Al Balagàn Cafè folklore argentino e sonorità dall’antica Persia Musica, eventi culturali, drink, degustazioni e visite guidate ogni giovedì dalle ore 19 nel giardino della Sinagoga
Ultimi tre incontri del Balagàn Café, quest’anno dedicato al tema della bellezza. Sarà il settimo appuntamento, quello di giovedì prossimo 17 agosto dedicato ai canti sinagogali e alla musica dal mondo con il folklore dei brani popolari argentini e le sonorità dell’antica persia miscelate a brani contemporanei. Prosegue la speciale kermesse culturale estiva in programma alla Sinagoga di Firenze organizzata dalla Comunità Ebraica di Firenze e dal Comitato Rete Toscana ebraica in collaborazione con il Museo ebraico di Firenze, con il sostegno della Regione Toscana. Appuntamento come sempre in via Farini per le serate – realizzate grazie al contributo di Fondazione CR Firenze, nell’ambito del bando artistico e culturale, oltre che inserita nell’Estate Fiorentina del Comune di Firenze, e cofinanziata dall’Unione Europea – che anticipano la Giornata Europea della Cultura Ebraica di domenica 10 settembre.
“Il tema della bellezza – spiega il direttore artistico Enrico Fink – può essere declinato in tanti modi. È stato scelto quest’anno come filo rosso della Giornata Europea della Cultura Ebraica, e non è certo un caso che si sia pensato di mettere al centro, come capofila nazionale, Firenze, da secoli simbolo essa stessa di bellezza. Così noi, in questa undicesima edizione del Balagàn, racconteremo la bellezza durante tutta l’estate. Sarà la bellezza dell’arte, in collaborazione con il nostro museo ebraico, e la bellezza della musica ascoltata nel nostro giardino; ma anche la bellezza dell’etica, della solidarietà, del vivere insieme”.
La formula del “Balagan Cafè” è quella ormai consolidata: apertura alle ore 19 ad ingresso libero, visite guidate della Sinagoga e del Museo ebraico, degustazioni (su prenotazione e fino ad esaurimento) di prelibati piatti dal mondo ebraico; musica, incontri con autori e personaggi del mondo della cultura e dello spettacolo, e a concludere la serata il concerto che vede ogni sera esibirsi nella affascinante cornice della scalinata del Tempio Maggiore esponenti nazionali e internazionali del mondo ebraico e non solo.
Le visite guidate alla Sinagoga e al Museo ebraico, al costo di 10 euro dalle ore 19,30 alle 21, saranno tenute da operatori dedicati; per partecipare è necessaria la prenotazione al numero 0552989879.
L’intrattenimento musicale in apertura di serata sarà dedicato alle “note dal mondo” con la musica argentina di Paola Scoppa (voce) e Fernando Mazza (chitarra) in collaborazione con Orchestra Multietnica di Arezzo.
Al tramonto sotto la cupola verde della Sinagoga sarà possibile immergersi in un’atmosfera argentina ricreata grazie all’impasto timbrico del duo rioplatense. Le danze tipiche, il racconto dei paesaggi e i ritmi caratteristici di un territorio fertile di cultura, che rappresenta il secondo Stato più esteso dell’America Latina, troveranno dunque voce in un viaggio in musica con la leggerezza della voce sospesa sull’armonia delle corde, narrato grazie ad un’ampia e variegata selezione di brani popolari del folklore argentino. Paola Scoppa è nata a Buenos Aires in Argentina nel 1982. A sedici anni ha frequentato lezioni private di canto e direzione corale e dal 2003 al 2008 ha sostenuto il professorato di canto al Conservatorio Municipale di Musica di Moron a Buenos Aires. Nel suo paese ha lavorato come direttrice di cori di voci bianche, come professoressa di musica alle scuole elementari ed ha tenuto corsi e workshop di canto popolare per bambini e per adulti. Ha inoltre proseguito la sua carriera come cantante ed ha partecipato a formazioni di musica popolare argentina. Nel 2016 si è trasferita in Italia entrando a far parte dell’Orchestra Multietnica di Arezzo dall’agosto dello stesso anno. Fernando Mazza è nato nel 1977 a Buenos Aires in Argentina. Dopo la laurea come tecnico chimico ha iniziato il professorato di chitarra al Conservatorio Alberto Ginastera. Contemporaneamente ha lavorato come insegnante di chitarra sia in scuole di musica che privatamente. Gli studi musicali hanno acceso in lui l’interesse per la costruzione stessa dello strumento. Dopo un periodo di ricerca, nel 2003 ha costruito la sua prima chitarra consacrando la sua professione da liutaio. Dal 2016 si è trasferito in Italia dove ha proseguito il suo mestiere.
