EMPOLI. La sindaca Barnini: «Questa pubblicazione è una pietra miliare degli studi di storia contemporanea»
Questa mattina, sabato 4 marzo 2023, agli Agostiniani la presentazione degli atti del Convegno ‘Squadrismo e violenza politica in Toscana’
EMPOLI – «La presentazione della pubblicazione sui fatti di Empoli del 1921 di questa mattina è una grande occasione per proseguire il percorso avviato con il convegno di due anni fa. Questa pubblicazione rappresenta un punto di arrivo perché mai era stato fatto un lavoro così approfondito sul contesto, i protagonisti, le vicende e la corposa bibliografia lo testimonia.
Ed è allo stesso tempo un punto di partenza di grande levatura per chiunque vorrà continuare a studiare e approfondire.
Una pietra miliare degli studi di storia contemporanea. Ringrazio tutti coloro che hanno lavorato con competenze e passione per raggiungere questo splendido risultato, a cominciare da Alessio Mantellassi che come Presidente del Consiglio Comunale con delega alla memoria ha coordinato il lavoro di tutti gli altri, grazie alla Società storica empolese e al professor Mauro Guerrini, all’istituto storico della Resistenza, al professore Roberto Bianchi che ha curato il convegno e la pubblicazione.
Fare memoria e storia pubblica lo sentiamo come un grande dovere da amministratori locali e facciamo la nostra parte fino in fondo e questo libro ci aiuterà ad avere uno sguardo più completo. Abbiamo reso un servizio altissimo alla nostra comunità».
Con queste parole la sindaca di Empoli, Brenda Barnini, ha aperto l’incontro al Cenacolo degli Agostiniani questa mattina, sabato 4 marzo 2023, relativo alla presentazione degli atti del Convegno sui ‘Fatti del 1921’, denominato ‘Squadrismo e violenza politica in Toscana’.
Una sala gremita che parlava di Storia. Presenti le Autorità istituzionali, rappresentanti della Giunta e del Consiglio comunale di Empoli, cittadini, storici e tutti coloro che hanno reso possibile la pubblicazione del libro così prezioso.
Dopo i saluti istituzionali sono intervenuti: Giulia Terreni, assessora alla Cultura del Comune di Empoli che ha parlato di quanto «questo lavoro fosse necessario per la nostra città e la nostra identità. È un bellissimo volume per la Storia che racconta in maniera scientifica e che rimarrà scolpito nella nostra memoria. Un regalo a tutta la nostra comunità che va oltre i confini di Empoli»; Mauro Guerrini della Società storica Empolese ha sottolineato l’importanza del Convegno e del materiale a disposizione per cominciare altre iniziative storico scientifiche; Matteo Mazzoni, direttore dell’Istituto storico toscano della Resistenza e dell’Età contemporanea, ha spiegato l’altissimo valore di questa ricerca bibliografica, di quanto tutto questo sia stato possibile grazie alla lungimiranza e sensibilità meritoria di attenzione di una amministrazione comunale che ha avuto rispetto della Storia.
Al termine degli interventi di apertura, Paul Corner dell’Università degli studi di Siena e Francesca Cavarocchi dell’Università degli studi di Firenze, hanno dato letture importanti e stimolanti sui saggi che compongono la pubblicazione.
A chiudere la ricca mattinata, il curatore del volume Roberto Bianchi dell’Università degli studi di Firenze che ha evidenziato quanto il libro permetterà di continuare il lavoro storico con domande nuove, perché la Storia non è mai definita. Presenti in sala anche i curatori della bibliografia Daniele Lovito e Martina Ponzalli.
COSA ACCADDE – Tra l’autunno 1920 e la primavera 1921 in Toscana vi fu un momento di svolta che era diretta conseguenza della Prima Guerra Mondiale e che si concluse con una presa di controllo degli spazi pubblici da parte di blocchi dell’ordine e fascisti. Le vicende della regione sono particolarmente significative sul piano storiografico perché mostrano la precocità dell’avvento del fascismo che, con molti mesi di anticipo sulla Marcia su Roma, di fatto arrivò a controllare gli spazi pubblici a seguito di una vasta ondata di violenze.
Perché il Convegno a Empoli? Il curatore del convegno ha proposto di organizzarlo a Empoli sia per il forte valore simbolico e per l’impronta lasciata nelle memorie (memorie divise) dai tragici fatti del primo marzo, sia per la volontà di decentralizzare iniziative culturali di rilevo nel territorio toscano, evitando di concentrarle sul capoluogo regionale.
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