Tradizioni protagoniste: tutto pronto per la 542ª edizione del Volo del Ciuco
L’attesa manifestazione promossa dalla Compagnia di Sant’Andrea si terrà sabato 10 giugno 2023. L’assessora Terreni: “Una delle tradizioni più longeve della nostra città”
EMPOLI – Il ciuco torna a volare. L’appuntamento con l’evento, promosso dalla Compagnia di Sant’Andrea – Volo del ciuco e patrocinato dalla Regione Toscana e dal Comune di Empoli, è per sabato10 giugno 2023, quando andrà in scena l’edizione numero 542 del Volo del Ciuco. L’evento prenderà il via alle 21 con il Corteggio storico: oltre duecento i figuranti che sfileranno per le vie del centro di Empoli, per giungere poi, in piazza Farinata degli Uberti, dove il ciuco verrà fatto volare, dal campanile della Collegiata di Sant’Andrea. L’edizione 2023 è stata presentata nel corso di una conferenza stampa in Palazzo Comunale, alla presenza fra gli altri dell’assessora alla Cultura del Comune di Empoli, Giulia Terreni, di Claudio Del Rosso, presidente della Compagnia di Sant’Andrea – Volo del ciuco, Federico Lavezzo, vicepresidente della Compagnia di Sant’Andrea – Volo del ciuco, di Sandra Losi, consigliere della Compagnia di Sant’Andrea – Volo del ciuco, di Cristina Billeri, rappresentante di Monterappoli, di Paolo Laschetti, per l’associazione Borgo Pontormese, di Antonella Bertelli, docente del liceo artistico Virgilio di Empoli, insieme a una delegazione di studentesse che hanno lavorato alla realizzazione del ciuco, e di Donato Petrizzo, per l’Auser di Empoli.
IL PERCORSO – I figuranti, capeggiati dai tamburini della Compagnia di Sant’Andrea, sfileranno dal Palazzo delle Esposizioni, lungo via Ridolfi, via Giuseppe del Papa, entreranno in piazza Farinata degli Uberti dove, alle 21,15 il proposto di Empoli, don Guido Engel imporrà la benedizione sul ciuco che poi proseguirà il suo percorso lungo via del Giglio fino a Piazza della Vittoria, poi per il primo tratto di via Roma e, di nuovo, percorrerà via Giuseppe del Papa per fare ritorno in Piazza Farinata degli Uberti, per la parte finale della cerimonia.
IL CORTEO – Oltre ai figuranti, saranno ospitati la Contrada di Porta Fiorentina di Cerreto Guidi, con i suoi sbandieratori e i suoi musici, gli Arcieri di Montopoli e l’Armata Zenone (omaggio all’armata Brancaleone) che si esibirà durante il tragitto con cori e versi recitati. In piazza Farinata degli Uberti, in attesa del volo del ciuco, previsto per le 22,30 circa, si esibiranno i tamburini della Compagnia di Sant’Andrea e gli sbandieratori di Porta Fiorentina di Cerreto Guidi, mentre il Giullar Cortese (l’attore umbro Gianluca Foresi) intratterrà il pubblico recitando dei versi.
IL CIUCO – Anche quest’anno, il ciuchino di cartapesta è stato realizzato da un gruppo di studenti del liceo Artistico “Virgilio” di Empoli, sotto la guida esperta e attenta della professoressa Antonella Bertelli. Per i ragazzi si tratta di un percorso didattico nel quale sono impegnati per diversi mesi, prima con lo studio del progetto, poi con la sua realizzazione.
GLI ABITI – C’è stato grande fermento nei giorni scorsi, nella sede della Compagnia di Sant’Andrea, dove i figuranti si sono dati appuntamento per la prova degli abiti da indossare durante la sfilata. Ogni anno ce ne sono di nuovi: per l’edizione 2023 per esempio, sono stati realizzati tre nuovi abiti di nobili e altrettanti per vestire i popolani. A studiarne i modelli e a realizzarli, come sempre, le mani esperti delle donne associate all’Auser di Empoli. Nella realizzazione degli abiti, oltre allo studio dei modelli che si richiamano all’epoca, c’è anche una profonda ricerca delle pregiatissime stoffe.
LA STORIA DEL ‘VOLO‘ – Nel giorno del Corpus Domini un povero asinello veniva portato sul campanile e appeso a una carrucola su una corda, poi veniva fatto ‘volare’ sulla piazza stracolma di gente in festa fino al loggiato del Palazzo Ghibellino dove la povera bestia finiva la sua corsa schiantandosi contro una delle colonne. Da come volava si facevano presagi e previsioni sull’andamento dei raccolti nei campi. Organizzata dalla prima Compagnia di S. Andrea, secondo il poema giocoso di Ippolito Neri “La presa di San Miniato”, la festa tutta empolese del volo venne istituita nel 1397, proprio come sberleffo verso San Miniato, dopo la presa da parte delle truppe di Empoli del castello di San Miniato al Tedesco, ritenuto all’epoca inespugnabile. Gli eventi raccontano che Silvera, colonnella dei sanminiatesi, al messaggero empolese che intimava la resa replicò “Rispondi pure ai tuoi gran generali che se non hanno altri moccoli che questi andranno a letto al buio, gli asin pria volar di posta si vedranno pel ciel, che la forte città coi suoi paesi cada in poter giammai degli empolesi”.