Alle 20,30 Enrico Fink presenterà l’incontro Shirat Hayam: canti sinagogali attraverso i secoli e il mare in collaborazione con Thesaurus of Italian Jewish Music, Centro Leo Levi. Il Canto del Mare (in ebraico: שירת שירת, Shirat HaYam, conosciuto anche come Az Yashir Moshe e Canto di Mosè, o Mi Chamocha) è un poema che appare nel Libro dell’Esodo della Bibbia (Es 15, 1-18). È seguito dai versetti 20 e 21 da una canzone molto più breve cantata da Miriam e dalle altre donne. Il Cantico del Mare è stato presumibilmente cantato dagli israeliti dopo aver attraversato indenni il Mar Rosso, celebrando la disfatta dell’esercito egiziano durante la traversata e guardando alla futura conquista della terra promessa di Canaan.
La poesia è inclusa nei libri di preghiera ebraici, e recitata ogni giorno durante le funzioni shacharit del mattino. Il poema comprende anche la prima ode o inno del canone ortodosso orientale, dove è conosciuto come il Cantico o Ode di Mosè. È usato anche nella liturgia cattolica romana, ortodossa orientale e in altre liturgie cristiane nella Veglia Pasquale, quando viene raccontata la storia della salvezza. Queste tradizioni seguono l’Apocalisse 15, 3 chiamandolo “Cantico di Mosè” (da non confondere con il Cantico di Mosè nel Deuteronomio).
I repertori di musica ebraica italiana sono di una ricchezza straordinaria: la storia degli insediamenti ebraici sul territorio italiano ha fatto sì che esistano molte diverse tradizioni ritualistiche e musicali. Sono repertori che sopravvivono oggi in modi e con gradi di completezza anche questi assai diversi: da comunità che sono scomparse, e la cui musica è rintracciabile solo in qualche trascrizione e alcune registrazioni fatte fra gli anni ’50 e ’60; a comunità la cui tradizione liturgica è ancora del tutto viva e fiorente, e trasmessa alle generazioni più giovani; a molti casi intermedi fra questi due estremi. Una realtà che si presenta estremamente diversificata e che sopravvive oggi in modi e con gradi di completezza che variano anche piuttosto significativamente da una città all’altra. Tutelare questo patrimonio, favorirne la fruizione e condivisione, è la sfida del “Thesaurus di Musica Ebraica Italiana Online”. Si tratta di un database accessibile da web, che offre un accesso sistematico alle registrazioni, alle trascrizioni e alle partiture dei repertori ebraici italiani, degli archivi e delle risorse presenti in Italia e nel mondo. Un progetto ambizioso, promosso dal Centro Leo Levi per lo studio del Patrimonio Liturgico Ebraico con il sostegno di prestigiose istituzioni israeliane, americane e italiane.
Alle 21,30 seguirà il concerto di Lulian Ensemble: musica dall’antica Persia / Suoni dall’Iran con sonorità antiche come quelle della tradizione persiana mischiata a stili contemporanei proposti da Darioush Madani: tar e setar Fabio Tricomi: Ud e Tombak Alessandro Urso: Violino Salar Khalilnasab: Tombak, Daf e Udo
L’apericena vedrà delizie culinarie dal mondo ebraico cucinate e “narrate” da Michele Hagen e Jean-Michael Carasso. Il menù (completamente vegetariano) prevede: Melanzane ripiene alla persiana. Gli Ebrei sono sempre stati dei forti consumatori di verdure e quindi molto ricettivi nel sapere adottare, all’interno della loro cucina, i frutti della terra che incontravano durante la Diaspora. Una caratteristica della cucina ebraica infatti, è proprio l’apertura alla novità, ai gusti e sapori inediti, è divertente osservare come ogni famiglia ebrea di fondo è convinta che le “proprie melanzane” siano le migliori. Ma la vecchia melanzana, irrinunciabile in qualsiasi modo venga preparata, non ha goduto sempre di buona nomea ed è proprio da lì che nasce il connubio fra melanzana e cucina ebraica. A seguire il riso pilaf, una ricetta di origine turca, ma molto utilizzata in tutto il Medio Oriente. È semplicissima da preparare e ottima da abbinare a secondi piatti di pesce, carne o verdure, accompagnati da intingoli o salse. Poi verranno serviti zimmes di carote, il termine tzimmes o zimmes indica un tipo di cottura lenta che usa soprattutto per le verdure, ricetta tipica della tradizione culinaria polacca. Ne esistono diverse varianti più ricche e che prevedono l’uso di frutta secca, come albicocche o prugne, e tutte sono legate alla cucina ebraica. La sua preparazione è legata, in particolare, al Channukkah o Festa delle Luci. Infine la muhammara che è una crema siriana a base di peperoni arrosto e noci, insaporita con aglio, paprika e peperoncino, arricchita con pangrattato e completata tradizionalmente da sciroppo di melagrana per un tocco leggermente dolce e acidulo.
L’aperitivo sarà cura del Balagan Bistrot Cafè con bevande dalle mille tradizioni ebraiche.
Per l’apericena i posti sono limitati ed è obbligatoria la prenotazione al numero di telefono 0552989879 (offerta di partecipazione consigliata 15 euro) oppure via email giorgio.depolo@firenzebraica.it o in presenza presso la biglietteria della Sinagoga in via Farini, 6 e il punto vendita Opera Your Preview in via Por Santa Maria 13R a pochi passi da Ponte Vecchio. Info sui siti web: jewishflorence.it e balagancafe.com