Felicità turbate alla Certosa del Galluzzo tra Pontormo e Luzi
Di nuovo in scena, a quasi 30 anni dalla sua prima rappresentazione, grazie alla Compagnia Lombardi-Tiezzi
L’anno poi 1523 (stile moderno, ndr) essendo in Firenze un poco di peste, e però partendosi molti per fuggire quel morbo contagiosissimo e salvarsi, si porse occasione a Iacopo d’alontanarsi alquanto e fuggire la città. Perché avendo un priore della Certosa, luogo stato edificato dagl’Acciaiuoli fuor di Firenze tre miglia, a far fare alcune pitture a fresco ne’ canti d’un bellissimo e grandissimo chiostro che circonda un prato, gli fu messo per le mani Iacopo; per che avendolo fatto ricercare e egli avendo molto volentieri in quel tempo accettata l’opera, se n’andò a Certosa, menando seco il Bronzino solamente. E gustato quel modo di vivere, quella quiete, quel silenzio e quella solitudine (tutte cose secondo il genio e natura di Iacopo), pensò con quella occasione fare nelle cose dell’arti uno sforzo di studio e mostrare al mondo avere acquistato maggior perfezione e variata maniera da quelle cose che avea fatto prima.
Giorgio Vasari, Le Vite, 1568
Così scriveva Giorgio Vasari ne “Le vite” trattando della biografia di Jacopo Pontormo e ricordando la “fuga” dell’artista da Firenze verso la Certosa del Galluzzo, accompagnato solo dal Bronzino che allora era un giovanissimo allievo, per sfuggire all’epidemia di peste che si era diffusa nel 1523.
In occasione del quinto centenario della calamità a Firenze, la Comunità di San Leolino, su proposta di Antonio Natali (già Direttore della Galleria degli Uffizi) ha chiesto alla Compagnia Lombardi-Tiezzi di riportare nuovamente in scena – a quasi 30 anni dalla sua prima rappresentazione – Felicità turbate, il testo che Mario Luzi scrisse su richiesta di Federico Tiezzi sulla figura del grande pittore “della maniera moderna” Jacopo Pontormo e che esordì al Maggio Musicale Fiorentino del 1995 costituendo un tassello importante della lunga collaborazione tra il poeta di Castello e il regista della Compagnia Lombardi-Tiezzi.
Realizzato grazie all’intervento della Fondazione Cassa di Risparmio di San Miniato, lo spettacolo che apre il programma d’autunno della Comunità di San Leolino si terrà sabato 21 ottobre alle ore 21 nella sala grande della Pinacoteca della Certosa di Firenze – proprio là dove “i fatti” si svolsero 500 anni fa -, con ingresso libero fino a esaurimento dei posti disponibili.
Tra l’altro, Felicità turbate fu per Tiezzi l’occasione di coinvolgere, in una triangolazione ideale, anche il compositore Giacomo Manzoni (altro suo storico collaboratore), cui fu affidata la scrittura di una serie di brani per quartetto d’archi.
«La Certosa di Firenze – dice Padre Carmelo Mezzasalma, fondatore e superiore della Comunità di San Leolino – dalla sua fondazione trecentesca a opera di Niccolò Acciaiuoli, nei secoli è andata arricchendosi di innumerevoli opere d’arte che ne hanno esaltato la funzione di luogo di silenzio e di incontro con Dio. Tra di esse, gli affreschi del Pontormo costituiscono le opere certamente più rilevanti e preziose. Rievocarne la realizzazione, proprio in un anno terribile di peste, cinquecento anni fa, ci aiuta a fare tesoro di una verità preziosa: abbiamo bisogno della bellezza per vivere e per crescere. Ed è altresì importante fare memoria dell’arte con l’arte, grazie alla poesia di Mario Luzi, la musica di Giacomo Manzoni, il teatro di Federico Tiezzi e Sandro Lombardi. In questo modo, la Certosa continua a essere un luogo di umanità e di bellezza, così come sogna il Dio del vangelo per ogni angolo del mondo».
Lo spettacolo
Con la produzione della Compagnia Lombardi-Tiezzi, Felicità turbate di Mario Luzi sarà un concerto per sette voci a cura di Federico Tiezzi, con Sandro Lombardi insieme a Valentina Corrao, Francesca Della Monica, Valentina Elia, Annibale Pavone, David Riondino, Debora Zuin accompagnati dal quartetto d’archi dell’Orchestra Sinfonica Florentia.
