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OPER/IN/A BOTTLE, dom 19/5 (ore 17) Teatro di Fiesole (Firenze) – Debutta La nuova opera di Massimo Buffetti

Voce recitante Alessandra Bedino - Ensemble Fabbrica del nulla

La nuova opera di Massimo Buffetti in scena al Teatro di Fiesole
 
Testo, musica, danza e visual. Il viaggio che tutti noi abbiamo
compiuto dal momento del concepimento a quello della nascita

Domenica 19 maggio 2024 – ore 17
Teatro di Fiesole – Largo Piero Farulli, 1 – Fiesole – Firenze

Oper/in/a Bottle
Di Massimo Buffetti
Coreografia di Arianna Benedetti
Digital design compagnia TPO – Davide Venturini, Rossano Monti e ArtMeet – diretta da Sandro Nardoni
Voce recitante Alessandra Bedino
Danzatori Federica Cangiano, Rita Carrara, Lisa Piccioli e Lorenzo Buffo Blin
Ensemble Fabbrica del nulla

Voce Barbara Eramo – flauti Stefano Agostini – clarinetti Carlo Failli – chitarre Luca Guidi – Pianoforte, composizione e libretto Massimo Buffetti – suono Rob Nigro
Costumi danza Santi Rinciari – progetto luci Gabriele Termine
Produzione Spring Art Development, con il contributo di autorivari

L’affascinante racconto del viaggio che tutti noi abbiamo compiuto dal momento del concepimento a quello della nascita, questo è “Oper/in/a Bottle”, lo spettacolo in scena al Teatro di Fiesole domenica 19 maggio alle 17. A firmare quest’opera è il compositore e pianista Massimo Buffetti, che con questo lavoro, una sorta di ‘opéra-ballet’ dei nostri tempi, racconta l’esperienza dell’affacciarsi alla vita.

I biglietti (17,50 e 13 euro, esclusi diritti di prevendita) sono disponibili sul sito del teatro www.teatrodifiesole.it, su www.ticketone.it (tel. 892 101) e nei punti Box Office Toscana (www.boxofficetoscana.it/punti-vendita – tel. 055 210804). È previsto uno sconto per studenti e iscritti alle scuole di danza e musica. Info: www.teatrodifiesole.it/class/oper-in-a-bottle

Dopo l’anteprima al Politeama di Prato, quella ospitata a Fiesole è una nuova versione impreziosita dalla presenza in scena dell’attrice Alessandra Bedino e della cantante Barbara Eramo, con il contributo del giovane talento della danza Lorenzo Buffo Blin.

Accostato a un lungo viaggio aereo transoceanico, il racconto è introdotto da due citazioni tratte da “Il codice dell’anima” di James Hillmann e da “Giuseppe e i suoi fratelli – Le storie di Giacobbe” di Thomas Mann, salvo poi snodarsi attraverso pillole testuali a esprimere stati d’animo, considerazioni e riflessioni in merito, ispirati a studi, ricerche e usi popolari esistenti tanto nel pensiero occidentale quanto in quello orientale.
Il fil rouge della storia gravita intorno alla figura del futuro neonato, rappresentato nella danza, con le coreografie di Arianna Benedetti ambientate in una scena immersiva fatta di musica e ‘visual’ a cura di TPO, con Davide Venturini e Rossano Monti, e ArtMeet con Sandro Nardoni.

Scritto per l’ensemble Fabbrica del nulla, va in scena con i musicisti del gruppo, composto da Stefano Agostini (flauto), Carlo Failli (clarinetto), Luca Guidi (chitarra), Massimo Buffetti (pianoforte) e Rob Nigro (suono). Non un “Message in a bottle”, bensì un “Oper/in/a Bottle”.

La stagione teatrale 2023/2024 del Teatro di Fiesole è realizzata con il sostegno di Dorin, Banca Cambiano 1884, Unicoop Firenze e Stefano Ricci.
Info www.teatrodifiesole.it. Per chi viene in auto, si consigliano i parcheggi di piazza del Mercato (a pagamento) e di via delle Mura Etrusche (gratuito, a meno 5 minuti a piedi dal teatro).


