EMPOLI. Arte, teatro, incontri: tutto pronto per La Notte del Premio Pozzale
Arte, teatro, incontri: tutto pronto per La Notte del Premio Pozzale
Tante le iniziative per festeggiare la 70esima edizione, le autrici e i libri vincitori, aspettando la cerimonia di premiazione in programma sabato 2 dicembre 2023
EMPOLI – Un’edizione che fin dal numero racconta la storicità di un premio che racchiude in sé la storia della città e della volontà di una comunità di mettere la cultura al centro del suo essere. Cultura intesa come opportunità e occasione di crescita a disposizione di tutte e tutti. Quest’anno il Premio Pozzale Luigi Russo, principale riconoscimento culturale della città di Empoli, compie settant’anni e si regala novità importanti. A partire dal luogo che ospiterà la cerimonia di premiazione per poi proseguire con la formula stessa dell’evento che andrà oltre la tradizionale consegna dei riconoscimenti, per lasciare spazio anche all’arte e al teatro. Sabato 2 dicembre 2023 sarà infatti “La Notte del Premio Pozzale” che vedrà protagoniste le scrittrici vincitrici di questa edizione e i loro libri: Silvia Ballestra con “La Sibilla. Vita di Joyce Lussu” (Editori Laterza, 2022), Maria Grazia Calandrone con “Dove non mi hai portata. Mia madre, un caso di cronaca” (Einaudi, 2022) e Igiaba Scego con “Cassandra a Mogadiscio” (Bompiani, 2023).
Novità e tradizioni dell’atteso evento sono state annunciate nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta nella mattinata di oggi, mercoledì 29 novembre 2023, nella Sala Tassinari della biblioteca comunale Renato Fucini. A illustrarle Giulia Terreni, assessora alla Cultura del Comune di Empoli, Carlo Ghilli, direttore della ‘Fucini’ e ancora Giuseppe Faso, fra i membri della giuria del Premio, e Francesca Martini, presidente della sezione Soci Coop Empoli.
“Il Premio Pozzale è fra le tradizioni culturali più solide e longeve della nostra città – ci tiene a sottolineare l’assessora Terreni – Quest’anno, a fare da cornice alla premiazione delle autrici, ci saranno iniziative culturali che attraverso linguaggi differenti, come il teatro e l’arte, contribuiranno a celebrare questa importante edizione. Un’edizione che ancora una volta va ad accendere i riflettori su tre libri importanti, su storie di donne e su autrici prestigiose. Grazie a chi ogni anno si impegna per selezionare i testi, grazie a chi insieme al Comune si impegna perché la tradizione del Premio Pozzale Luigi Russo continui con qualità e innovazione e con la capacità di coinvolgere tutte e tutti, dagli studenti delle nostre scuole, all’affezionato pubblico, protagonista della Giuria popolare”.
“Il ritorno della cerimonia di premiazione del Premio Pozzale Luigi Russo in occasione della sua 70esima edizione nella sala Maggiore della biblioteca comunale – spiega il direttore della ‘Fucini’, Ghilli – valorizza particolarmente la ricorrenza dell’evento. La Sala Maggiore della biblioteca infatti è stata fino dalla sua realizzazione il luogo centrale dove gli eventi culturali della città si svolgevano, soprattutto quelli di rilievo come il Premio Letterario. Siamo particolarmente orgogliosi di questo ritorno che significa la ritrovata centralità cittadina della biblioteca, dopo tanti anni di ristrutturazione e chiusura”
“A partire dal 1988 abbiamo introdotto giurate donne, che nei decenni precedenti erano state una vera rarità – ci tiene a evidenziare invece il dottor Faso, il più ‘anziano’ giurato del premio, riflettendo proprio sulla composizione della giuria – Non perché donne, ma perché studiose capaci di operare scelte qualificate. Nelle ultime due edizioni, il premio è stato attribuito a due terne di donne, non perché tali ma perché i loro libri sono di grande qualità. Arriviamo perciò col piede giusto a questo appuntamento, in un momento di grande riflessione culturale promosso dal movimento delle donne”.
“Siamo molto felici di inaugurare, negli spazi della nostra Sezione Soci, la mostra dedicata ai settanta anni del Premio Pozzale Luigi Russo che celebra questa importante ricorrenza proprio nel Cinquantesimo della nostra cooperativa – dichiara Francesca Martini, presidente della Sezione soci Coop di Empoli – Ringraziamo il Comitato organizzatore del Premio e il Comune di Empoli per averci coinvolto in questo evento così significativo per tutta la comunità: invitiamo tutti i nostri soci e clienti a visitare la mostra e a partecipare agli appuntamenti in programma nei prossimi giorni”.
