La grande sfida dei 56 bambini che sono nati prima e il coraggio dei loro genitori.
La Giornata della Prematurità al San Jacopo
La grande sfida dei 56 bambini che sono nati prima e il coraggio dei loro genitori
Al San Jacopo si è celebrata oggi la Giornata della Prematurità
Il Palazzo Comunale illuminato di viola
Pistoia – Lo scorso anno al San Jacopo sono stati 56 i bambini (sui 1.085 totali) che sono nati prima della 37esima settimana di gestazione e che hanno dovuto affrontare un difficile percorso di sopravvivenza e di crescita. I bambini prematuri sono dei grandi guerrieri: imparano prima degli altri a sfidare la vita, sostenuti dal grande coraggio dei loro genitori e dagli operatori sanitari.
Oggi (17 novembre) anche all’Ospedale di Pistoia si è celebrata la Giornata Mondiale della Prematurià con l’allestimento (al piano terra) di una mostra con le foto dei bambini che hanno dovuto trascorrere un periodo nella Patologia Neonatale. L’iniziativa è stata promossa dall’infermiera coordinatrice del reparto Pediatrico la dottoressa Stefania Magnanensi. Era presente anche l’Associazione “Cuore di Maglia” che, ormai da tempo, fornisce al reparto il vestiario e le copertine a “misura di prematuro” appositamente lavorati per avvolgere adeguatamente i corpicini.
Sempre per porre l’attenzione sulla prematurità, una problematica sanitaria, ma anche sociale ed economica, il Palazzo Comunale di Pistoia è stato illuminato di viola.
“Nei nostri Punti Nascita aziendali a tutti i prematuri è assicurata una adeguata assistenza, medica e infermieristica e sono tutti dotati di incubatrici ad alta tecnologia: nascendo molto prima questi bambini non hanno, per esempio, completato la maturazione di vari organi e apparati e, pertanto, l’attenzione da un punto di vista clinico e assistenziale è massima. La loro sopravvivenza rappresenta anche per noi operatori una sfida”, – ha commentato il dottor Rino Agostiniani, direttore dell’Area di Pediatria e Neonatologia aziendale.
“Una particolare attenzione viene riservata anche ai genitori che vengono sostenuti costantemente e incoraggiati anche nel praticare, fin da subito, la marsupioterapia, il contatto pelle a pelle con la mamma e il papà– ha aggiunto la dottoressa Magnanensi.
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