NOTA DELL’AUTORE – Nel costruire un racconto in musica oggi, specie l’improbabile narrazione del periodo che tutti noi abbiamo trascorso nel ventre materno, bisogna giocoforza fare i conti con le difficoltà legate al tentativo di ricostruire un’armonia nuova, salvo poi scontrarsi inevitabilmente con gli enormi limiti espressivi attuali, tanto personali che generalizzati. É difficile oggi andare nel profondo delle cose, forse impossibile, almeno per chi scrive. Si può però cercare di accarezzare l’argomento e rispettare, riflettendola, questa difficoltà affidandosi a mezzi espressivi idonei. Pur senza abbandonare completamente gli stilemi e i criteri armonico-compositivi che hanno reso grandioso il periodo romantico con tutto ciò che lo ha preceduto e immediatamente seguito, e pur cercando di cogliere alcuni degli elementi di rottura che hanno in seguito caratterizzato musicalmente la disgregazione del sistema tonale e che sono stati talvolta oggetto di tentativi di ricostruzione di nuovi sistemi e/o idiomi musicali, ho voluto mantenere presente la grande e importante lezione improvvisativa, jazzistica e non, come ulteriore mezzo, in aggiunta ai precedenti citati, per affrontare il lavoro che intendevo fare. Questo tanto dal punto di vista dell’impostazione strutturale e formale, quanto da quello espressivo anche in conseguenza della scelta di organico e tipo di ‘orchestrazione’. Non mi è sembrato possibile pretendere di affermare ‘verità’ musicali decise o identificabili, qualunque esse potessero essere e non ho potuto far altro che cercare di volare intorno alla materia che intendevo trattare, con la massima lievità possibile ben conscio dei miei limiti personali, ma anche di quelli della nostra epoca generazionale. Significativa quanto necessaria è stata la ricerca della complicità negli importanti contributi di danza e ‘visual’. La prima probabilmente in una fase storica di sviluppo/inviluppo forse simile a quella del mondo musicale. La seconda invece è forse l’elemento che più rappresenta la nostra epoca in quanto sviluppatosi in tempi relativamente recenti rispetto alle precedenti forme espressive citate. Sta di fatto che mi è parso logico e sensato accarezzarsi idealmente quel ventre, musicalmente parlando, attraverso idee, concetti e usanze rituali provenienti tanto dal mondo occidentale che da quello orientale, senza poterne più di tanto penetrare la sacralità. Un tempio al fine inviolabile dall’esterno, nonostante tutto e tutti, però forse utile da indagare e, per certi versi, ‘celebrare’. Per farlo ho avuto l’immensa fortuna e l’enorme piacere di poter affrontare lo sviluppo e la realizzazione del progetto insieme a Persone importanti, oltre che impeccabili professionisti con i quali ho potuto, chi da più tempo, chi più recentemente, intraprendere e sviluppare un percorso di ricerca comune che considero un enorme arricchimento umano e professionale e ai quali va un sentito e riconoscente Grazie.

Massimo Buffetti


SINOSSI – C’è un momento in cui, per una concomitanza di cause e una buona dose di mistero, qualcosa di straordinario accade. É il momento del concepimento. In quell’attimo avviene la connessione tra il mistero e l’umano. Forse si giunge dal cosmo o dall’infinito e il viaggio, ci piace immaginare, è lento e siderale. Ciascuno di noi ha vissuto, da protagonista, questo straordinario processo di creazione attraverso il quale siamo giunti al mondo. Alcuni possono viverlo nuovamente, ma dall’esterno, come genitori. Cercare di intraprendere questa fondamentale esperienza con la necessaria consapevolezza e attenzione ci sembra utile a porre le basi per la costruzione di una società migliore.
Focalizzare l’attenzione su questo viaggio che tutti abbiamo compiuto, dal momento del concepimento fino a un attimo prima della nascita, è l’obiettivo di questo lavoro espresso in forma di video/danza/opera musicale. Per farlo ci si è avvalsi dell’aiuto di alcuni testi tratti da studiosi e pensatori di diverse aree geografiche e della ricerca di suoni, sonorità e vissuti che potessero aiutare a calarsi nella dimensione che si è cercato di raccontare. Gran parte dei suoni utilizzati scaturiscono dalla ricerca svolta sul campo e nel tempo al fine di individuare le sonorità più adatte su cui costruire il resto della musica idonea a rappresentare quanto narrato.
Preceduto da un prologo e da una onirica prefazione [scene 1 e 2], il percorso intrapreso potrebbe essere accostato a un lungo viaggio aereo transoceanico. Dal momento della sveglia, di primo mattino [scena 3, Check in Alarm Clock], ancora storditi, si giunge all’aeroporto dopo il tragitto in taxi, di notte. Entriamo e, travolti da luci abbaglianti, annunci, voci, rumori, persone [scena 4, Check in Airport] ci indirizziamo al ‘check in’. Una volta imbarcati [5, On Board], il disagio legato alla nuova condizione. Poi il decollo [6, Take off], con la formazione del cuore. La vita comincia a prendere forma e la percezione dell’ambiente in cui ci si trova mediante la relazione con le vibrazioni del cuore della propria madre [7, Flying/Vibrazioni]. Un lungo, quasi interminabile volo. La madre si accarezza il ventre dall’esterno e vive in simbiosi con il nascituro questo processo di crescita delle varie componenti vitali [8, Flying Mother]. Il bambino è ormai formato, trova anche il tempo di giocare [9, Game on], ma il momento di pensare all’uscita si avvicina. Bisogna Prepararsi all’atterraggio [scena 10]. Ci siamo, tensione, curiosità, paura, bisogna prendere coraggio [11, La fine dell’inizio]. Ci si può infine proiettare, danzando, sognando la nuova vita che ci attende e avviarci così verso l’uscita [12, La via dell’uscita].
In sostanza, una ‘bottiglia’ in forma di Opera con all’interno il contenuto fatto di testi, musica, danza e visual quale messaggio da affidare al mare della nostra esistenza terrena. Da qui il titolo.


Info Teatro di Fiesole
Teatro di Fiesole – Largo Piero Farulli, 1- Fiesole – Firenze
www.teatrodifiesole.itinfo@teatrodifiesole.it

Con il sostegno di
Dorin
Banca Cambiano 1884
Unicoop Firenze
Stefano Ricci

Prevendite
Sito ufficiale www.teatrodifiesole.it.
Box Office Toscana www.boxofficetoscana.it (tel. 055.210804)
Ticket One www.ticketone.it (tel. 892.101)

Ufficio stampa
marco@mannuccionline.com – cell. 347798517

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