Piano Mirato di Prevenzione in Agricoltura. Formazione sull’uso dei fitofarmaci per operatori del distretto florovivaistico di Pistoia. Domani al San Jacopo
Domani al San Jacopo
Piano Mirato di Prevenzione in Agricoltura
La giornata di formazione sull’uso dei fitofarmaci rivolta agli operatori del distretto florovivaistico di Pistoia
L’evento domani all’Ospedale di Pistoia
Pistoia – Si svolgerà domani (martedi 23 gennaio dalle ore 9 alle 17) nella Sala Cinzia Lupi dell’Ospedale di Pistoia una giornata di formazione rivolta agli operatori del distretto florovivaistico promossa ed organizzata dal Dipartimento di Prevenzione dell’Azienda USL Tc, diretto dal dottor Renzo Berti, nell’ambito del Piano Mirato di Prevenzione in Agricoltura previsto dalla regione Toscana: il modello territoriale partecipativo di assistenza e supporto alle imprese nella prevenzione dei rischi per la salute e la sicurezza sul lavoro secondo un percorso specifico nel quale sono previste numerose azioni.
L’evento formativo richiamerà numerose presenze del settore: oltre agli addetti del comparto, gli operatori professionali, coinvolti a vario titolo nella filiera del florovivaismo, comprese le associazioni di categoria agricole e del commercio fino ai sindacati.
La giornata è stata in particolare organizzata dal dottor Pier Luigi Farina, direttore della unità funzionale Prevenzione e Sicurezza nei luoghi di Lavoro di Pistoia, che a sua volta afferisce all’Area aziendale diretta dal dottor Luigi Mauro.
Faina ha sottolineato che “sarà l’occasione per presentare anche alcuni punti fermi e linee di indirizzo, che saranno prossimamente redatte, sul corretto uso dei fitofarmaci nei vivai”.
A tal proposito saranno numerosi i relatori dell’Azienda Sanitaria che si alterneranno portando il loro contributo informativo e formativo.
Il Piano Mirato di Prevenzione ha tra i suoi obiettivi specifici quello di focalizzarsi sul rischio di esposizione ai prodotti fitosanitari, attraverso un lavoro multidisciplinare che coinvolge le strutture organizzative regionali (sanità, agricoltura, ambiente e formazione-lavoro) e le strutture aziendali territoriali (servizi PISLL, IPN, SPVSA), considerato che tali prodotti possono costituire un grave rischio per la salute umana, la sicurezza sui luoghi di lavoro, gli alimenti, le acque e l’ambiente.
“Le azioni – spiega il dottor Mauro- riguardano interventi di informazione e assistenza e percorsi di formazione rivolti alle imprese ed alle figure della prevenzione, oltre che agli operatori ASL, la diffusione delle Buone Pratiche, condivise con le parti sociali, per la gestione e riduzione del rischio di esposizione occupazionale e paraoccupazione ai prodotti fitosanitari, per la riduzione del rischio legato all’utilizzo delle attrezzature agricole, la sensibilizzazione per il contrasto al lavoro irregolare. Inoltre sono previsti i controlli, svolti a carattere intersettoriale, per la verifica dell’efficacia dell’intervento di prevenzione effettuato dalle imprese, ai fini della tutela della salute e sicurezza nel settore.
Molto si sta facendo anche sul piano comunicativo con la diffusione di materiale informativo anche attraverso l’utilizzo di portali web istituzional”.
Nel quinquennio 2015-2019 sono state registrate in Toscana 15.301 denunce di infortunio in occasione di lavoro riferibili al comparto agricoltura; il 24% ha riguardato la AUSL centro.
Il comparto agricolo è uno dei settori produttivi a maggior rischio di infortuni per la sua elevata meccanizzazione.
Il profilo di salute e di equità evidenzia un progressivo invecchiamento della popolazione lavorativa e l’aumento dell’incidenza degli eventi nella fascia di età degli ultra-sessantacinquenni.
Tra i fattori di rischio un rilievo particolare assumono i Prodotti Fitosanitari (di seguito PF) la cui immissione nell’ambiente determina la possibilità di esposizione anche al di fuori del ristretto ambito occupazionale. L’evoluzione normativa a livello nazionale ed europeo ha portato da un lato alla dismissione dei prodotti più pericolosi ed aumento dei prodotti “non classificabili” e, dall’altro a una più diffusa formazione degli agricoltori volta alla tutela propria e del proprio ambiente di vita e dell’ambiente più generale. Inoltre i PF in uso attualmente, una volta introdotti nell’ambiente, sono relativamente labili e non persistono per lunghi periodi di tempo; tuttavia il loro vasto impiego comporta, in mancanza delle dovute cautele, l’esposizione a bassi livelli nell’ambiente di vita dell’utilizzatore con esposizione para-occupazionale derivante dal contatto di altri familiari con indumenti, scarpe o zone di cute sporchi.
Giornalista, Ufficio Stampa AUSL Toscana centro
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