CULTURA

EMPOLI. “Empolichescrive”, si parla di “Poesie: pensieri sulla vita interiore di un afasico dopo l’ictus”

“Empolichescrive”, si parla di “Poesie: pensieri sulla vita interiore di un afasico dopo l’ictus”
La presentazione, alla presenza dell’autore Isacco Cannas, si terrà venerdì 21 giugno 2024
EMPOLI – Venerdì 21 giugno 2024, alle 17.30, la rassegna Empolichescrive vedrà protagonista la presentazione del libro “Poesie: pensieri sulla vita interiore di un afasico dopo l’ictus” di Isacco Cannas (Amazon Kdp, 2024). A dialogare con l’autore nel corso dell’evento della rassegna dedicata agli autori empolesi di nascita o d’adozione, agli autori che hanno scritto di Empoli o pubblicati da case editrici empolesi, sarà lo psicologo Marco Marchini. L’iniziativa si terrà negli spazi della biblioteca comunale Renato Fucini, in via Cavour 36. L’ingresso è libero. 

L’AUTORE – Di sé e della sua opera, Isacco Cannas racconta “è il mio primo libro. Sono uno psicologo, al momento fermo perché sono afasico. Il 9 aprile 2022, a 43 anni, ho subito un ictus mentre mi trovavo in Polonia, impegnato come volontario, psicologo, della Croce Rossa Italiana in supporto alle vittime della crisi Ucraina. Oltre alla mia professione di psicologo, questa esperienza mi ha dato una nuova prospettiva sulla vita e sulla comunicazione, che desidero condividere in questo libro di poesie. Le poesie (i pensieri) riflettono quasi il tempo cronologico da che ho avuto l’ictus, attraverso il quale si manifesta il mio rinnovamento interiore. In un silenzioso viaggio interiore, chi è stato toccato dall’afasia segue un sentiero bordato di parole non pronunciate. All’inizio, vi è solo un vuoto ampio e sordo, un’assenza che pesa sul petto come il cielo prima di una tempesta. Poi, lentamente, i pensieri iniziano a pulsare sotto la superficie, come sorgenti d’acqua che trovano la loro strada attraverso la roccia. L’afasico osserva il mondo con nuova urgenza, ma comunica in un linguaggio che è tutto suo, gesti, sguardi, il silenzio carico di non detti. Ogni giorno porta con sé la sfida di tradurre l’interiorità in esteriorità, di trasformare il silenzio in un messaggio che altri possano capire. Questo tentativo si svolge senza la certezza del successo, in una lotta continua tra la mente e la parola. Eppure, in questo paesaggio interiore, vi sono momenti di chiara bellezza, quando una emozione è catturata perfettamente da un’espressione o quando il silenzio stesso diventa una potente forma di comunicazione. Con il passare del tempo, il silenzio inizia a essere popolato da nuove voci: non parole, ma risonanze, echi delle emozioni passate che si fanno strada tra i pensieri. L’afasico impara a navigare questo nuovo mondo, trovando nel silenzio non una barriera, ma un ponte verso gli altri. E così, anche se le parole possono mancare, i pensieri sulla vita interiore dopo l’ictus si trasformano in un dialogo silenzioso ma profondamente umano.

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