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Istat: ultimi dati su occupazione, inflazione e amministrazioni pubbliche


Dagli ultimi dati Istat si conferma la stima che gli occupati tornano a crescere (+0,1%, pari a +25 mila rispetto a dicembre). Il tasso di occupazione sale al 58,1% (+0,1 punti percentuali).
Si riscontrano indicatori sostanzialmente stabili ed un incremento del numero dei dipendenti a tempo determinato, mentre calano i permanenti e gli indipendenti.
Nel contempo l’Istat indica che il Pil nel nostro Paese è aumentato nel 2017 dell’1,5%, rialzo massimo dal 2010 (+1,7%). Scendono deficit a 1,9%, debito a 131,5% e pressione fiscale a 42,4%. Sul fronte lavoro, la disoccupazione a gennaio risale all’11,1%, ma la stima delle persone in cerca di occupazione torna a crescere (+2,3%, +64mila). Scende invece la disoccupazione dei giovani al 31,5% (al minimo da dicembre 2011 quando era al 31,2%.), minimo da dicembre 2011. Comunque tornano a salire gli occupati a gennaio, con una forte crescita del tempo determinato, e la stessa disoccupazione è in calo su base annua.
Su base annua abbiamo un +156 mila occupati, sono per lo più a termine e si evidenzia anche un’alta occupazione femminile.
Nel trimestre novembre-gennaio l’occupazione rimane sostanzialmente stabile rispetto al trimestre precedente. Anche nel trimestre crescono i dipendenti a termine (+2,4%), mentre calano i permanenti (-0,3%) e gli indipendenti (-0,5%).
La stima delle persone in cerca di occupazione torna a crescere a gennaio (+2,3%, +64 mila) dopo cinque mesi consecutivi di calo.
L’aumento della disoccupazione interessa donne e uomini e si distribuisce tra tutte le classi di età. Il tasso di disoccupazione sale all’11,1% (+0,2 punti percentuali rispetto a dicembre), mentre quello giovanile scende al 31,5% (-1,2 punti).
Su base annua si conferma l’aumento degli occupati (+0,7%) determinato esclusivamente dalle donne. La crescita si concentra solo tra i lavoratori a termine (+409 mila) mentre calano gli indipendenti (-191 mila) e i permanenti (-62 mila). Aumentano soprattutto gli occupati ultracinquantenni (+335 mila) ma anche i 15-24enni (+106 mila), mentre calano i 25-49enni (-285 mila). Nello stesso periodo diminuiscono sia i disoccupati (-4,9%, -147 mila) sia gli inattivi (-0,6%, -75 mila).
Inoltre l’Istat ha di recente fornito anche gli ultimi dati sull’inflazione, che è in calo. Rallenta infatti a febbraio l’inflazione che, secondo le sue stime preliminari, aumenta dello 0,1% su base mensile e dello 0,6% su base annua (era +0,9% a gennaio 2018) segnando il rialzo più basso da dicembre 2016 (quando era +0,5%).
C’è un calo dei prezzi degli alimentari freschi (-3,2%, che invertono la tendenza da +0,4% di gennaio), e rallenta la crescita dei prezzi dei beni energetici.
Di segno negativo i prezzi del cosiddetto ‘carrello della spesa’: dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona, a -0,2% mensile e -0,1% annuo (invertendo la tendenza del +1,2% registrato a gennaio), dato più basso dal novembre 2016.
Infine sono stati forniti i dati dall’Istat gli ultimi dati su Pil e indebitamento delle Amministrazioni Pubbliche.
Nel 2017 il Pil ai prezzi di mercato è stato pari a 1.716.238 milioni di euro correnti, con un aumento del 2,1% rispetto all’anno precedente. In volume il Pil è aumentato dell’1,5%.
“Dal lato della domanda interna nel 2017 – spoiega l’Istat – si registra, in termini di volume, una crescita dell’1,1% dei consumi finali nazionali e del 3,7% degli investimenti fissi lordi. Per quel che riguarda i flussi con l’estero, le esportazioni di beni e servizi sono aumentate del 5,4% e le importazioni del 5,3%.
La domanda interna ha contribuito positivamente alla crescita del Pil per 1,5 punti percentuali (1,3 al lordo della variazione delle scorte) e la domanda estera netta per 0,2 punti”.
Sono stati riscontrati aumenti nell’industria (2,0%), nelle attività dei servizi (1,5%) e nelle costruzioni (0,8%). Il valore aggiunto ha invece segnato un calo (-4,4%) nell’agricoltura, silvicoltura e pesca.
L’avanzo primario (indebitamento netto meno la spesa per interessi) misurato in rapporto al Pil, è stato pari all’1,9% (1,5% nel 2016).
“L’indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche (AP), misurato in rapporto al Pil, è stato pari al -1,9%, a fronte del -2,5% del 2016. Il risultato del 2017 non include la contabilizzazione degli effetti delle “Disposizioni urgenti per la liquidazione coatta amministrativa di Banca Popolare di Vicenza S.p.A. e di Veneto Banca S.p.A.”; per definirli si attende la valutazione di Eurostat, richiesta con procedura formale.
Ultimo dato rilevante: nel 2017 la pressione fiscale in Italia è scesa al 42,4% del Pil, in calo rispetto al 42,7% dell’anno precedente.

Regioni.it

 

Franca Ciari

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