Fondazione il Fiore di Firenze: “Idee vediche sulla terra”: incontro con Silvia D’Intino (Cnrs, Parigi)
Idee vediche sulla terra: incontro con Silvia D’Intino (Cnrs, Parigi)
Il 18 giugno alla Biblioteca umanistica dell’Università di Firenze conferenza di Silvia D’Intino, ricercatrice del Cnrs francese, vicedirettrice del laboratorio di Antropologia e storia dei mondi antichi di Parigi. Interviene anche Fabrizia Baldissera, professore associato di Lingua e Letteratura sanscrita dell’ateneo fiorentino. Coordina Maria Giuseppina Caramella, presidente della Fondazione il Fiore. Ingresso libero.
I significati e il ruolo centrale della terra nei Veda, l’antica raccolta di testi sacri in sanscrito alla base dell’induismo.
E’ l’argomento affrontato nella conferenza “Idee vediche sulla terra” che Silvia D’Intino, ricercatrice del Centro nazionale di ricerca scientifica francese (Cnrs) presso il laboratorio Anhima (Anthropologie et Histoire des Mondes anciens), di cui è vicedirettrice, terrà martedì 18 giugno alle ore 17 presso la Sala Comparetti della Biblioteca Umanistica dell’Università di Firenze (ingresso libero, piazza Brunelleschi 3-4).
Un incontro organizzato dal Dipartimento di Formazione, Lingue, Intercultura, Letterature e Psicologia dell’ateneo fiorentino e dalla Fondazione il Fiore a cui interverrà anche Fabrizia Baldissera, professore associato di Lingua e Letteratura Sanscrita dell’Università di Firenze. Ad aprire i lavori sarà Floriana Tagliabue, direttore della Biblioteca umanistica. Moderatrice, Maria Giuseppina Caramella, presidente della Fondazione il Fiore.
«Gemella del Cielo, la Terra – come spiega Silvia D’Intino, specializzata in filologia ed ermeneutica sanscrita e studi vedici – è descritta negli inni vedici come la dea Graziosa (Pṛthivi), dotata insieme di bellezza e solidità. Tra Cielo e Terra, le due masse cosmiche (rodasī), Sūrya (il Sole) circola senza sosta (Ṛgveda I 160). La terra è il luogo della pienezza: bhūmi indica la terra solida, compatta; il suo nome deriva allora dalla radice bhū- ‘esistere, diventare’. Su di essa trovano appoggio le opere umane, si edificano le case e le città, si instaurano i riti: un tessuto durevole di cui bisogna sapere riconoscere (e evitare) i buchi, gli anfratti e cavità che minacciano di lasciar fuggire la sua forza, ma anche preparare e accogliere gli spazi necessari alla sua respirazione. La terra è anche, più semplicemente, la Grande (mahī – epiteto constante di pṛthivi), una distesa i cui limiti sfuggono alla vista umana». «Dei cinque elementi (mahabhūta) – conclude Silvia D’Intino – la terra è il più denso, cui è associata la facoltà dell’olfatto. Tutte le voci della creazione sono riunite in lei, perciò la terra è una figura eminente della Parola. Nell’Atharvaveda un lungo inno (XII 1) dedicato alla terra riunisce tutti questi motivi e altri ancora che proiettano la terra a fondamento del sacrificio, principio strutturante del pensiero vedico».