La Rianimazione del Mugello tra i 40 grandi centri ospedalieri di uno studio sulle complicazioni polmonari
La Rianimazione del Mugello tra i 40 grandi centri ospedalieri di uno studio sulle complicazioni polmonari
La ricerca pubblicata su Minerva. Bressan: “Il nostro ospedale a pieno titolo fra le strutture più blasonate”
Firenze – Sono stati pubblicati sulla principale rivista italiana di anestesia e rianimazione, Minerva Anestesiologica, i risultati di un importante studio sulle complicazioni polmonari postoperatorie che ha coinvolto anche l’Unità operativa complessa di Anestesia e Rianimazione dell’ospedale del Mugello a Borgo San Lorenzo, diretta da Filippo Bressan. Lo studio ha riunito le Unità operative di Anestesia e Rianimazione di oltre 40 centri ospedalieri di tutta Italia in una rete di investigazione che ha visto la partecipazione di grandi istituzioni universitarie (come Humanitas, il San Raffaele di Milano, il San Martino di Genova, il Gemelli di Roma e il Monaldi di Napoli) e realtà più piccole ma dalla importante casistica chirurgica.
La partecipazione per la Ausl Toscana centro dell’Anestesia e Rianimazione dell’ospedale del Mugello, ha visto l’impegno di Vieri Parrini come “principal investigator” e coautore dello studio. “La partecipazione a questo importante lavoro – ha dichiarato Parrini – è stata resa possibile grazie alla complessa e numerosa casistica chirurgica dell’ospedale mugellano nelle specialità di chirurgia generale, ginecologica e ortopedica. Raccogliere i dati in una struttura non universitaria è un compito oneroso in termini di tempo e di energie ma partecipare a reti multicentriche di questo genere contribuisce allo scambio di idee e al miglioramento della qualità delle cure grazie anche al confronto con le strutture più blasonate“.
Alla raccolta dati ha contribuito anche l’Unità operativa semplice di Anestesia e Rianimazione dell’ospedale Santa Maria Nuova di Firenze diretta da Massimo Barattini. “La pubblicazione di questo studio che sottolinea la importanza delle complicazioni polmonari post-operatorie dopo anestesia generale e suggerisce strategie per prevenirle – ha commentato Bressan – dimostra come anche in ospedali di piccole dimensioni si possono mantenere elevati livelli di competenze e prestazioni allineate ai migliori standard nazionali ed internazionali tanto da figurare a pieno titolo fra le strutture più note e blasonate della penisola; sono, questi, risultati che si ottengono solo grazie al lavoro di squadra svolto da tutte le Colleghe ed i Colleghi della Unità Operativa“.
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