Per Luzi, si trattò di occuparsi del capofila di quella «maniera moderna» succeduta agli splendori del Rinascimento: infatti secondo le parole del Vasari, Jacopo Carucci detto il Pontormo è «uomo fantastico e solitario», una figura di grande fascino e tuttavia sfuggente, come sospesa tra storia e leggenda. Confidò Mario Luzi: «Avventurarsi in quella voragine, questo prese a eccitare la mia immaginazione. Ritrovare lungo quella vaghezza di tracce e di segni il profilo di un artista e la sostanza di una vita mi sembrò la posta di una scommessa assai fascinosa».
A distanza di quasi trent’anni dall’andata in scena di quello spettacolo, riproporre oggi, in questi tempi ancora più inquieti e ombrosi, questa sorta di ritratto d’artista da vecchio che restituisce vita ed emozioni a un genio smarrito, consente una riflessione sui dolorosi enigmi e sulle folgorazioni della creazione artistica e, insieme, getta uno sguardo impietoso sull’incontro-scontro tra questa e il potere politico.
«A distanza di circa trent’anni dall’andata in scena di quello spettacolo – dice Sandro Lombardi -, riproporre oggi, in questi tempi ancora più inquieti e ombrosi, questa sorta di ritratto d’artista da vecchio che restituisce vita ed emozioni ad un genio smarrito, consente una riflessione sui dolorosi enigmi e sulle folgorazioni della creazione artistica e, insieme, getta uno sguardo impietoso sull’incontro-scontro tra questa e il potere politico».
«Uscire dalla cornice, in modo da offrire a coloro senza cui non si dà il rito del teatro, e cioè attori e spettatori, l’opportunità di un’esperienza inedita – aggiunge Federico Tiezzi -. Si tratta d’innescare una chiave di lettura inedita per determinati testi che, spostati dal palcoscenico a luoghi altri, luoghi con spessori culturali e sociali di natura particolare, vengono amplificati e ripotenziati drammaturgicamente».
Il sodalizio Luzi – Tiezzi – Lombardi
La collaborazione tra il regista, l’attore e Mario Luzi era iniziata, sempre per iniziativa di Tiezzi, nel 1990 con una edizione scenico-spettacolare del Purgatorio dantesco e sarebbe poi proseguita con la messa in scena di Viaggio terrestre e celeste di Simone Martini, nel 2004. A tale collaborazione e all’amicizia che ne era nata, Sandro Lombardi dedicò un volumetto edito da Lindau nel 2015, dal titolo Queste assolate tenebre.
Nel 2022 Tiezzi ha realizzato un nuovo allestimento del Purgatorio. La notte lava la mente, in collaborazione con l’Associazione Teatrale Pistoiese, e sostenuto dal Comitato Nazionale per le Celebrazioni del settimo centenario dantesco.
Il legame tra Pontormo e la Certosa
Come Vasari ha tramandato ne Le Vite, per sfuggire alla peste nel 1523 Pontormo si rifugiò alla Certosa, dove trovò uno dei rari momenti di pace; in seguito, terminato l’intervento richiestogli, continuò per qualche anno a frequentarla. Durante questo periodo affrescò alcune lunette del chiostro con cinque scene della Passione di Cristo. Col tempo e a causa dell’esposizione all’aperto le lunette si danneggiarono e nel Novecento furono staccate e posizionate all’interno del complesso monastico. Oggi quelle opere sono poco leggibili, ma fortunatamente sono giunte fino a noi delle copie coeve agli affreschi (dipinte da grandi artisti e tuttora visibili nella Pinacoteca della Certosa), anche se di dimensioni inferiori, che ci permettono di avere una visione d’insieme dell’opera di Pontormo.
INFO
Felicità turbate
di Mario Luzi
Compagnia Lombardi – Tiezzi
21.10.2023 ore 21
Certosa di Firenze, via della Certosa 1, Galluzzo, Firenze
(posizione: https://goo.gl/maps/W9tRUyvVBjiUuFuv5)
Ingresso gratuito
Telefono +39 055 2047729
www.certosadifirenze.itcertosanews@gmail.com
Certosa: aperta tutti i giorni (escluso lunedì e domenica mattina) ore 10-12 | 15-18
Ingresso 8 euro; nel prezzo è compresa anche la visita guidata della Certosa tutti i giorni – escluso lunedì e domenica mattina – alle 10, 11, 15, 16.