Dopo il comunicato del PD sullo stop alla quotazione in borsa, molte sono le voci che si susseguono provenienti da diversi partiti e parti sociali, sulle quali si potrebbe discutere a lungo senza arrivare a nient’altro che a delle semplici ipotesi o speculazioni di convenienza.
Invece adesso sono le evidenze ad essere importanti e la più importante è che quella che in apparenza sembrava una certezza ineluttabile, la quotazione, in realtà è sempre stata una scatola piena di molti dubbi e domande senza risposte ma con una certezza e cioè che i proprietari dei beni comuni dicono che questi devono rimanere nelle sole mani dei Comuni.
Se veramente questo stop è dato, non da esigenze politiche pre elettorali, ma da volontà concrete di mettere finalmente in discussione il progetto di gestione dei servizi per il raggiungimento del suo scopo primario, ovvero quello indicato dai cittadini, sancito dalla costituzione e dalle normative sulla gestione dei beni comuni e sulla partecipazione attiva, allora come prospettato dalle ultime dichiarazioni del PD, diventa chiaro che ci debba essere una reale apertura per approfondire e dialogare non solo all’interno dei partiti, ma soprattutto in sedi pubbliche e accessibili a tutti gli abitanti di tutti i territori interessati, e soprattuto che la politica ed i tecnici accettino nell’analisi tutte le posizioni contrarie alla quotazione cancellando tutti i pregiudizi espressi fin qui su questo tema e su quello delle politiche industriali da perseguire.
Infatti per quanto riguarda temi altrettanto importanti ma che non hanno riportato un adeguato rilievo nelle cronache esiste quello della tipologia impiantistica ipotizzata e della sostenibilità degli investimenti necessari alla sua realizzazione, ma per affrontare in modo serio questa importante discussione è imprescindibile che Alia renda pubblici i suoi piani industriali e non una decina di slide che tutto sono tranne che un piano industriale.
Si riporti quindi la discussione su un piano di serietà e correttezza adeguato all’importanza dei beni e servizi trattati, senza che a nessuno sia più permesso di non rispondere del proprio operato nascondendosi dietro a scuse che non hanno fondamento, secondo le quali sui piani industriali dovrebbe essere mantenuto un segreto a tutela della società di gestione per non dare vantaggi alle altre società concorrenti. Questo non ha senso in una società che può e deve essere totalmente pubblica e trasparente verso abitanti e i sindaci per consentire scelte adeguate e condivise senza l’obbligo di andare a bando di gara.
Ci si imponga sul consiglio di amministrazione che non ritiene più Alia una società sulla quale i sindaci e cittadini possano esercitare un controllo, al il fine di rendere pubblici e accessibili i piani industriali completi e integrali di Alia, in modo da poter affrontare la discussione sulla correttezza degli obiettivi espressi nei piani, passando per le proposte impiantistiche che dovranno essere valutate anche sotto l’aspetto della loro sostenibilità sia ambientale che finanziaria.
Finché il piano industriale di Alia non sarà pubblico l’affermazione secondo la quale “per fare gli investimenti serve la borsa” equivarrà a un ricatto e non a una motivazione.
Allarghiamo con una proposta trasversale il piano di discussione, includendo finalmente tutti i soggetti e gli elementi necessari alla valutazione e costruzione di un progetto che possa realmente blindare i nostri beni e la loro gestione proteggendoli da soggetti industriali di altre regioni, escludendo la borsa e ogni tipo di partecipazione privata all’interno della proprietà.
Si renda pubblico il piano industriale completo e dettagliato di Alia per verificarne gli obiettivi in relazione alle normative vigenti in materia ambientale sociale e conseguentemente alla loro sostenibilità anche economica e occupazionale.
In assenza di tutto questo assisteremo solo a un prologo strumentale della campagna elettorale.
Coordinamento Associazioni No Multiutility