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EMPOLI. Brenda Barnini fa appello ad Asl e Regione: «Rendere nuovamente possibile a chi partorisce avere accanto giorno e notte una persona cara»
Brenda Barnini fa appello ad Asl e Regione: «Rendere nuovamente possibile a chi partorisce avere accanto giorno e notte una persona cara»
La sindaca di Empoli interviene dopo la tragedia accaduta nei giorni scorsi all’ospedale ‘Sandro Pertini’ di Roma
EMPOLI – “E’ importante per ciascuna donna che partorisce possa avere accanto giorno e notte un familiare o una persona che conosce e a lei cara”. Lo evidenzia la sindaca Brenda Barnini, intervenendo dopo la tragedia accaduta nei giorni scorsi all’ospedale “Sandro Pertini” di Roma e rivolgendo un appello alle aziende Asl e alla Regione Toscana affinché “prendano la saggia decisione di rendere nuovamente possibile per ciascuna donna che partorisce avere accanto giorno e notte un familiare, il babbo, una sorella, un’amica, una persona di cui si fida. Perché in quella stanza, in quel letto, possano nuovamente nascere un bambino, una mamma e un po’ del villaggio che servirà per farlo crescere”.
“Confesso che da quando ho letto la notizia della tragedia successa all’ospedale Pertini non riesco a smettere di pensarci – sottolinea Barnini – Ho letto tanti commenti, prese di posizione, accuse di ogni tipo contro quella povera mamma, contro le ostetriche, si è parlato di violenza ostetrica, messo sotto accusa il metodo del rooming in e in generale trasformato una disgrazia infernale nell’ennesima occasione per sparare sentenze. Questa tragedia non deve rappresentare una nuova occasione per dare giudizi, deve essere una occasione per riflettere, per analizzare un sistema e per trovare soluzioni perché un dramma come quello avvenuto a Roma non si ripeta. Per me, è stato inevitabile come penso per qualsiasi altra donna che abbia vissuto l’esperienza del parto ripensare a quei momenti trascorsi in ospedale. In occasione della nascita dei miei due figli, ho maturato sulla mia pelle che non basta una mamma per prendersi cura di un bambino, anche se la mamma può contare su ostetriche meravigliose, attente, competenti, incoraggianti. In occasione del primo parto, nel 2015, ho avuto la possibilità di avere accanto a me, giorno e notte, mio marito. Nel 2020, in piena pandemia, quando è nato il mio secondo figlio, non è stato così: era consentita la presenza del babbo o di un familiare per poco tempo, negli orari di visita. Due contesti profondamenti differenti. Una donna che diventa mamma non deve sentirsi sola, deve poter contare per tutto il tempo a lei necessario sul sostegno emotivo ma anche fisico che soltanto un familiare o comunque una persona cara e fidata può offrire”.