Svelata oggi a Prato la scultura bronzea dedicata a Paolo Rossi, opera di dell’artista Elisa Morucci
SVELATA OGGI A PRATO LA SCULTURA PER “PABLITO”: DELL’ARTISTA ELISA MORUCCI |
08.11.2021È stata svelata oggi nel Piazzale della cipresseta di Santa Lucia – periferia nord di Prato – la scultura in bronzo dell’artista fiorentina Elisa Morucci, in ricordo e in omaggio al grande campione Paolo Rossi – o più semplicemente Pablito, come fu soprannominato durante i mondiali spagnoli del 1982. A pochi passi, infatti, vi è il campo sportivo (tra l’altro intitolato a Vittorio Rossi, padre di Paolo) dove il futuro campione del mondo a soli cinque anni indossò per la prima volta la maglia della squadra di calcio del Santa Lucia. Fu l’inizio di una carriera ricchissima di successi che appassionò milioni di italiani. Tra questi anche Elisa Morucci, l’artista che, all’indomani della scomparsa del campione, il 9 dicembre 2020, ebbe l’idea di dedicargli una scultura. In poco tempo l’intenzione si è trasformata in un’impresa artistica di cui il Comune di Prato e la Pro loco di Santa Lucia si sono fatti promotori. Ha preso così il via l’iter artistico che oggi si è compiuto con l’inaugurazione ufficiale dell’opera alla presenza, oltre che della stessa Artista, anche del sindaco Matteo Biffoni, dell’assessore allo Sport Luca Vannucci, dei familiari di Paolo Rossi, del presidente della FIGC Gabriele Gravina e gli ex-compagni Giancarlo Antognoni e Giovanni Galli. «Noi volevamo iniziare a celebrare Paolo Rossi – ha detto il Sindaco di Prato – magari dedicandogli uno spazio pubblico. Ma una suggestione c’era: partire proprio da qui, da Santa Lucia, da casa sua. E ci siamo riusciti. Tenevamo molto a quest’opera che è solo la prima di una serie di tappe di ricordi che qui a Prato tributeremo al Campione». «Si è avviato un percorso per ricordare Rossi – ha aggiunto il Presidente Gravina – sia come uomo, sia come atleta, esempio per le giovani generazioni. E poi mi piacerebbe, anche se non ne ho i poteri, poter intitolare lo Stadio Olimpico di Roma proprio a Paolo Rossi». È poi intervenuta Elisa Morucci, che ha concepito e realizzato la scultura: «La cosa veramente interessante, nel lavorare alla scultura in memoria di Paolo, è stata la ricerca di una chiave che potesse testimoniare non soltanto l’aspetto ‘eroico’ dello sportivo, legato a forza, volontà, sacrificio, lealtà, ma anche l’umanità semplice. Non ho voluto rendere astratti questi aspetti, ma al contrario indagarli e farli emergere tutti, attraverso una stratificazione espressiva, che voleva rendere omaggio all’essere umano. Sono felice che le due dimensioni si siano incontrate, proprio nel celebrare Paolo. La mia è una gioia reale, che oggi è bello condividere insieme». L’Artista aveva espresso anche il desiderio di coinvolgere anche una rappresentanza del calcio femminile italiano. All’invito ha risposto Ludovica Mantovani, Presidente della Divisione Calcio Femminile FIGC, che ha dichiarato: «Ho avuto il privilegio di conoscere Paolo Rossi a 12 anni, al rientro dai Mondiali 82, in casa con la mia famiglia. Sono subito stata colpita dalla sua semplicità e negli anni ho potuto apprezzare sempre di più l’uomo. Era una persona piena di valori, ci ha arricchiti come amico e ci ha fatto sognare da calciatore. Sono certa che attraverso le varie testimonianze e narrazioni la sua storia continuerà a toccare il cuore degli appassionati».