NOTTE DEL PREMIO POZZALE – E’ il titolo della grande festa cittadina, ricca di incontri, letture, musica, arte e teatro, all’interno della quale si inserirà la tradizionale cerimonia di consegna del Premio, in programma sabato 2 dicembre 2023, alla presenza della Giuria del Premio e del Comitato organizzatore. L’appuntamento è per le ore 18, nella Sala Maggiore della biblioteca comunale Renato Fucini, oggi restaurata, che negli anni ’50 ospitò a più riprese le premiazioni del riconoscimento culturale. L’evento, condotto dal giornalista Rai Andrea Marotta e trasmesso in diretta su Canale 88, con la regia a cura di Giallo Mare Minimal Teatro, sarà anche l’occasione per la consegna della menzione speciale ‘Selezione dei lettori’: ad assegnarla la Giuria popolare del Premio, composta da lettrici e lettori che hanno segnalato le loro preferenze. Un cammino che ha visto il coinvolgimento importante delle tre librerie cittadini, Rinascita, La San Paolo* Libri & Persone e NessunDove. Al termine della cerimonia, durante la quale chi vorrà potrà anche acquistare i libri vincitori di questa edizione del Premio Pozzale, si terrà un rinfresco per tutti i presenti. Un’occasione per brindare tutte e tutti insieme alle settanta edizioni del premio, prima di lasciare spazio al teatro. Alle 21, la Sala Maggiore, sarà palcoscenico per l’incontro teatrale “Aiutami a dire la memoria!” di e con Giorgio Scaramuzzino, immagini di Ines Cattabriga, liberamente tratto da “Madama Pozzale” di Stefano Massini. Con la collaborazione della Cooperativa PromoCultura.
INCONTRI CON LE AUTRICI – Già da venerdì primo dicembre il Premio Pozzale Luigi Russo entrerà nel vivo, grazie a incontri da non perdere rivolti a studentesse e studenti ma non solo. Alle 10 l’autrice Silvia Ballestra incontrerà quattro classi delle scuole secondarie di secondo grado di Empoli che hanno letto il suo libro. Di pomeriggio, alle 18, l’autrice Igiaba Scego terrà un incontro aperto al pubblico nello Spazio Soci Bibliocoop del Centro*Empoli, a cura della Libreria Rinascita. Sabato 2 dicembre, alle 10, Igiaba Scego incontrerà gli studenti delle scuole superiori e come lei anche Maria Grazia Calandrone. In contemporanea, alle 10.30, nella biblioteca comunale Silvia Ballestra terrà un incontro aperto a tutta la cittadinanza, coordinato dal Circolo di lettura della biblioteca “Preferirei di no”, con la presenza della Libreria La San Paolo* Libri & Persone.
PERCORSO ESPOSITIVO AL CENTRO*EMPOLI – Nello Spazio Soci Bibliocoop del Centro*Empoli è allestito e visitabile da oggi, mercoledì 29 novembre 2023, fino all’8 dicembre, un percorso espositivo realizzato da Unicoop Firenze in occasione delle settanta edizioni del Premio Pozzale: composto da sedici pannelli, ricostruisce tutte le edizioni del Premio, partendo dal 1948 ad oggi. In ogni pannello si dà rilievo alla Giura e alle opere vincitrici. Per ottenere questo risultato è stato portato avanti un lavoro di ricerca sui documenti d’archivio, di cui sono state recuperate alcune immagini. Il percorso espositivo sarà visitabile tutti i giorni negli orari di apertura del Centro*Empoli.
I libri vincitori
Silvia Ballestra, La Sibilla. Vita di Joyce Lussu, Editori Laterza, 2022
Lungo tutto il secolo breve, una donna bellissima e fortissima pensa, scrive, agisce, lotta. Viaggia prima per studio, poi attraversando fronti e frontiere dell’Europa occupata dai nazifascismi: Parigi, Lisbona, Londra, Marsiglia, Roma, il Sud dell’Italia dove sono arrivati gli Alleati. Documenti falsi, missioni segrete, diplomazia clandestina. Joyce, insieme al marito Emilio Lussu e ai compagni di Giustizia e Libertà, sostenuta nelle sue scelte dalla sua famiglia di origine, è in prima linea nella Resistenza. Poetessa, traduttrice, scrittrice, ha sempre coniugato pensiero (prefigurante, modernissimo) e azione. Azione che prosegue nel dopoguerra con la ricerca di poeti da tradurre per far conoscere le lotte di liberazione degli altri paesi, in particolare dell’Africa e del Curdistan. Nazim Hikmet, Agostinho Neto, i guerriglieri di Amílcar Cabral che compongono canti di lotta durante le marce, sono alcuni degli autori che Joyce ‘scopre’ e propone attraverso traduzioni rivoluzionarie. Rievocando le scelte, gli incontri, le occasioni, ripercorriamo l’esistenza di questa donna straordinaria (laica, cosmopolita, ‘anglo-marchigiana’) e il suo essere, da sempre, riferimento per molte donne e molti giovani.
