CULTURA

A FABIO PUSTERLA IL 67° PREMIO “CARDUCCI”

Fabio Pusterla con Tremalume (Marcos y Marcos) si è aggiudicato il 67° Premio nazionale di poesia “Giosuè Carducci”, manifestazione promossa dal Comune di Pietrasanta, con il patrocinio di Regione Toscana e Provincia di Lucca. Il poeta del Canton Ticino ha “battuto” la concorrenza di Cristina Alziati con Quarantanove poesie e altri disturbi (Marcos y Marcos) e Antonio Bux con Gemello falso (Avagliano editore), questa la terna finalista che era stata scelta dalla giuria del Premio, presieduta da Ilaria Cipriani e composta da Silvia Bre, Stefano Dal Bianco, Umberto Fiori e Antonio Riccardi.

E’ stato l’attore Neri Marcorè, autentico mattatore della serata in una gremitissima piazza Duomo, a svelare il vincitore dopo due ore di spettacolo che ha offerto alla platea poesia, musica, danza e simpatiche gag anche improvvisate dal conduttore con gli ospiti che, via via, si avvicendavano sul sagrato del Duomo di San Martino.

Dalla recitazione di “Davanti San Guido”, accompagnata dalle movenze sinuose della giovane danzatrice Glenda D’Amanzo, agli omaggi musicali con voce e chitarra per Giorgio Gaber e Ivano Fossati, passando per l’esibizione dei solisti dell’Orchestra da Camera di Bruxelles (grazie alla collaborazione con il Festival “Pietrasanta in Concerto”) fino alla fatidica apertura della busta con il nome del vincitore, Marcorè ha traghettato la serata che ha strappato applausi e tanti sorrisi.

“Una serata coinvolgente nel segno del nostro concittadino Giosuè Carducci – ha dichiarato il sindaco di Pietrasanta, Alberto Stefano Giovannetti – per un abbraccio straordinario di arti, fra poesia, musica, danza e intrattenimento che ci ha regalato un racconto davvero piacevole. Ancora più prezioso grazie a un grande artista come Neri Marcorè che ha fatto proprio della versatilità il suo tratto distintivo. Da parte dell’amministrazione comunale un plauso e un ringraziamento alla presidente del Premio, Ilaria Cipriani e a tutta la giuria, ai nostri infaticabili uffici, agli autori che si sono messi in gioco in questa 67ma edizione e a Don Stefano D’Atri, che ci ha accolto ancora su questo splendido palco naturale”.

“La serata è stata davvero straordinaria e ancora una volta la bellezza dello scenario ha contribuito a renderla più ricca di suggestione. La magnifica piazza di Pietrasanta – sottolinea la presidente Ilaria Cipriani – si è nuovamente riempita di musica, danza e poesia, in un’alternanza di momenti ben orchestrati da un conduttore d’eccellenza come Neri Marcorè. In qualità di Presidente della Giuria del Premio Carducci, inoltre, posso dire che, con la scelta di Fabio Pusterla come vincitore, io e i giurati abbiamo voluto non solo esaltare un’opera di valore assoluto ma anche riconoscere uno dei più interessanti e consolidati percorsi poetici contemporanei”.

L’amministrazione comunale ha omaggiato Neri Marcorè e i tre finalisti del Premio con una copia del libro fotografico “Sguardi”.

Motivazioni della Giuria.

«Tremalume è una parola che ho inventato io – dice Fabio Pusterla a proposito del titolo della sua ultima raccolta di poesie – un neologismo in cui il tremore, la minaccia e la preoccupazione non eliminano affatto la piccola sopravvivenza di un lume, di una minima luce a cui affidarsi».

Tremalume è un libro complesso e articolato, sia sul piano dei temi sia su quello della forma, ma dappertutto si ritrova quel senso di trattenuta inquietudine che caratterizza la poesia di Pusterla. Si attraversano paesaggi desolati e insieme seducenti, carichi di minacce ma anche di tenui promesse, ci si inoltra in luoghi misteriosi, dove «si presente un orrore / o un ardore». Senza mai esplicitarlo del tutto, Pusterla allude a un disastro incombente.

Sul piano compositivo, si osserva in questa raccolta una grande varietà di soluzioni. A prevalere è il poemetto breve, articolato in snelli passaggi. La metrica è molto libera, mai però arbitraria, dissonante o prosastica. Come in altri libri di Pusterla, in Tremalume si avverte una caratteristica tensione tra le situazioni e i paesaggi più ordinari e familiari e «un fremito di praterie / sconfinate, stellari, inaccessibili». Il poeta evoca un tempo immemorabile, presenze arcaiche, primigenie, che sembrano a volte dotate di un potere salvifico, ma che in qualche caso prendono la parola per scagliare maledizioni e profezie apocalittiche. Assieme all’angoscia e all’orrore, però, si affaccia qua e là una speranza, un barlume, quel tremalume riflesso nel titolo di un libro che corona il lungo lavoro di questo autore, tra i più interessanti di oggi.

Emma Leonardi
Emma Leonardi

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Franca Ciari

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