Un omaggio di due metriLa scultura si intitola semplicemente Paolo e misura un metro e dieci centimetri circa di altezza, cui è stata aggiunta una seconda base, in linea col ripristino del piazzale dove è stata collocata. Il tutto è alto un paio di metri d’altezza, con le dimensioni che alla fine saranno poco più grandi della grandezza naturale (+ 10% circa). La scultura, raffigurante il mezzo busto di Paolo Rossi, è stata realizzata dalla scultrice Elisa Morucci in bronzo, secondo l’antica tecnica della cera persa, e in marmo, nello specifico, un blocco di “verde delle Alpi”, per la base. La scelta del verde è dovuta a due ragioni: sia per riprendere i colori delle opere architettoniche del gotico toscano presente in tutte le nostre chiese, compreso il Duomo di Prato, sia per richiamare l’idea della Coppa del mondo, che presenta degli inserti in malachite (anche questi di colore verde). INFO
BIO ELISA MORUCCINata a Firenze, Elisa Morucci svolge la sua attività artistica tra Firenze, Pietrasanta, Carrara e Greve in Chianti. Nel 1996 consegue il suo primo titolo di Maestra d’Arte. Studia Storia dell’Arte e Filosofia all’Università di Firenze; dopo la laurea, si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Carrara. Dalla fine del 2016 lavora presso una fonderia di Pietrasanta, per la realizzazione delle sue opere in bronzo. Dopo il suo esordio con una personale alla “Fondazione di Scienza e Tecnica” di Firenze, svoltasi tra il febbraio e il marzo 2018, l’artista è stata invitata a partecipare a numerosi eventi, tra cui la collettiva/evento promossa dalla “Nobile Contrada del Nicchio e “l’Antica Arte dei Vasai” a Siena e la I Biennale d’Arte di Pistoia. Nel luglio 2018, con uno dei suoi lavori dal titolo Anima Mundi, realizzata appositamente per il Musée d’Art et d’Archéologie di Antananarivo in Madagascar, ha ricevuto l’onore di essere accolta nella collezione permanente del museo. Un’altra copia di Anima Mundi è conservata nel Parco dell’Isalo, anch’esso in Madagascar. A settembre 2018, in occasione della Festa di Santa Rosa da Viterbo e del Trasporto della Macchina a lei dedicato, l’artista ha realizzato e donato al locale Museo del Sodalizio dei Facchini, Rosa, scultura in galestro etrusco, rappresentante la santa bambina, «lontana dalla santità della Chiesa – raccontava – ma già intimamente connessa alla Legge che tutto permea; già naturalmente intrisa, nell’anima e nel corpo, dai sentimenti di Amore e Sacrificio che caratterizzano gli spiriti elevati, nelle culture di ogni tempo». Nella sua ultima personale “Opere Spiritus”, ospitata presso Palazzo Chigi a San Quirico d’Orcia (SI) dal 13 ottobre al 15 novembre 2018, Morucci ha esposto una selezione di bronzi realizzati nel 2017 in cui sono indagate le fasi del processo alchemico, secondo l’artista fiorentina, analoghe a quelle del processo scultoreo. In occasione della mostra a San Quirico, la scultrice ha installato nello storico borgo termale di Bagno Vignoni, presso la vasca di Piazza delle Sorgenti, l’opera dal titolo It’s long way to the top, potente e suggestiva figura femminile, sospesa a filo d’acqua. «La torsione innaturale del corpo – dice – rende palpabile lo strazio dell’esistenza nella materia, con tutti i suoi limiti, ma altresì, la volontà di andare oltre se stessi, per riappropriarsi della propria natura divina». Elisa Morucci appartiene a un mondo atavico, intriso di primitivismo ancestrale, ma totalmente italiana è l’attenzione e il rispetto per l’anatomia formale, che conosce e stravolge all’occorrenza per definire un concetto. Le consapevolezze fatte proprie nella pratica spirituale e ricerca, infondono grande suggestione al suo lavoro e regalano ad ogni singola opera un’aura di magia. Il particolare diventa un Tutto, macrocosmo e microcosmo si specchiano per «suggerire umilmente nuove/antiche strade all’anima in viaggio». La sua opera è la summa di innumerevoli ispirazioni e stimoli visivi nonché iconografici. Nell’immaginario dell’artista infatti, convivono referenti figurativi differenti che ci raccontano di radici profonde comuni. Gli studi storico/artistici, le ricerche antropologiche, le indagini personali nelle culture ancestrali e il lavoro su se stessa, l’hanno portata alla semplice constatazione che «il cielo è uno», come ama ripetere. Come i maestri artigiani che conoscono il mestiere, Elisa Morucci ha intrapreso un percorso formativo “sul campo”; da artista colta e consapevole, gli anni di pratica e la consapevolezza del valore simbolico dell’atto creativo, le hanno dato un imprinting che le impone di porre costante attenzione ad ogni fase del lavoro. Ed è proprio questo un punto focale della sua opera, capace di mostrare in modo sottile, lavorando su piani diversi e simboli dell’inconscio, come ogni essere umano sia in fondo unito all’altro e insieme a un Tutto, fatto di “Leggi d’Oro” immutabili. |