Arte e poesia al museo: Ugo De Vita celebra l’arte di Donatello a Palazzo Pretorio

ARTE E POESIA AL MUSEO: UGO DE VITA
CELEBRA L’ARTE DI DONATELLO A PALAZZO PRETORIO
L’autore, attore e docente universitario torna al Museo di Palazzo Pretorio con un omaggio in poesia a Donatello e alla sua arte. Il Tabernacolo di Donatello diviene il nucleo descrittivo di un poemetto in endecasillabi e settenari, che Ugo De Vita offrirà ai visitatori-spettatori in un evento unico nel suo genere.
PRATO, 14 APRILE 2025. Un evento tra arte, teatro e poesia al Museo di Palazzo Pretorio, in programma giovedì 17 aprile alle ore 17.30: protagonista, l’autore, attore e docente universitario Ugo De Vita, con un suo personale e originale omaggio a Donatello e alla sua arte.
Reduce dall’esperienza del suo Caravaggio in versi, incoraggiata da critici e storici d’arte quali Strinati, Sgarbi e Daverio, che ha riscosso favore di pubblico e critica in molte città e italiane e all’estero, De Vita rinnova il connubio tra poesia e arte, stavolta dinnanzi al tabernacolo di Donatello.
Il Tabernacolo di Donatello in versi, ideato e messo in scena da Ugo De Vita – che torna nel museo pratese dopo il successo della sua recente performance dedicata a Pier Paolo Pasolini – non è uno spettacolo, non ci sono scene, né costumi: piuttosto è un evento, in un tempo unico, legato essenzialmente alla “voce” e al “logos”. L’idea coinvolge i partecipanti, che possono godere delle suggestioni che la declamazione della poesia può evocare di fronte ad un’opera d’arte, affinché possa essere apprezzata non solo visivamente, ma anche attraverso le emozioni e le riflessioni suscitate dal componimento in versi.
Protagonista dell’evento, La Madonna col Bambino tra due angeli e profeti, capolavoro giovanile dell’artista rinascimentale (custodito nella sala del Museo di Palazzo Pretorio dedicata alla scultura del Quattrocento): un tabernacolo in terracotta, realizzato tra il 1415 e il 1420, che racchiude molti elementi dello stile tipico dello scultore, che diventa così nucleo descrittivo di un poemetto in endecasillabi e settenari, che Ugo De Vita offrirà ai visitatori-spettatori in un evento unico nel suo genere.
La quota di partecipazione è di 4 euro a partecipante; è consigliata la prenotazione alla mail museo.palazzopretorio@comune.prato.it.
SCHEDA BIOGRAFICA | UGO DE VITA
Ugo De Vita. (Roma, 1961). Autore, attore, docente universitario a contratto, dopo il diploma alla Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio D’Amico”, la laurea e la specializzazione in Psicologia Clinica, ha conseguito il Baccellierato all’Università Gregoriana con una tesi in Escatologia, donata a Don Ciotti.
Ha diretto in teatro tra gli altri: Mario Scaccia, Elio Pandolfi, Flavio Bucci, Ninetto Davoli, Gabriele Lavia, Lucia Poli, Massimo Dapporto, Lellò Arena, Ileana Ghione, Anna Miserocchi, Nando Gazzolo, Riccardo Cucciolla, Lino Capolicchio, Giorgio Albertazzi, Elisabetta Pozzi, Marina Suma, Eleonora Brigliadori. Occupandosi costantemente di “teatro civile”, ha portato in scena le vicende di: Stefano Cucchi, Marco Vannini, Niccolò Ciatti, Carlo Casalegno, Falcone e Borsellino, Ustica, il giudice Livatino, Stefano Melone (prima vittima militare dell’uranio impoverito).
Ha dato voce in qualità di doppiatore, ad alcuni tra i maggiori divi americani, facendo molti “over sound” per la Rai e l’emittenza privata nazionale. Ha pubblicato saggi e romanzi con Vallecchi, Passigli, Bulzoni e Polistampa edizioni. Attualmente svolge attività didattica e seminari presso l’Università di Padova.
SCHEDA TECNICA | MADONNA COL BAMBINO TRA DUE ANGELI E PROFETI
Lo splendido tabernacolo da devozione domestica, esposto nella sala del Museo di Palazzo Pretorio dedicata alla scultura del Quattrocento, insieme alle opere di Andrea della Robbia, Benedetto da Maiano e Benedetto Buglioni, fu realizzato da Donatello intorno al 1420; un decennio più tardi gli fu commissionato il celebre pulpito che si trova all’esterno della Cattedrale di Santo Stefano di Prato.
Il rilievo in terracotta, monumentale nonostante le dimensioni contenute, era stato attribuito inizialmente a Michele da Firenze, detto lo Scalcagna, collaboratore del Ghiberti. La più recente attribuzione a Donatello, ormai accolta dalla critica, è confermata dall’altissima qualità e originalità del tabernacolo.
L’opera propone una complessa architettura a edicola classica, vicina ad altri esempi donatelliani (come il tabernacolo di Parte Guelfa in Orsanmichele) e ghibertiani. Il prezioso fondale accoglie, senza rinchiuderle, le figure, che ne emergono dinamicamente, rese palpitanti dalla sicura rapidità e maestria del modellato che suggerisce, più che descriverli a fondo, gli scattanti volumi degli angeli, agili quinte teatrali dai mossi panneggi, o le più quiete forme del regale, imponente gruppo centrale. Pochi gesti contenuti, accenni di sguardi, svelano l’intimo rapporto tra la madre e il figlio, nudo, che le posa la mano sul seno: “Beato il grembo che ti ha portato, e il seno che ti ha allattato”. In alto due figure di Profeti emergono dai pennacchi dell’arco, descritti con rapidi colpi di stecca.
È un’opera che, per il suo valore inestimabile, viene spesso richiesta in prestito anche da altre strutture museali: ultima in ordine di tempo gli Staatlichen Museen di Berlino, che dal 2 settembre 2022 all’8 gennaio 2023 l’hanno esposta nella Gemäldegalerie in occasione della mostra Donatello. Erfinder der Renaissance. Precedentemente, era stata in prestito a Palazzo Strozzi per la mostra Donatello, il Rinascimento, nel 2022. Nel 2019 era stato invece il Museo del Prado di Madrid a farne richiesta, in occasione della mostra Fra Angelico and the Rise of the Florentine Renaissance, a cura di Carl Brandon Strehlke.
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UFFICIO STAMPA MUSEO PALAZZO PRETORIO
Daniel C. Meyer
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