La frottola sulla capacità di investimento delle multiutility
Sul tema della capacità di investimenti delle grandi multiutility rispetto alle società
locali che abbiamo attualmente, si tendono a fare degli errori di valutazione che
derivano dalla difficoltà che abbiamo nel dare la giusta valutazione in proporzione al
reale ordine di grandezza dei vari sistemi che osserviamo.
Nel caso della multiutility HERA, essa ha appena comunicato che farà investimenti
totali per 4,4 miliardi di euro da qui al 2027 che come dichiarato dalla stessa
corrispondono a circa 870 milioni ogni anno. Questo appare come un numero
importante, ma se lo si rapporta alla dimensione dell’azienda e all’utenza servita si
capisce che gli investimenti realizzati in realtà non sono poi così tanti; vediamo
meglio.
Se prendiamo ad esempio il servizio idrico, HERA dichiara un investimento medio
annuo di 200 milioni. Prendiamo questa cifra e dividiamola per i 3,6 milioni di clienti
serviti e otteniamo un investimento medio pro capite utente di circa € 55.
Per fare un paragone con la nostra società di gestione idrica Acque spa, essa ha
fatto investimenti nel 2021 per circa 95 milioni di euro che se divisi per i circa
735.000 clienti serviti danno un investimento medio pro capite utente di circa € 129.
Risulta chiaro che Acque spa ha già una capacità di investimento superiore di più del
doppio a quella di HERA, e più precisamente di ben il +135%.
Se prendiamo ad esempio sempre nel servizio idrico le altre multiutility IREN, ACEA
e A2A, anche rispetto a queste la nostra Acque spa ha già una capacità di
investimento superiore a tutte quante, con percentuali che vanno dal +58% rispetto
ad IREN, ad addirittura più del triplo e più precisamente +208% rispetto ad ACEA.
In compenso le quattro multiutility hanno distribuito annualmente ai soci dividendi
che vanno dai 136 milioni di IREN ai 186 milioni di HERA. In pratica ogni anno i
clienti di queste multiutility pagano ai soci (e non per il servizio) dai 20 ai 51 euro
attraverso le loro bollette.
Ne risulta chiaramente che tutte le multiutility quotate non realizzano investimenti
rilevanti perché il loro scopo primario è quello di distribuire utili rilevanti ai soci che
vengono fatti pagare ai clienti aumentando le bollette e sottraendoli agli investimenti,
peggiorando e compromettendo le possibilità dell’azienda in fatto di qualità del
servizio.
Se prendiamo per un’altro esempio la società Publiacqua, le percentuali scendono
ma la questione non cambia (la borsa non serve), anche dove questa società è una
spa non quotata ma persegue una politica rilevante di pagamento dei dividendi ai
soci.
Per Publiacqua rileviamo un investimento medio pro capite utente di € 85,83, quindi
a conferma abbiamo +4% di investimenti realizzati rispetto a IREN, +10% rispetto a
A2A, +55% rispetto a HERA, +103% rispetto a ACEA.
Qui la società ha però come detto pagato dividendi ai soci per circa 20 milioni/anno,
costate in bolletta ai cittadini circa 15 euro ciascuno. In assenza dei dividendi si
sarebbero potute abbassare le bollette oppure aumentare gli investimenti di un
ulteriore 19%.
Nel caso di Acque spa la società è riuscita a fare importanti investimenti per merito
della dirigenza e perché la politica di pagamento dei dividendi ai soci è stata molto
limitata. Se quest’ultima fosse stata addirittura nulla si sarebbero anche potute
ridurre le bollette degli utenti.
Altro merito di Acque spa è quello della sua dimensione, infatti in uno studio
realizzato dall’Autorità Idrica Toscana viene individuato come dimensione di ambito
ottimale per la gestione del servizio idrico quella di 450.000 abitanti serviti, che
guarda caso è proprio quella più vicina ad Acque spa. Per questo come evidenziato
dall’Autorità Idrica Toscana, più aumenta la dimensione e peggiore sarà la qualità
del servizio all’utenza, soprattutto oltre 1 milione di abitanti.
In conclusione è chiaro che non c’è nessuna necessità del mercato borsistico in
quanto le nostre società realizzano già adesso più investimenti rispetto alle
multiutility quotate in borsa, ed è altrettanto chiaro che se si vogliono realizzare più
investimenti va evitata la politica di pagamento dei dividendi ai soci, la quale sottrae
risorse e limita la possibilità di realizzare investimenti.
Piccole precisazioni tecniche
1) Tutti gli investimenti di queste aziende sono per legge obbligatoriamente ripagati
interamente in bolletta dagli utenti (ammortamenti), quindi la quantità di investimenti
realizzati dipende in primo luogo dalla volontà dell’azienda stessa di realizzarli. Solo
un’azienda non interessata a distribuire dividendi ai soci potrà concentrare tutte le
sue energie e risorse sul miglioramento del servizio e contenimento delle tariffe.
2) Il numero di utenti è stato rilevato direttamente dai dati aziendali delle singole
società senza avere indicazioni sul numero di utenze domestiche e quelle non
domestiche (abitanti equivalenti). Questo comporta un incremento del risultante
investimento medio pro capite utente, che però si ha in modo uniforme per tutte le
società analizzate.
Coordinamento delle Associazioni No Multiutility