Visibilità e Memoria, Abito e Ricordo. Laboratorio di Teatro Poetico e Scrittura/3-4-5 maggio 2024
VISIBILITÀ E MEMORIA, ABITO E RICORDO
LABORATORIO DI TEATRO POETICO E SCRITTURA
conducono
PATRIZIA MENICHELLI
Artista, performer, costumista e regista
ALESSANDRA BEDINO
Attrice, autrice di teatro e regista
Venerdì 3 maggio dalle 16:00 alle 20:00
Sabato 4 maggio dalle 10:00 alle 20:00
Domenica 5 maggio dalle 10:00 alle 17:00
Il workshop si svolgerà in presenza presso lo Spazio Arti e Gestalt di via del Guarlone 67/a Firenze..
Questa proposta di teatro intimo poetico a cura di Patrizia Menichelli mira a creare un’esperienza e poi una riflessione sul tema dell’identità, con un percorso di lavoro ludico e artistico sulla percezione del confine, della pelle come membrana, come ponte tra due mondi, come limite o soglia. L’idea che motiva il laboratorio è quella di approfondire l’immaginario personale e collettivo attraverso il linguaggio comune, quello dei sensi, per raccontare poeticamente agli altri noi stessi, sperimentare una comunicazione poetica diversa, attraverso la poesia del corpo (prima pelle) e dell’abito (seconda pelle). L’esperienza si sviluppa quindi come un “esercizio di memoria intima” attorno a questi due tipi di “pelle”.
L’immaginazione
La pelle ci porta a fare pratica di sconfinamento, approfondendo la nostra immaginazione.
Per poter raccontare poeticamente noi stessi agli altri, occorre tornare a immaginare se stessi.
Per cominciare, dobbiamo comprendere il significato dell’immaginazione. Questa parola deriva dal latino imaginatio che significa “azione ed effetto di formare una figura mentale”.
“Comprendere come funziona e imparare a svilupparla è il miglior regalo che possiamo farci. Il processo di immaginazione può svilupparsi in due possibili direzioni: dalla parola all’immagine (ad esempio quando leggiamo un libro) e dall’immagine visiva al testo (ad esempio quando guardiamo un film o a teatro).”- Italo Calvino “Visibilità- Lezioni Americane”.
Nel laboratorio esploriamo anche un’altra via, per esempio a partire dal contatto con un’altra persona come nasce un immagine? Oppure come approfondire la nostra incarnazione attraverso il tatto?
Quanto i sensi, la riflessione e l’esplorazione ci aiutano a consolidare le nostre immagini interiori?
Funzione poetica dell’abito
Comunicazione: qualunque sia il linguaggio utilizzato, ha bisogno di novità, della forza dei segni perché dicano più di quello che hanno detto finora, per superare la barriera dell’ovvio.
R. Jakobson qualifica correttamente questa funzione con l’aggettivo poetica. Infatti è il poeta nel caso delle parole, l’artista nel caso degli altri linguaggi, a rinnovare e mantenere vivo il flusso della comunicazione.
La poetica è un atteggiamento, una pratica di relazione con il mondo. L’abito è uno strumento della nostra quotidianità che permettere una comunicazione discreta, sottile oppure esagerata. Quali sono i”segni” che comunichiamo con il nostro “vestire” quotidiano?
Esercizi
Partendo dal valore dell’immagine sensoriale della pelle-abito lavoriamo lasciando emergere le parole, cioè dall’immagine e dal contatto verso la parola.
Dapprima ci sono vari giochi, volti ad ampliare il nostro ascolto sensibile, suggeriscono un diverso contatto con il nostro corpo e la nostra memoria corporea. Diventiamo più coscienti, più presenti e iniziamo a intuire e riconoscere il linguaggio del corpo attraverso i primi esercizi sensoriali, individuali e collettivi. Ciascun gruppo di esercizi avrà momenti di riflessioni teoriche.
