Proteste agricoltori: Confedercontribuenti, Lollobrigida si dimetta. Ministero macchiato da un palese conflitto di interessi
Proteste agricoltori: Confedercontribuenti, Lollobrigida si dimetta. Ministero macchiato da un palese conflitto di interessi
Finocchiaro, da tutto il governo pura demagogia sul taglio delle tasse. Imprese devono opporsi a questa politica scellerata
Roma, 5 Febbraio 2024 – Si deve dare al comparto dell’agricoltura un ministro autorevole, per questo Francesco Lollobrigida deve dimettersi. Lo chiede Confedercontribuenti, sottolineando che è giunto il momento di contestare tutti i bluff del governo sull’abbattimento della pressione fiscale. “Il centrodestra – commenta il presidente della Confederazione Carmelo Finocchiaro – è arrivato alla guida dell’Italia forte di una promessa, ovvero che sulle tasse si sarebbe posto in totale discontinuità con i governi del passato. Dopo un anno e mezzo queste promesse si sono dimostrate quello che erano, pura demagogia”.
“Il ministro dell’Agricoltura sembra solamente uno showman, ma non è assolutamente in grado di dare un cambio di passo al comparto – prosegue Finocchiaro. – Il suo Ministero è macchiato da un conflitto di interessi evidente: invece di dare ascolto alle esigenze dei produttori primari, degli agricoltori, ha seguito le indicazioni dell’industria agroalimentare che, avendo risorse e potenza finanziaria, determina la politica dei prezzi. Il Ministero si è lasciato guidare dalla Coldiretti, solo che adesso anche Prandini si è schierata dalla parte degli agricoltori. E allora Lollobrigida che fa? Tenta di scaricare le sue incapacità e l’aumento della pressione fiscale su Bruxelles. È un falso storico immenso: l’Europa sta distribuendo risorse ingenti al settore grazie alla PAC”.
Mentre gli agricoltori si dirigono verso Roma, Confedercontribuenti ricorda che l’aumento della pressione fiscale non colpisce il solo comparto agricolo, ma anche benzinai, locatori, il mondo delle imprese e i professionisti. Il governo Meloni ha aumentato le tasse per i lavoratori che tornano in Italia dopo aver vissuto alcuni anni all’estero. Ha reintrodotto imposta di registro, ipotecaria, catastale, sostitutiva di bollo e Iva per gli under 36 che acquistano la prima casa. Ha aumentato l’Iva su pannolini, latte in polvere, prodotti per la prima infanzia e seggiolini. Ha aumentato di 5 punti la cedolare secca sulle locazioni brevi. Ha aumentato l’imposta sul valore degli immobili situati all’estero. Ha raddoppiato l’aliquota per i prodotti finanziari detenuti in Stati a regime fiscale privilegiato. Ha introdotto una tassazione al 26 per cento sulle plusvalenze realizzate da chi vende un immobile che ha beneficiato del Superbonus. Ha cancellato il dimezzamento dell’Iva per chi acquista case green. Ha depotenziato il bonus sui mobili. E ha aumentato le addizionali regionali e comunali per compensare il taglio provvisorio dell’Irpef.
“I ministri di questo governo – prosegue Finocchiaro – dal palco gridano alla lotta contro il caro-tasse e dall’altro colpiscono i ceti produttivi. Intendiamo chiamare a raccolta tutte le imprese italiane, per organizzare una chiara opposizione contro questa politica scellerata” conclude.
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