Maria Grazia Calandrone, Dove non mi hai portata. Mia madre, un caso di cronaca, Einaudi, 2022
Quando Lucia e Giuseppe arrivano a Roma è l’estate del 1965. Hanno con sé la figlia di otto mesi, sono innamorati, ma non riescono a liberarsi dall’inquietudine che prova chi è braccato. Perché Lucia è fuggita da un marito violento che era stata costretta a sposare e che la umiliava ogni giorno, e ha tentato di costruirsi una nuova vita proprio insieme a Giuseppe. Per la legge dell’epoca, però, la donna si è macchiata di gravi reati: relazione adulterina e abbandono del tetto coniugale. Prima di scivolare nelle acque del Tevere in circostanze misteriose, la coppia lascia la bambina su un prato di Villa Borghese, confidando nel fatto che qualcuno si prenderà cura di lei. Più di cinquant’anni dopo quella bambina, a sua volta diventata madre, si mette in viaggio per ricostruire quello che è davvero successo ai suoi genitori. Come una detective, Maria Grazia Calandrone ricostruisce la sequenza dei movimenti di Lucia e Giuseppe, enumera gli oggetti abbandonati dietro di loro, s’informa sul tempo che impiega un corpo per morire in acqua e sul funzionamento delle poste nel 1965, per capire quando e dove i suoi genitori abbiano spedito la lettera a «l’Unità» in cui spiegavano con poche parole il loro gesto. Dopo Splendi come vita, in cui l’autrice affrontava il difficile rapporto con la madre adottiva, Dove non mi hai portata esplora un nodo se possibile ancora più intimo e complesso. Indagando la storia dei genitori grazie agli articoli di cronaca dell’epoca, Calandrone fa emergere il ritratto di un’Italia stanca di guerra ma non di regole coercitive. Un Paese che ha spinto una donna forte e vitale a sentirsi smarrita e senza vie di fuga. Fino a pagare con la vita la sua scelta d’amore.
Igiaba Scego, Cassandra a Mogadiscio, Bompiani, 2023
A Roma, il 31 dicembre 1990, una sedicenne si prepara per la sua prima festa di Capodanno: indossa un maglione preso alla Caritas, ha truccato in modo maldestro la sua pelle scura, ma è una ragazza fiera e immagina il nuovo anno carico di promesse. Non sa che proprio quella sera si compirà per lei il destino che grava su tutta la sua famiglia: mentre la televisione racconta della guerra civile scoppiata in Somalia, il Jirro scivola dentro il suo animo per non abbandonarlo mai più. Jirro è una delle molte parole somale che incontriamo in questo libro: è la malattia del trauma, dello sradicamento, un male che abita tutti coloro che vivono una diaspora. Nata in Italia da genitori esuli durante la dittatura di Siad Barre, Igiaba Scego mescola la lingua italiana con le sonorità di quella somala per intessere queste pagine che sono al tempo stesso una lettera a una giovane nipote, un resoconto storico, una genealogia familiare, un laboratorio alchemico nel quale la sofferenza si trasforma in speranza grazie al potere delle parole. Parole che, come un filo, ostinatamente uniscono ciò che la storia vorrebbe separare, in un racconto che con il suo ritmo ricorsivo e avvolgente ci svela quanto vicende lontane ci riguardino intimamente: il nonno paterno dell’autrice, interprete del generale Graziani durante gli anni infami dell’occupazione italiana; il padre, luminosa figura di diplomatico e uomo di cultura; la madre, cresciuta in un clan nomade e poi inghiottita dalla guerra civile; le umiliazioni della vita da immigrati nella Roma degli anni novanta; la mancanza di una lingua comune per una grande famiglia sparsa tra i continenti; una malattia che giorno dopo giorno toglie luce agli occhi. Come una moderna Cassandra, Igiaba Scego depone l’amarezza per le ingiustizie perpetrate e le grida di dolore inascoltate e sceglie di fare della propria vista appannata una lente benevola sul mondo, scrivendo un grande libro sul nostro passato e il nostro presente, che celebra la fratellanza, la possibilità del perdono, della cura e della pace.
LA GIURIA DEL PREMIO – L’attuale giuria del Premio è composta da Roberto Barzanti, Matteo Bensi (presidente del Comitato organizzatore), Giuliano Campioni, Laura Desideri, Giuseppe Faso, Alfonso Maurizio Iacono, Giacomo Magrini, Cristina Nesi, Evelina Santangelo, Alessandra Sarchi e Virginia Tonfoni.
LA STORIA DEL PREMIO – Giunto quest’anno alla 70esima edizione, il Premio nasce nel 1948 per volontà della sezione del Partito Comunista della frazione di Pozzale, nell’ambito della festa della stampa comunista. Trova le radici nei valori della Resistenza auspicando l’incontro tra intellettuali e lavoratori, un simbolo della volontà di ripartire socialmente e culturalmente dopo i dolori e la distruzione della Seconda Guerra Mondiale. Il premio ha un suo comitato organizzatore e una giuria che fin dagli inizi ha visto come componenti intellettuali di grande livello, da Romano Bilenchi e Sibilla Aleramo a Cesare Luporini, da Silvio Guarnieri a Cesare Garboli. Luigi Russo ne ha fatto parte dal 1952. Dopo la sua morte, avvenuta nel ’61, per l’affetto e la partecipazione che il critico aveva dimostrato verso questa istituzione e la sua gente, il Premio viene a lui intitolato: Pozzale-Luigi Russo.
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