Successivamente seguiamo un percorso immaginativo e sensoriale attraverso il nostro corpo, soprattutto il percorso della memoria, come un Essere che si sviluppa dal suo interno arriviamo alla nostra prima pelle, l’epidermide, che disegna il nostro confine, ci racchiude, ci separa e ci unisce al mondo. L’epidermide ci aiuta durante la nostra crescita a generare la nostra identità, ci ricorda chi siamo, cosa abbiamo vissuto, cosa desideriamo. Spostando la nostra attenzione dalla pelle all’abito, diventiamo più consapevoli di come ci conformiamo, ci nascondiamo, ci mostriamo, ci raccontiamo o di come a volte l’abito ci connette con forme mentali estranee, allontanandoci dalla possibilità di esprimere veramente chi siamo .
Durante il corso verrà chiesto ai partecipanti di portare alcuni indumenti personali.
Il percorso prosegue domenica a cura di Alessandra Bedino utilizzando lo strumento della scrittura creativa per esplorare le diverse direzioni dell’immaginazione: dall’immagine alla parola e viceversa.
L’abito come rivelazione e mascheramento dell’identità.
A partire dalle esperienze personali dei due giorni precedenti, ma anche da suggerimenti letterari, cercheremo di trasferire sulla pagina le nostre scoperte o immaginazioni, continuando a esercitare lo “sguardo poetico” su noi stessi e sugli altri.
Per prezzi, informazioni ed iscrizioni info@azionicontaminazioni.it
PATRIZIA MENICHELLI
Artista, performer, costumista e regista, sviluppa processi formativi artistici e teatrali, in contesti diversi a livello locale e internazionale.
Ricercatrice di metodologie sensoriali è particolarmente interessata all’applicazione dei linguaggi sensoriali e alle loro poetiche nel campo teatrale e in altri ambiti, come quello educativo. Lavora in teatro dal 1983. Dal 1996 al 2023 è stata artista-ricercatrice stabile per la compagnia Teatro de los Sentidos di Barcellona diretta dal Maestro E.Vargas; ha seguito le tournée internazionali del gruppo per molti anni; è stata insegnante e coordinatrice nella Escuela de los Sentidos e coordinatrice artistica della compagnia dal 2008 al 2015. Continua a tenere laboratori sul metodo del teatro poetico sensoriale e insegna al Master di primo livello dell’Università di Girona Udg “Linguaggio Sensoriale e Poetica del Gioco”. I suoi ambiti di interesse sono rappresentati anche dalla creazione e costruzione del personaggio attraverso la maschera e il costume, i loro significati e il rapporto con lo spazio immaginario che l’attore “abita”, costruisce percorsi attraverso la drammaturgia sensoriale. Altri ambiti di ricerca sono rappresentati dalla poetica dei materiali, dalla poetica degli oggetti in ambito teatrale ed esperienziale e dalla poesia del quotidiano.
In Italia dirige Arcadia Ars In e realizza progetti indipendenti, educativi e performativi, di teatro e arte attraverso una metodologia multidisciplinaria e in collaborazioni con altri artisti provenienti da una matrice comune. Le sue ultime creazioni sono “Rumori di Passi sul Con-Fine d’Acqua” assieme a Giovanna Pezzullo – “Vicinanza: Memoria Viva”- “Riposare nella Vastità” in collaborazione con Angela Trentanovi.
ALESSANDRA BEDINO
Attrice e autrice di teatro, regista, formatrice teatrale. Lavora con molte compagnie teatrali tra cui Atto Due – Laboratorio Nove, Teatro Metastasio, EsTeatro, Teatro Archètipo, RumorBianc(0).
Tra gli ultimi spettacoli: The Approach, di Mark O’Rowe, regia Andrea Macaluso, Festival Intercity Dublin; Le donne di Shakespeare, drammaturgia originale di Camilla Mattiuzzo, regia Chiara Renzi, RumorBianc(0); Le presidentesse di Werner Schwab, regia Riccardo Massai; La Casa sognata, conversazioni telefoniche per un teatro intimo, progetto selezionato nell’ambito di “Così remoti, così vicini – Nuove idee per un teatro a distanza” di Fondazione Toscana Spettacolo e Regione Toscana.
Porta in scena monologhi di cui è anche autrice: La Signora Pirandello; Tanto Gentile, sulla figura femminile attraverso la letteratura; Lettera alla madre, dal romanzo di Edith Bruck; Windy racconta, sciampo, forbici e pazienza, dal romanzo di Lars Gustafsson; La fabbrica delle donne.
La Segreteria