Inaugurato il blocco operatorio del padiglione Vespucci a Torregalli. Da oggi ancora più high tech
Il blocco operatorio del padiglione Vespucci a Torregalli ancora più high tech: sala ibrida, imaging avanzato e recovery room
Intervento da quasi 4 milioni di euro. Giani: “Integrazione e innovazione sempre più qualificate”
Firenze – Un’area high tech ad alta tecnologia con una sala operatoria ibrida multidisciplinare di ultima generazione, una ulteriore sala operatoria con caratteristiche tecnologiche altrettanto elevate e una recovery room di recupero e osservazione post-operatorio con 4 posti letto a carattere intensivo. Sono le tre sale del rinnovato blocco operatorio del Padiglione Vespucci dell’ospedale San Giovanni di Dio, riqualificato dal punto di vista edilizio e impiantistico, con la ristrutturazione di una sala operatoria e la creazione di due sale nuove. L’inaugurazione questa mattina ha visto la partecipazione del presidente della Regione Eugenio Giani e dell’assessore regionale al diritto alla salute, Simone Bezzini con il direttore della Asl Toscana centro, Paolo Morello, insieme al consigliere regionale Fausto Merlotti, al sindaco di Scandicci, Sandro Fallani, di Lastra a Signa, Angela Bagni, e di Signa, Giampiero Fossi, al Presidente del Q4 Mirko Dormentoni, al direttore Società della Salute zona Firenze, Marco Nerattini.
Tra i tanti medici, operatori sanitari e direttori di dipartimento della Asl Toscana centro presenti questa mattina, il direttore di presidio Simone Naldini, il direttore dipartimento Specialistiche Chirurgiche, Stefano Michelagnoli e l’arch. Francesco Napolitano, direttore Area Tecnica zona Firenze.
“L’inaugurazione di oggi – ha detto Giani – è la dimostrazione dell’attenzione delle istituzioni verso Torregalli e del valore del lavoro di squadra e di integrazione fra le equipe. Un intervento di questo genere si accompagnerà ad altri elementi di modernizzazione che fanno di questo ospedale un punto di riferimento per tutta la sanità in Toscana”.
“Queste sale ci danno l’idea della forte vocazione chirurgica di Torregalli che si rinnova – ha dichiarato Bezzini – una vocazione particolarmente qualificata che si integra con altre discipline e che si arricchisce dell’innovazione tecnologica e questo è un elemento che va fortemente rimarcato perché è davvero qualificante e tende a proiettare una storia virtuosa come quella di Torregalli nel futuro”.
Redatto dall’Ufficio Tecnico Aziendale nel settembre del 2017 e data la sua complessità, per il progetto fu individuato il percorso dell’appalto misto che nel 2018 fu aggiudicato da una RTI, Trumpf Med Italia srl e ARCO Lavori, per un importo di euro 3.761.840,25. La delibera del direttore generale che approvava il progetto esecutivo dell’appaltatore, la nomina dello staff tecnico per l’esecuzione e l’autorizzazione alla consegna dei lavori, è del 2019. Dopo rallentamenti e sospensioni, solo dal febbraio 2021 con il miglioramento della situazione pandemica, è stata possibile la ripresa dei lavori che si sono conclusi nel giugno di quest’anno dopo un significativo aggiornamento del progetto. In fase conclusiva sono anche le prove finali di collaudo, nelle sale dove dai primi di settembre sarà iniziata la formazione operativa.
“Gli ospedali hanno bisogno di grande tecnologia, la professionalità deve essere sempre al top – ha sottolineato Morello, oggi nell’ultima iniziativa pubblica da direttore della Asl Toscana centro – In un sistema di rete in cui la presa in carico del paziente non deve mancare mai, i chirurghi sono tra i primi che si sono messi subito in gioco e questo ha determinato dentro il nostro sistema un grande lavoro fra equipe per interventi altamente complessi. Quello di oggi è veramente un esempio di altissimo profilo”.
