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Covid19. Le infermiere del presidio di San Marcello raccontano la loro esperienza nelle corsie

Le infermiere del presidio di San Marcello raccontano: la riorganizzazione del reparto a tempo di record grazie anche al Comune e alle Associazioni locali, l’utilizzo dei dispositivi di sicurezza, la cura dei pazienti e i rapporti con i propri familiari. Una battaglia “vinta con il lavoro di squadra”  

Scritto da Daniela Ponticelli, giovedì 30 aprile 2020 

Pistoia – Le infermiere del presidio di San Marcello raccontano la loro esperienza professionale e umana. Ecco la loro toccante testimonianza e i loro vissuti in queste lunghe settimane per capire che anche il Covid-19 si “vince con il lavoro di squadra”.

Il 25 Marzo la Medicina del presidio di San Marcello si è convertita in reparto di Cure Intermedie Covid 19: in meno di 48 ore il reparto è stato riorganizzato, suddiviso in percorsi ( zona verde, zona gialla e zona rossa ), dotato di  telecamere donate dal Comune di San Marcello- Piteglio e dalle Associazioni di questa Zona Montana. Abbiamo contestualmente eseguito la formazione sull’utilizzo dei dispositivi di sicurezza, e ipotizzato nuovi piani di lavoro per renderlo ancora più efficiente.  Ad un mese da questa rivoluzionaria conversione, abbiamo imparato che di diverso ci sono solo gli “scafandri”, che hanno sostituito le nostre comuni divise e la preoccupazione di infettarsi, che razionalmente dovrebbe essere sempre presente nella  nostra attività, ma che comunque ora è più pressante  e diventa ancor più esasperante quando torniamo a casa e ci rapportiamo ai nostri cari, talvolta fragili. Veronica racconta che si è isolata dai suoi affetti,  proprio per proteggerli e  Rosita riferisce con disagio che talvolta, a causa del suo lavoro da infermiera, avverte diffidenza, quasi emarginazione nei propri confronti da parte delle persone. L’ attività infermieristica si basa principalmente sul prendersi cura ed è questo che continuiamo a fare : idee, emozioni, angosce e speranze ci accomunano ai nostri malati, che come noi sognano di rivedere un volto amico, sentire sulla pelle un raggio di sole. E il nostro lavoro che si basava sul contatto, sulla vicinanza non è diventato un lavoro  più asettico, non ha mutato la sua essenza, perché la battaglia si vince prendendosi cura delle persone.
Le visite dei familiari non sono consentite e allora abbiamo ricavato un breve tempo in cui facciamo fare ai pazienti le videochiamate con i loro ai familiari. Anche queste attenzioni si aggiungono al percorso di cura. 

 

Guardare al futuro con una nuova consapevolezza professionale,  fieri sempre e comunque di essere infermieri:  Sandra dice che questo periodo se lo vuole ricordare come un periodo basato sul senso di responsabilità e sul valore degli altri e teme che alla fine della pandemia questo senso di solidarietà ci potrà mancare; Cristina è orgogliosa del suo team che ha veramente fatto  squadra in questo particolare momento e sottolinea l’ importanza della sanità pubblica che si è fortemente attivata al fine di dare risposte anche non ospedaliere a questa patologia, ricordando che il setting di cure intermedie attivato nel presidio Lorenzo Pacini, è dedicato a pazienti stabili clinicamente, ma non ancora negativi ai test virologici  . La “squadra” è dunque unita e  motivata a partecipare a questa battaglia, ma auspica un veloce ritorno allo status preesistente “.

Le testimonianze sono state raccolte dalle coordinatrici infermieristica, gestionale e di reparto, rispettivamente le dottoresse Erica Gualtieri e Cristina Avere. 

Responsabile Ufficio Stampa
AUSL Toscana centro
www.uslcentro.toscana.it

Franca Ciari

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