CULTURA

Firenze e l’arte contemporanea: liaison dangereuse

Modigliani che fa la fame in Francia, vi muore e poi diventa famoso; Severini e Magnelli che ricevono onori all’ estero; Gianni Bertini, il cui lavoro ottiene i maggiori riconoscimenti in Francia, dove l’artista muore nel 2010: numerosi sono gli artisti toscani “emigrati” con successo, o piuttosto fuggiti da una regione avara di riconoscimenti e dal mercato asfittico. Molto più lungo è l’elenco degli artisti che popolano e hanno popolato Firenze e finiti nell’oblio.

Prendo spunto da un articolo di Carlo Frittelli, gallerista da sempre sostenitore dell’ astrattismo, soprattutto fiorentino, apparso sul Corriere Fiorentino dello scorso 28 maggio, in cui si accenna a una progettata, e rimandata, antologica al Museo del Novecento dedicata a Vinicio Berti, fondatore, appunto, del gruppo Astrattismo Classico (insieme a Bruno Brunetti, Alvaro Monnini, Gualtiero Nativi e Mario Nuti). Frittelli, giustamente, lamenta lo scarso interesse della città (ma sarebbe da chiamare in causa l’intera regione) per i suoi artisti. Ma è storia vecchia. I Macchiaioli ridotti quasi alla fame (e non è che Pontormo, ai suoi tempi, fosse stato trattato meglio), Modigliani deriso a Livorno, Rosai sdoganato solo una manciata di anni prima di morire; mentre importanti artisti internazionali hanno studiato e lavorato nell’ ombra a Firenze prima di tornare a far parlare di sé in patria, come Bill Viola, Vito Acconci, Karel Appel.

Firenze ha conosciuto, tra gli anni Sessanta e Ottanta, una grande stagione di fermento culturale: l’arte di ricerca era sostenuta dalle gallerie, seppure ignorata dalle istituzioni, ma una volta cessata la spinta del mercato, ed entrate in gioco le speculazioni attraverso le più importanti case d’aste, le stesse gallerie si sono concentrate sugli autori di maggior richiamo, e quegli artisti contemporanei che non avevano varcato i confini regionali hanno visto ridurre considerevolmente le loro quotazioni, coinvolgendo anche alcune avanguardie del secondo dopoguerra. Il fatto è che il collezionismo in Toscana non è dinamico; non si appoggia cioè a un’economia fluida quale è quella industriale, ma a una visione statica degli investimenti e Firenze è rimasta chiusa su se stessa. Ma per tornare al punto, un gruppo come Astrattismo classico, che pure sta conoscendo una discreta rivalutazione, ha sofferto molto a causa delle proprie posizioni ideologiche che alla lunga lo hanno isolato dal contesto nazionale. Bisogna anche dire che l’indole di quegli artisti, restii inoltre a mescolarsi con certe consorterie, non ha favorito quell’apertura necessaria ad attestarsi sul mercato con forza. La politica inoltre non ha aiutato in quanto i politici non hanno e non hanno avuto alcun interesse diretto nelle esposizioni organizzate in spazi pubblici, anche se tale attività porta loro dei benefici in termini di prestigio. Inoltre essi devono tenere conto delle tendenze generali, il più delle volte veicolate dal mercato, e della spesa pubblica, sempre esigua, destinata a tali manifestazioni, che porta a privilegiare eventi sponsorizzati. In un’epoca in rapido cambiamento (accelerato dalla recente crisi sanitaria), non bisogna dunque aspettarsi scelte isolate e “coraggiose”, ma il rapido aggiornamento specifico sull’arte del nostro territorio in relazione al contesto non più nazionale ma europeo, mentre “il mondo delle gallerie è il segmento del mercato dell’arte che si sta maggiormente disgregando come modello unico di attività commerciale. Molto probabilmente il 2021 vedrà la chiusura di un grande numero di gallerie. Di certo sopravviveranno i colossi dell’arte contemporanea, dell’arte cinese, il design, la fotografia, le arti etnografiche e, stranamente, le piccole gallerie con poche spese di personale, di affitto, ma con contatti stretti con i loro collezionisti”, come ha sottolineato l’esperto di economia dell’ arte Bruno Munheim.

Nicola Nuti

Alessandro Lazzeri

GazzettaToscana.it è un quotidiano online di cronaca indipendente sui fatti che circondano la zona della Toscana.

Articoli Correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Pulsante per tornare all'inizio