Liu Youju: starting from the metapoint
Il Maestro pittore cinese Liu Youju in mostra a Palazzo Donà dalle Rose in occasione della 60° Biennale Arte Venezia 2024
Nell’ambito della 60° Esposizione Internazionale d’Arte La Biennale di Venezia 2024, dal titolo “Stranieri Ovunque / Foreigners Everywhere”, a Palazzo Donà dalle Rose, situato in Fondamenta Nove, 5038, nello storico sestiere di Cannaregio nel cuore di Venezia, dal 15 luglio al 15 agosto 2024, si terrà la mostra personale dell’artista di fama internazionale Liu Youju, dal titolo “Starting from the Metapoint”, a cura di Anna Balzani.
Liu Youju partecipa ufficialmente alla 60° Esposizione Internazionale d’Arte alla Biennale di Venezia 2024 con l’opera “Mars Program” nel Padiglione Nazionale della Repubblica del Camerun, in mostra e visibile al pubblico della Biennale dal 17 aprile scorso.
Dopo l’antologica realizzata nel 2021 nella sala espositiva dell’Accademia delle Arti del Disegno di Firenze, il Maestro pittore cinese, originario di Guangzhou, torna in Italia con una mostra personale promossa dalla Fondazione Donà dalle Rose in seno agli eventi culturali organizzati per il suddetto Padiglione Nazionale.
La Biennale Arte di Venezia è un osservatorio privilegiato sullo stato del mondo attraverso la trasformazione e l’evoluzione delle Arti, è un luogo unico, diverso da ogni altro, per il confronto fra gli artisti e l’analisi dei mutamenti che sono in atto nella società. Gli artisti, portavoce di culture geograficamente distanti e innegabili differenze storico-artistiche, viaggiando da un luogo all’altro, spostandosi attraverso città e continenti, sono essi stessi Stranieri e il loro lavoro è frutto di ricerca, dialogo con l’Altro e delle inevitabili contaminazioni che ne conseguono. E questo è vero anche per Liu Youju, nelle cui opere confluiscono elementi artistici, estetici e filosofici riconducibili sia all’arte orientale che occidentale; le sue numerose iniziative espositive, realizzate al The Richard Nixon Library & Museum negli Stati Uniti d’America, al British Museum di Londra, al Musée des Arts Décoratifs e al Centre Pompidou di Parigi, all’Accademia delle Arti del Disegno e al Museo di Palazzo Medici Riccardi di Firenze, hanno contribuito a suscitare l’interesse del pubblico internazionale.
In mostra nella Galleria dei Dogi, a Palazzo Donà dalle Rose, una selezione di 20 dipinti con cui l’artista approfondisce il rapporto tra gli esseri umani e l’intima connessione con la Natura, interrogandoci, spingendoci a rovistare nel nostro inconscio, guardandoci riflessi in uno specchio, per scoprire un altrove. Alberi maestosi, irte montagne, laghi blu, paesaggi naturali e interiori, sagome e volti misteriosi si succedono, impressi su carta di riso e tela, realizzati con inchiostro cinese (China) e colori acrilici. Il ritmo delle composizioni è mutevole, a tratti fragoroso, pervasivo, incalzante, vorticoso, melodioso e poetico; ed è proprio il ritmo del gesto pittorico che contribuisce a enfatizzare la ricerca cromatica compiuta dell’artista dove ci avvolgono colori esplosivi, travolgenti, corposi, languidi, colmi di luce ed energia creatrice; è la forza della Natura e dei suoi elementi che profondamente risuonano con le nostre emozioni.
