York Times

Ufficio Stampa – Comune di Fucecchio

Franca Ciari

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