Attività fisica nei pazienti dializzati e in attesa di trapianto. Innovativo progetto della rete nefrologica aziendale
Attività fisica nei pazienti dializzati e in attesa di trapianto. Innovativo progetto della rete nefrologica dell’Azienda USL Toscana centro
Importanti riconoscimenti scientifici a livello internazionale
Il progetto multidisciplinare di attività fisica adattata per i pazienti dializzati e in attesa di trapianto che ha coinvolto tutta la rete nefrologica dell’Azienda USL Toscana centro insieme ai fisioterapisti e ai fisiatri, ha riscosso importanti riconoscimenti scientifici a livello internazionale. Sono stati coinvolti 446 pazienti, 240 infermieri, 48 nefrologi e 11 fisioterapisti.
I primi risultati ottenuti sui pazienti sono stati pubblicati sulla rivista Kidney Blood Press Res; l’articolo https://karger.com/kbr/article/49/1/1026/915558/Multidimensional-Assessment-of-Physical-Function?searchresult=1
è a firma del dottor Alessandro Capitanini, direttore nefrologia e dialisi di Pistoia e Pescia, del dottor Alberto Rosati, direttore delle Strutture di nefrologia e dialisi del San Giovanni di Dio e di Santa Maria Nuova di Firenze e del San Giuseppe di Empoli, della dottoressa Fiammetta Ravaglia della nefrologia pratese diretta dal dottor Gesualdo Campolo, del dottor Giuseppe Ferro della nefrologia del Santa Maria Annunziata diretta dal dottor Pietro Dattolo, del dottor Matteo Paci del dipartimento delle professioni sanitarie, del dottor Alessandro Pacini già direttore della struttura operativa donazioni e trapianti e del dottor Giuseppe Spatoliatore nefrologia San Giovanni di Dio.
Il progetto ha suscitato interesse perchè è la prima volta che in modo sistemico ed all’interno del percorso di cura e assistenziale come quello dialitico viene introdotta la riattivazione/riabilitazione della quasi totalità dei pazienti, la cui compromissione funzionale è particolarmente grave: l’insufficienza renale e lo stesso trattamento dialitico determinano un severo danno muscolare e osseo tanto che, entro un anno dall’inizio del trattamento, una percentuale molto alta di pazienti perde la capacità di deambulare e il rischio di caduta è molto alto per cui vanno incontro frequentemente a fratture che ne compromettono ulteriormente l’autonomia.
“Noi vogliamo contrastare questo decadimento e migliorare la qualità di vita dei nostri pazienti. La loro performance fisica – spiega il dottor Rosati- è simile a quella di persone 10 anni più anziane e gli interventi personalizzati previsti dal progetto hanno dimostrato di essere fondamentali per arrestare il declino che porta alla perdita dell’autonomia funzionale. Ai pazienti è stata proposta una personalizzazione della terapia fisica, visto che il grado di compromissione è molto variabile così come le capacità del singolo di eseguire gli esercizi prescritti. Il percorso che abbiamo realizzato prevede la quantificazione del livello di compromissione in tutti i pazienti tramite una serie di test standardizzati e di conseguenza la programmazione di una percorso di riattivazione/riabilitazione per ogni singolo paziente”.
L’obiettivo è favorire il miglioramento o il mantenimento delle condizioni fisiche dei pazienti in dialisi e dei pazienti in lista di attesa per trapianto e favorire la riabilitazione funzionale e riattivazione motoria dei pazienti dopo il trapianto.
Le strutture nefrologiche aziendali afferiscono al Dipartimento delle Specialistiche Mediche, diretto dal dottor Pasquale Palumbo che si è complimentato con i professionisti. “Il progetto – ha detto- proseguirà avvalendosi anche di strumenti multimediali e riceverà il supporto dell’Organizzazione Toscana Trapianti.(OTT)”.
Paola Baroni
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