GIOVANI PROTAGONISTI DELLE CELEBRAZIONI PER LA LIBERAZIONE
Giovani protagonisti delle celebrazioni per la Liberazione
L’inno di Mameli, seguito da quello degli Stati Uniti d’America, ha aperto le celebrazioni di piazza Statuto per il 79° anniversario della liberazione di Pietrasanta dalle truppe nazifasciste.
Dopo la deposizione di due corone d’alloro, una al cippo commemorativo in località Osterietta e un’altra in viale Apua, al monumento del soldato alleato Sadao Munemori, autorità civili, militari e religiose, associazioni combattentistiche e d’arma e una delegazione della base americana di Camp Darby si sono raccolte ai piedi del monumento ai caduti della Prima e Seconda guerra mondiale, insieme ai ragazzi della 3° B, 4° A e 5° A del liceo artistico “Stagi” e della 4° A FM dell’istituto tecnico commerciale “Don Lazzeri”.
Ed è proprio a loro che si è rivolta Francesca Bresciani, vicesindaco di Pietrasanta e assessore alla pubblica istruzione, dopo l’omaggio al memoriale: “Porto i saluti del sindaco Alberto Stefano Giovannetti e ringrazio tutti voi, in particolar modo gli studenti, che siete qui a ricordare questo grande giorno per la storia della nostra città. Nel 1944 non era così normale vivere come siamo abituati oggi, prenderci i nostri spazi, dedicarci a quello che più ci piace, esprimere le nostre opinioni: libertà e democrazia, le abbiamo conquistate con il sangue di tante persone e le continuiamo a proteggere grazie alla nostra Costituzione. Ecco perché è importante il ricordo e che voi ne siate testimoni e messaggeri, ogni giorno”.
Paola Brizzolari, presidente del consiglio comunale, ha dato lettura di un documento condiviso da tutte le rappresentanze dei gruppi consiliari che sottolinea come ancora oggi, dopo 79 anni, “abbiamo il dovere di ricordare l’eroismo e la sofferenza di quanti si sacrificarono per consegnarci un Paese libero e democratico. Sta a noi che ricopriamo cariche istituzionali – recita il documento – esaltare il valore della memoria e tenere vivo il ricordo della storia della Nazione. La Costituzione italiana nasce proprio dall’elaborazione di tante sensibilità culturali. Purtroppo, però, non sempre l’uomo riesce a trarre insegnamenti proficui dalla storia e, anziché impegnarsi a superare i contrasti attraverso il dialogo e il confronto, preferisce ricorrere alle armi”.
Il colonnello Alexander Amato ha portato il saluto della comunità di Camp Darby: “Sono onorato di essere qui con voi a celebrare la liberazione di Pietrasanta – ha detto – nostra responsabilità e mia, in particolare, è mantenere sempre vivo il significato di questa giornata affinché certi errori non si commettano più”.
“Pietrasanta ha avuto circa 700 caduti – ha ricordato Giovanni Cipollini, presidente della sezione Versilia di Anpi – queste persone non sono solo numeri ma portano, ognuna, con sé una storia di sofferenza e privazioni. La mia generazione nata alla fine degli anni ‘40 è cresciuta con il racconto di chi la guerra l’ha vissuta ma, col passare del tempo, queste memorie possono svanire e bisogna intensificare il loro ricordo. Pietrasanta ha onorato in tanti modi questa giornata: per ricordarne alcuni, l’omaggio al soldato alleato in viale Apua e l’intitolazione dello stadio comunale”.
La serie di interventi è stata chiusa da Andrea, studente del “Don Lazzeri” che ha parlato a nome di tutti i suoi coetanei: “Vorremmo iniziare con una domanda: cosa ci rende umani? Ognuno di voi avrà una risposta differente. A noi ragazzi, la prima che è venuta in mente è l’essere liberi. La libertà è un valore che talvolta diamo per scontato ed è importante riflettere sul fatto che non tutti hanno avuto la possibilità di goderne. Luoghi a noi vicini e conosciuti, 79 anni fa sono stati oggetto di bombardamenti. Il monumento come quello alle nostre spalle ha la necessità di mantenere viva la memoria. Si possono intuire le tracce delle vite coraggiose di molte donne e molti uomini che affrontarono tante sofferenze: sono catturate nelle pietre che calpestiamo, nei tronchi degli alberi centenari, nei muri graffiati delle case, sono le cicatrici della nostra città che ci ricordano il prezzo pagato per la libertà di cui oggi godiamo”.
Foto Emma Leonardi