Circondati dalle atmosfere sospese del palazzo seicentesco, dai personaggi illustri che hanno determinato la storia della famiglia Donà dalle Rose e che troneggiano nella galleria dei ritratti, scorgiamo, nelle tele di Liu Youju, enigmatiche figure che ci osservano. Non si tratta di figure nitide, ma sono immediatamente percepibili, non intente a compiere un’azione, semmai hanno sguardi interrogativi e sembrano esortarci a iniziare un dialogo con loro. Con i suoi oltre quattrocento anni di storia, la ricercatezza delle decorazioni, la magnifica e imponente prospettiva della Galleria, le antiche travi di legno e il suggestivo affaccio sull’acqua – simbolo di vita e della città di Venezia – Palazzo Donà dalle Rose diventa la scenografia di un viaggio introspettivo della coscienza nella quale il mondo reale, fluttuando, si fonde con quello immaginifico. Anche la luce dello spazio espositivo contribuisce a valorizzare il colore, autentico segno distintivo dell’artista.
“Le opere esposte, i paesaggi rarefatti, gli elementi naturalistici e i misteriosi personaggi raffigurati, i colori prorompenti e vibranti di vitalità – afferma la curatrice Anna Balzani – dialogano con gli ambienti storici del Palazzo, con l’affascinante susseguirsi di ritratti della Galleria dei Dogi della famiglia Donà dalle Rose, creando un percorso intimo e poetico che sembra voler condurre per mano il visitatore lungo un viaggio introspettivo, compiuto attraverso l’incontro con l’Altro, nella confluenza di mondi apparentemente lontani dove convergono memorie mitologiche e desiderio di futuro, con il proposito di un nuovo inizio, un comune punto di partenza”.
Il lavoro di Liu Youju trae origine dall’arte tradizionale cinese, specialmente dalla calligrafia, ma al contempo vi sono rintracciabili suggestioni occidentali, dall’Impressionismo all’Astrattismo, fino a confluire in uno stile personale, l’Illusionismo, così definito dall’artista stesso, risultato del confronto e della contaminazione con altre esperienze artistiche. Alcune tele, caratterizzate da forte espressività, ricerca di armonia e un’aurea di mistero, intendono esprimere un sentimento d’indignazione per le offese recate alla Natura. In “Man and Nature”, “The Red Gene”, “A Red Cassock” l’elemento antropomorfo non è soltanto suggerito dal titolo ma percepito immediatamente dal nostro sguardo, divenendone punto di riferimento.
L’artista conduce una riflessione sull’esistenza, sulle emozioni incostanti degli esseri umani, sul rapporto quotidiano con l’Altro, con il mondo, con il proprio passato, con i condizionanti archetipi culturali, le paure più profonde e ciò che le ha determinate. In “Penglai Fairy Pavilion” affiorano elementi riconducibili alla mitologia cinese, al Monte Penglai, una terra mistica in cui si narra vivessero gli Otto Immortali, dove non esistevano dolori e inverni, dove i bicchieri di vino non si esaurivano mai e frutti magici erano in grado di guarire ogni male e conferire l’eterna giovinezza; in “Music From Tang Dynasty” si rammenta l’epoca della storia cinese che vide protagonista la dinastia Tang (618-907) durante la quale, per 289 anni di regno, l’arte raggiunse livelli elevatissimi in ambito pittorico e scultoreo. Ci sono momenti in cui la riflessione e la ricerca compiuta vengono condivise con il pubblico e costituiscono occasione per interrogarci sulla contemporaneità, sull’importanza del dialogo, sull’imprescindibile rapporto dialettico tra gli esseri umani e la Natura, sull’attualità dell’arte e sul ruolo che essa esercita anche in ambito sociale. Questo intento è rintracciabile nelle opere “Dialogue”, “Stand Upright”, “Morning Rhyme”, “Sunrise”, “Colorful Jungle”.
Palazzo Donà dalle Rose
Galleria dei Dogi
Fondamenta Nove, 5038
30121 | Venezia
www.fondazionedonadallerose.org
La mostra è visitabile fino al 15 agosto 2024 nei seguenti orari:
Dal martedì alla domenica: dalle ore 11.00 alle ore 19.00.
Lunedì chiuso. Ingress