Fiorentina, eppur si muove.
La trentesima giornata della serie A si accende alla fine: la vittoria della Sampdoria in casa dell’Inter, che segue il pareggio del Milan a Pescara, dà valore alla terza vittoria consecutiva della Fiorentina – il primo filotto della stagione, ottenuto con l’identico risultato di misura (1-0). La classifica, nel minitorneo per i due posti in Europa League, vede l’Atalanta a 58 punti, l’Inter a 55, il Milan a 54 e la Fiorentina a 51. Con otto giornate a disposizione, e il derby milanese, il prossimo 15 aprile, la qualificazione europea appare di nuovo possibile.
Una realtà cui pochi pensavano, nel fine settimana viola.
Il sabato, la conferenza stampa di Sousa che, alla vuota ritualità di questi appuntamenti – in cui non si parla mai di calcio, delle scelte fatte dagli allenatori – aggiunge puntualmente una quota di surrealità. Sotto forma di polemica o, come in questo caso, di presa in giro, mascherata da pesce d’aprile, dei suoi interlocutori, sul rinnovo con la società gigliata. L’ennesimo episodio di una separazione astiosa, iniziata lo scorso gennaio, con le promesse tradite dalla campagna acquisti. Una situazione ingestibile, dove nessuno ha chiesto conto all’allenatore delle incredibili rimonte subite in casa (col Genoa, con il Borussia, con il Torino), che hanno determinato l’eliminazione dall’Europa League e sono state decisive per il ritardo accumulato in classifica. La società costruisce il futuro, all’insegna di una nuova riduzione del monte ingaggi e della scelta del nuovo tecnico, affidando a Corvino la selezione dei calciatori giusti per ripartire – Saponara e Sportiello sono già arrivati, anche se non trovano molto spazio.
In mezzo a questo scenario di separati in casa c’è il campo e la partita con il Bologna. Le assenze di Gonzalo Rodriguez, Vecino e Bernardeschi impongono cambiamenti importanti nell’undici viola. Sousa conferma il suo modulo base 3-4-2-1, ma stupisce nelle scelte: Sanchez, reduce da due ottime prestazioni nella nazionale colombiana nel suo ruolo di mediano, al centro della difesa mentre, sulla sinistra, viene rispolverato, dopo qualche mese, Milic. A centrocampo spazio a Cristoforo, Tello al posto di Chiesa che, giustamente, visti gli impegni nell’under 21, riposa. Saponara in panchina, come a Crotone. Nei primi minuti il Bologna sembra aver individuato nella fascia destra viola il grimaldello per forzare la difesa, passano pochi minuti e i felsinei smettono di giocare. Fiorentina padrona indisturbata del campo, con la solita difficoltà di arrivare al gol. La manovra è lenta e i passaggi decisivi toccano spesso ai difensori, Astori su tutti; solo Tello sembra in grado di saltare gli avversari e creare superiorità numerica. Ilicic è volenteroso, ma si perde al momento della concretizzazione. Il primo tempo scorre, lento e noioso, in linea con le prestazioni offerte contro Cagliari e Crotone. L’infortunio di Kalinic e l’acquazzone che si abbatte sul Franchi non fanno presagire niente di buono. Tutto cambia velocemente, al sesto minuto della ripresa: cross di Milic, unico lampo in una gara segnata da molte incertezze, frutto anche della lontananza dal campo, stacco di Babacar, colpo di testa e rete. La reazione del Bologna non c’è, e non arriverà. La Fiorentina manca più volte il colpo del k.o., ma non corre grandi rischi, affida il pallino del gioco a Borja Valero, generoso come sempre e fisicamente tonico come poche volte è stato in questa stagione, Sanchez vigila ed intercetta. Il terzo successo consecutivo non genera entusiasmo nel pubblico: il gioco langue e l’Europa sembra un miraggio. I risultati delle milanesi dimostreranno il contrario e offrono una nuova chance. Per cogliere l’ultima occasione ci vuole quel qualcosa in più, che quest’anno abbiamo visto raramente: concentrazione per 95’ e la determinazione per non lasciare nulla d’intentato. Condizioni possibili se c’è la comprensione, da parte di Sousa e dei giocatori, che queste otto partite valgono anche per il loro futuro: centrare la qualificazione europea sarebbe un’impresa sportiva in grado di aumentare il valore e l’appeal, sul mercato, di tutti i protagonisti. Domenica, a Marassi, ora di pranzo, contro una Sampdoria che sta bene e non ha nessuna intenzione di fermarsi, la risposta.
Massimo Cervelli