“Grani Antichi”: il Progetto Integrato di Filiera ottiene i finanziamenti regionali
Se.Ce.Mont. – Semente Certificate Montespertoli
Il progetto integrato di filiera ottiene i finanziamenti regionali
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Si terrà sabato mattina 2 febbraio presso l’Auditorium de “I Lecci” a Montespertoli il convegno di apertura del progetto integrato di Filiera “Se.Ce.Mont. – Semente Certificate Montespertoli” finanziato dalla Regione Toscana per un importo di € 619.273,12 a 10 aziende agricole del territorio con capofila Spighe Toscane srl, finalizzato allo sviluppo di una filiera cerealicola strutturata dal produttore al trasformatore che permetta di valorizzare la risorsa seme e la qualità della materia prima, tenendo conto delle esigenze di sostenibilità ambientale.
Il progetto, presentato stamani in conferenza stampa presso la sede dell’ASEV a Empoli, nasce dall’esperienza maturata negli anni nel settore cerealicolo dal gruppo di produttori agricoli riunitisi nell’“Associazione del Pane di Grani Antichi di Montespertoli”, con l’obiettivo di creare una filiera locale virtuosa, che avvicini, coinvolga e leghi tra di loro gli agricoltori di base, i trasformatori ed i consumatori, e superi le criticità che hanno sempre caratterizzato il settore.
In particolare, la scarsa produttività di questo tipo di grani (15-20 q.li/ettaro contro i 25-30 q.li/ettaro dei grani “moderni”), la loro difficoltà a sopportare la concimazione chimica in quanto rischiano l’allettamento, la necessità della rotazione triennale, cioè l’alternanza della coltivazione dei cereali con altre specie (ceci, fagioli, lenticchie, lino, girasole, colture foraggere, ecc.) ed il rispetto del terreno e della sua fertilità hanno sempre creato un ostacolo allo sviluppo di questo tipo di colture; allo stesso tempo quello che in agricoltura convenzionale viene normalmente considerato un ostacolo, per alcuni aspetti è una magnifica opportunità: queste varietà esprimono il meglio di se stesse all’interno di un sistema produttivo biologico.
In secondo luogo, finora non esistevano sul mercato sementi certificate perché esiste una normativa specifica solo da qualche anno: il Ministero richiede un iter di registrazione e riconoscimento come “varietà da conservazione”, percorso nuovo da conoscere e quindi da attuare. Dal momento che la Toscana è ricca di “varietà da conservazione” o “varietà di grani antichi” che hanno dimostrato, malgrado alcuni limiti, innegabili valori nutraceutici, si valuta importante salvare, conoscere, migliorare e innovare delle varietà che rappresentano le proprie origini e la propria ricchezza. E’ quindi sembrato fondamentale attivarsi per “mettere in regola” questa fetta di settore produttivo cerealicolo.
Il progetto dunque si propone di realizzare:
- l’incremento della produzione mantenendo standard di qualità dei grani molto elevate, attraverso il miglioramento di tutta la filiera produttiva;
- l’ottimizzazione dell’impiego delle risorse energetiche al fine di razionalizzarne l’uso;
- la produzione di semente certificata di “varietà da conservazione”, in modo da ottenere granella di alta qualità e la possibilità di scrivere la varietà in etichetta
- la conservazione e valorizzazione della biodiversità del germoplasma di frumento della Toscana, anche tramite meccanismi di selezione genetica innovativi attraverso un accordo di filiera che unirà la ditta sementiera che produrrà sementi certificate (Spighe Toscane s.r.l.), 39 produttori di base, tra partecipanti diretti (10) ed indiretti (29), ed un mulino partecipante indiretto.
La ditta sementiera ed il mulino si porranno quindi da collettore del prodotto grano, conseguentemente le sinergie messe in atto con l’accordo di filiera risulteranno un importante volano alla capacità produttiva di tutto il territorio coinvolto.
Attraverso gli investimenti previsti dal progetto si prevede dunque un incremento del risultato operativo lordo (valore della produzione al netto del costo della produzione) per i produttori agricoli primari (cerealicoltori) ottenuto attraverso migliori prezzi di liquidazione del grano tenero acquistato dal mulino e dalla ditta sementiera e l’incremento della qualità del prodotto mediante certificazione del seme ed adozione di tecniche agronomiche adeguate .
Le aziende agricole inoltre potranno ottenere miglioramenti ambientali attraverso lo sfruttamento dell’energia solare, il miglioramento del parco macchine aziendale per le operazioni di campagna volto all’incremento della produzione, la realizzazione di nuove strutture produttive aziendali di stoccaggio dei grani con l’obiettivo di incrementare la qualità e quantità della produzione.
Tramite la Misura 16.2, riguardante la parte sperimentale del PIF; verranno studiate le diverse varietà coltivate in purezza in parcelloni, per arrivare a definire anche quali possono essere le miscele migliori e quali possono rappresentare una base importante per un’evoluzione determinata anche dall’ambiente. Per la riproduzione della semente verrà siglato un accordo con l’Ente Toscano Semente che mantiene i nuclei di base, mentre il materiale di moltiplicazione che verrà poi prodotto da Spighe Toscane s.r.l e venduto come semente certificata, verrà coltivato da alcuni agricoltori facenti parte della filiera. Sono stati coinvolti degli economisti agrari dell’Università di Firenze che daranno il loro contributo nell’arrivare a definire meglio la retribuzione dei vari tasselli della filiera ed il prezzo da applicare a questi prodotti.
È infine prevista la valorizzazione della produzione attraverso una campagna promozionale di informazione volta alla realizzazione di eventi, workshop, giornate formative “di campo” e l’attivazione, tramite A.S.E.V. di 10 giornate informative/formative inerenti tematiche fortemente tecnico-pratiche circa le nuove tecniche di agricoltura di precisione (uso di droni, ecc…), le principali patologie delle varietà di cereali oggetto dell’accordo e gli accorgimenti agronomici da adottare, la razionalizzazione dei rapporti tra cerealicoltura e aziende zootecniche, le pratiche e tecniche colturali volte all’ottimizzazione della fertilità dei suoli, la meccanizzazione agroalimentare all’interno dei mulini e dei forni e le tecniche più adeguate alla lavorazione di questi prodotti.
“Siamo contenti di poter dare a questo progetto un contributo che va al di là della semplice erogazione di formazione – afferma Tiziano Cini direttore di ASEV – ma che implica la salvaguardia e lo sviluppo di una filiera che tiene insieme oltre agli aspetti produttivi anche la storia e la cultura di un territorio”.
“Questo progetto, sostenuto dal Comune di Montespertoli, è nato dalla passione di produttori e trasformatori, per recuperare una tradizione importante del nostro territorio – dichiara il sindaco di Montespertoli, Giulio Mangani – Siamo arrivati a oggi grazie anche al fondamentale apporto dell’Università di Firenze. E non si tratta di un progetto ideato per questioni economiche, la nostra Amministrazione comunale ci tiene soprattutto perché è un progetto di territorio. Perché dietro ai semi c’è un principio: mentre l’agricoltura moderna cambia il territorio in relazione alle produzioni e lo adegua alle proprie esigenze, nel nostro caso i semi sono stati ricreati in relazione al territorio e alla sua vocazione e sostenibilità. Inoltre, hanno un ritorno positivo sulla salute dei cittadini”.
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Ufficio Stampa – Comune di Montespertoli