Presenti all’inaugurazione i sindaci dei Comuni per i quali Torregalli rappresenta l’ospedale del territorio. Per Fallani quello di oggi “è un momento di arrivo di un percorso armonico forte fra varie componenti” in cui il territorio è stato molto presente; per Bagni “dietro la giornata di oggi c’è tanto lavoro di chi è qui ogni giorno, operatori, medici, staff che ci hanno sempre creduto, un’attenzione che dimostra di guardare al futuro”; per Fossi “qui in Toscana si continua a lavorare con una visione verso il futuro per cui i sogni diventano progetti e da progetti diventano atti concreti”.
“Questo importante investimento di innovazione tecnologica e organizzativa – ha aggiunto Dormentoni – sta insieme a un impegno che stanno portando avanti negli ultimi anni la Regione Toscana e l’Azienda Sanitaria Toscana centro di collegamento forte tra ospedale e territorio”.
La sala ibrida sarà destinata prevalentemente agli interventi di chirurgia vascolare ma le due nuove sale saranno utilizzate a livello multidisciplinare da molte discipline chirurgiche, anche dalla radiologia interventistica, e comunque per tutti quegli interventi più complessi che prevedono l’impiego di equipe multidisciplinari e che potrebbero avere necessità del supporto di immagini intraoperatorie ad alta definizione. E’ il caso, per esempio, di pazienti politraumatizzati, di quelli candidati a chirurgia spinale o di quelli da sottoporre a interventi di chirurgia generale/uro-ginecologici.
“Si aumentano gli spazi operativi e quindi anche la capacità produttiva – dichiara Stefano Michelagnoli, direttore del Dipartimento delle Specialistiche Chirurgiche – ma il miglioramento è anche qualitativo in quanto le sale così allestite consentono di fare interventi più complessi in maggior sicurezza. La sala ibrida contiene macchinari ad alta tecnologia, un apparecchio angiografico di ultima generazione in grado di eseguire anche accertamenti TAC in corso di intervento e di consentire la navigazione virtuale all’interno delle arterie con tecnologia di imaging e ricostruzione virtuale tridimensionale, che sta diventando una necessità inderogabile per assicurare trattamenti chirurgici all’avanguardia”.
Interventi delicati come il trattamento degli aneurismi complessi toracoaddominali saranno eseguiti in questa sala ibrida dotata di un sistema radiologico mutifunzionale con un altissimo livello di sterilità (Iso5), atto a garantire la sicurezza di tutti gli interventi, in particolare quelli di chirurgia vascolare e protesici, per limitare il rischio infezione correlato alla qualità dell’aria.
Questi strumenti all’avanguardia possono supportare l’attività chirurgica con apparecchiature radiografiche di ultima generazione come la angio-Tc e la TC, che durante gli interventi, soprattutto quelli di angiologia, permettono la visualizzazione sui monitor in 3D e sono fondamentali nel trattare i pazienti in chirurgia d’urgenza consentendo di avvicendare attorno al paziente equipe chirurgico vascolari radiologiche chirurgico generali e ortopediche senza dover spostare il paziente. Tutti dispositivi che attraverso pratiche operatorie mini invasive e l’ausilio di imaging di alta qualità, possono consentire cure sempre più appropriate per i cittadini, grazie a un ambiente in cui la diagnostica per immagini e gli interventi operatori dialogano insieme.
Oltre a poter essere utilizzata per interventi interdisciplinari, la sala ibrida migliora le cure per i pazienti in quanto viene meno la necessità di trasferirli da un setting all’altro. “Ora è tutto sullo stesso piano – sottolinea il direttore di presidio, Simone Naldini – interventi, per esempio, combinati con l’Ostetricia e la Radiologia Interventistica che venivano effettuati in due blocchi operatori su piani diversi. Inoltre nelle sale del blocco operatorio ora è presente un sistema di cablaggio che permette di far seguire gli interventi con finalità di formazione”.
Paola Baroni
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