EVENTI

Carlo Conti a la Conferenza stampa

Una produzione Rai Contenuti Digitali e Transmediali

Carlo Conti

Protagonista della seconda puntata

Dal 1 novembre in esclusiva su RaiPlay

Carlo Conti è l’ospite della seconda puntata de “La Conferenza Stampa” il programma che segue l’incontro di quattrocento giovani con grandi personaggi dello spettacolo, dello sport e del giornalismo, in esclusiva su RaiPlay da mercoledì 1novembre.  Tante le domande, dirette e bizzarre, che i ragazzi – tutti tra i 14 e i 20 anni – rivolgeranno al conduttore alzando una mano dopo l’altra per scoprire curiosità su Sanremo, sulla squadra del cuore, sulla carriera, sulle amicizie più care e molto altro.

La Conferenza Stampa è un programma di Giovanni Benincasa, realizzato con Francesco Mileto, Vittorio Simonelli, Giulio Somazzi.

Francesca Procopio
Giornalista
Ufficio Stampa Rai Contenuti Digitali e Transmediali
Mob: +39 392 2275222

 La Conferenza Stampa” è una produzione Rai Contenuti Digitali e Transmediali, disponibile su RaiPlay al link

Carlo Conti

La cosa più importante è fare bene il proprio mestiere.

Con Pieraccioni, Ceccherini e Panariello tanta gavetta”

In esclusiva su RaiPlay

Così Carlo Conti nella seconda puntata di La Conferenza Stampa, su RaiPlay

Con Pieraccioni e Ceccherini abbiamo fatto insieme la cosa più importante della nostra carriera ovvero la gavetta. Oggi si tende a fare un reality e a diventare subito famosi. Ma la cosa più importante nella vita non è essere famosi ma fare bene il proprio mestiere. Per imparare bene il nostro lavoro abbiamo fatto tanta gavetta: tantissimi spettacoli, con pochi spettatori e con tanti spettatori. Una volta con Panariello abbiamo fatto uno spettacolo a Grosseto il cui incasso e’ stato inferiore alle multe che abbiamo preso per aver messo le macchine in divieto di sosta.

Un’altra volta, sempre in provincia di Grosseto, abbiamo fatto uno spettacolo e c’erano solo sette spettatori in un teatro grandissimo e poi con loro siamo anche diventati amici. La sera dopo, in provincia di Pistoia, avevamo settemila persone davanti. E abbiamo fatto lo spettacolo per quelle settemila persone. E sapete come mai questa differenza? Perché i sette spettatori a teatro avevano pagato. Mentre per i settemila l’ingresso era gratis. Ma questo ci ha insegnato come far ridere e catturare l’attenzione di sette persone e come farlo per settemila. Ed è molto più difficile fare uno spettacolo per sole sette persone. E’ stata una serata che ricorderemo tutta la vita. Come molte altre, alcune raccontabili altre meno

Carlo Conti

Ero allo stadio quando Batistuta segnò l’ultima rete.

A lui diremo sempre grazie”

In esclusiva su RaiPlay

Così Carlo Conti nella seconda puntata di La Conferenza Stampa, su RaiPlay

Batigol è stato un grande campione che ci ha fatto godere. Ero allo stadio quando ha fatto l’ultimo goal con la Fiorentina. Entrò dentro la rete, rimase disteso dentro la porta commosso perché sapeva che quella sarebbe stata l’ultima partita per poi passare ad una squadra romana. É stato un grande campione che ha legato il suo cuore e la sua maglia a Firenze. Quindi gli diremo sempre grazie

E Carlo Conti intona il coro preferito della Fiorentina davanti a quattrocento ragazzi.

Carlo Conti

Quando lo consolavo,

Fabrizio scherzosamente mi chiamava Babbo Carlo”

In esclusiva su RaiPlay

Così Carlo Conti nella seconda puntata di La Conferenza Stampa, su RaiPlay

«Con Fabrizio avevamo lo stesso modo di vivere il nostro mestiere e cioè con grande leggerezza. Anche se lui se la prendeva un po’ troppo, io invece lascio correre quando le cose non vanno bene. E anche in questo c’eravamo trovati. Lui scherzosamente mi chiamava “Babbo Carlo” perché lo consolavo quando qualcosa non andava. Per “Tale e Quale Show” lo chiamai la sera prima per chiedergli se gli andasse di farlo. E lui dopo averci pensato una notte mi rispose che ci saremmo divertiti insieme. E così è stato!

Di Fabrizio ci sono tantissimi ricordi. Quando ho fatto Sanremo, lo avevo scelto per fare l’alternanza a “L’’Eredità” e giocavamo con le chiavi dello studio che passavano dalle mani dell’uno a quelle dell’altro. Fra tanti ricordi bellissimi della mia carriera quello più brutto però è stato proprio quando sono dovuto tornare a “L’Eredità”, in quello stesso studio, proprio quando Fabrizio è morto. Il gioco del passaggio delle chiavi mi ha permesso di riprendere “L’Eredità” anche se con molta fatica. Fabrizio era un grande, un uomo generosissimo, un signore, una persona straordinaria con una risata contagiosa»»

 

Redazione

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