
Il full out di un pubblico variegato e attento ha accolto la serata finale del 23 Korea Film Fest con il concerto “Sfumature Sonore” del compositore coreano Wong al Cinema La Compagnia di Firenze. Il Direttore Riccardo Gelli nei suoi saluti finali ha continuato a ribadire l’importanza di una sempre più intensa e dinamica connessione artistica con il cinema coreano, invitando anche gli artisti a realizzare delle loro produzioni a Firenze. La giuria del Festival presieduta da Diego Bernardini ha premiato come miglior film “Handsome guys” di Hwang Jung-min con la motivazione della capacità del regista, non solo di fondere generi diversi, ma anche di saper realizzare atmosfere tipicamente occidentali. Un film veramente divertente giocato tra horror splatter e irriverente comicità con tratti occidentali spumeggianti, ma che sa mantenere l’autenticità del cinema coreano anche con una articolata sceneggiatura e la dinamica interpretazione dei protagonisti. Il premio del pubblico è stato assegnato al film “Harbin” di Woo Min-ho che ha saputo far vivere abilmente agli spettatori un viaggio emozionante che ricostruisce, con cura attenta ai dettagli storici, un importante periodo della storia coreana con forte espressività narrativa. Ci sono state anche due menzioni speciali, la prima per “Hidden Face” di Kim Dae-woo per la cura in ogni particolare: dall’estetica, alle interpretazioni, alla regia. Il film ha una scrittura coraggiosa e riflessiva nel raccontare una relazione passionale e perversa senza mai cadere in banali fronzoli educativi o inutilmente consolatori. Interessante anche l’alternanza tra thriller e dramma aprendo la mente dello spettatore a un continuo rovesciamento di punti di vista. La seconda menzione va a “4 P.M.” di Juy Song che però ha tratti troppo ripetitivi e noiosamente ossessivi, anche se cerca di esplorare la violenza e le emozioni umane da punti di vista contrapposti e evidenzia la mancanza di compassione del dolore, in rapporti sociali sempre più all’insegna dell’ipocrisia. Per i cortometraggi vince Suzuki” di Ahn Jung-min caratterizzato da essenziali riflessioni esistenziali. Ambientato nell’estate del 2009 fa vedere lo smarrimento del protagonista Su-min, uno studente di campagna che, anche se in quell’anno si tenne il primo Jisan Valley Rock Festival, i Blur annunciano una riunione e gli Oasis si sciolgono, si sente lontano da questi eventi perché proprio in quell’estate il suo migliore amico scompare.
Un Festival condotto con magistrale cura e attenzione dal Direttore artistico Riccardo Gelli, sempre presente e attento a ogni dettaglio con il suo affiatato e attento team, che ha conferito un attestato di cittadinanza del Comune di Firenze ai protagonisti e il premio speciale Festival Cinema Award al famoso attore Hwang Jung-min e al noto regista Na Hong-jing. Una rassegna curata in ogni particolare e ben organizzata per una reale connessione tra Firenze e il cinema coreano. Prestigiosi ospiti d’eccezione per un Festival corredato da retrospettive, masterclass e incontri con i registi e gli attori per un’autentica full immersion che spazia nella dinamica e affascinante industria cinematografica della Corea del sud e che riconferma e amplifica l’eccellente qualità del suo cinema contemporaneo. Concludiamo in musica ricordando che nella sua masterclass il musicista Mowg ha evidenziato come oggi il cinema fa partecipare sempre di piu la tecnologia alle atmosfere dei film e richieda sempre meno dettagli tanto che un regista ha recentemente detto a Mowg che la sua musica per un film era ottima ma troppo emozionante e un altro regista gli ha fatto la misteriosa richiesta di fare una colonna sonora senza suono.
Umberto Putzu