Gli empolesi escogitarono allora uno stratagemma, raggrupparono tutte le capre e le pecore del contado e dopo averle radunate nella valle ad ognuna fu appeso un lumino al collo e alle corna. Di notte il capitano Cantino Cantini si presentò sotto le mura di San Miniato con duemila fanti empolesi a chiedere la resa della città: “Son Cantino della Valle con mill’omini alle spalle, e se questi un son bastanti, laggiù ce n’è altrettanti“. Lanciato lo sguardo nella valle si vedeva un brulichio di migliaia di lumini che si muovevano verso San Miniato. La resa fu immediata e furono aperte le porte della città agli empolesi che lo conquistarono senza colpo ferire. Quando le pecore si avvicinarono e fu scoperto l’inganno fu troppo tardi, i samminiatesi erano stati disarmati. Il feudatario di San Miniato che si era arreso venne invitato ad Empoli “dove avrebbe visto gli empolesi far volare anche lo ciuco per il cielo di Empoli“. Infatti, per commemorare la grande vittoria, i Senatori di Empoli ordinarono che il giorno seguente si facesse festa e che dal campanile un asino doveva volar per confermare le parole degli sconfitti. La festa in ricordo venne mantenuta per alcuni secoli e si svolgeva nel pomeriggio della festa cristiana del Corpus Domini, intrattenendo le genti in attesa della processione serale.
Nel 1861 dopo l’Unità d’Italia venne proibito il volo per legge, non solo per la crudeltà del volo, ma soprattutto per il messaggio di odio che inviava verso un paese vicino.
L’evento è stato ripreso nel 1981 come evento rievocativo, con sfilata in costume d’epoca e volo di un finto ciuco, protrattosi per alcuni anni insieme al collaterale Torneo del giuoco della palla doppia che assegnava il Palio del Ciuco di Empoli al termine dipartite fra le contrade cittadine inventate per l’occasione: Porta Fiorentina (color rosso-bianco), Porta Bocca d’Arno (giallo-bianco), Porta Senese (azzurro-bianco) e Porta Pisana (verde-bianco). Le regole del gioco erano semplici: si giocavano partite simili al calcio storico in costume di Firenze utilizzando però due palle, ognuno del colore delle due contrade che si sfidavano. Il gioco, la sfilata e il volo erano organizzati dal Comitato delle Antiche Ruzza, un gruppo di giovani volenterosi e amanti di Empoli.
La Compagnia di S. Andrea ha ripreso in mano la festa nel 2008 con la tipica sfilata storica divisa in tre castelli che formavano anticamente la Lega di Empoli, ovvero Empoli (coloro bianco azzurro), Pontorme (color bianco rosso) e Monterappoli (color bianco verde).
LE DICHIARAZIONI
“Il Volo del ciuco è una delle tradizioni più longeve della nostra città – spiega l’assessora alla Cultura del Comune di Empoli, Giulia Terreni – Di anno in anno, la manifestazione richiama in città curiosi e appassionati alla ricerca di un evento dove la storia è protagonista e grazie al quale è possibile vivere il ‘giro’ di Empoli in maniera differente, teatro di un corteo storico ricco di decine e decine di figuranti con meravigliosi costumi, un corteo curato e organizzato con passione dove anche i più piccoli sono protagonisti. Il tutto grazie all’impegno della Compagnia di Sant’Andrea, instancabile nel dare vita a un evento che è di tutti e per tutti, insieme a tutti coloro che di anno in anno sono coinvolti per la realizzazione di questa iniziativa. L’invito è a non perdere questa occasione per conoscere una Empoli antica: vale per chi già conosce il Volo del ciuco e ancor più per chi non ne ha ancora apprezzato le caratteristiche”.
“Sarà come sempre un grande spettacolo che vuole rendere partecipe tutta la città – sottolinea Claudio Del Rosso, presidente della Compagnia di Sant’Andrea – Volo del Ciuco – Da quando, nel 2008 abbiamo ridato vita alla Compagnia, la cui nascita risale al 1340, abbiamo cercato di coinvolgere sempre di più la gente, sia per il corteo, sia per l’evento del volo, in piazza Farinata degli Uberti. Abbiamo riconfermato la sfilata in notturna, dopo l’esperimento nato in occasione dei festeggiamenti per i 900 anni dell’Incastellamento di Empoli. E proponiamo il corteo nella sua formula tradizionale”. Quest’anno non si farà la cena medievale (era prevista, come nelle passate edizioni, nel Chiostro all’interno del Complesso degli Agostiniani), perché sia gli strumenti (la cucina) che il personale (cuochi e camerieri) messi a disposizione da un’associazione di volontariato del territorio, sono stati destinati in Romagna, in aiuto alle popolazioni alluvionate.
“La collaborazione con la Compagnia di Sant’Andrea è ormai decennale – ricorda la professoressa Antonella Bertelli,docente del liceo artistico Virgilio di Empoli – ed è sempre diventata più importante per noi. Abbiamo iniziato realizzando la struttura in metallo standard, sulla quale ogni anno, i ragazzi che partecipano al progetto, realizzano il ciuchinoda far volare in piazza Farinata degli Uberti. All’inizio del secondo quadrimestre di ogni anno, in base alle programmazioni, vengono decise le classi che dovranno seguire questo percorso e cominciamo a lavorare. A noiserve come una applicazione della tecnica della scultura e ai ragazzi per capire le competenze artigianali da acquisire. La stessa tecnica che usiamo per rievocare il volo del ciuco empolese, poi, può essere applicata a lavori di scenografia teatrale, ai carri di Carnevale. Questo evento dà alla scuola l’opportunità di mostrarsi al territorio, ai ragazzi di lavoraresu commissione, quindi con responsabilità diverse dal semplice compito a scuola. E poi serve a ripercorrere la storia del territorio”.