Solidarietà per i giovani italiani che hanno combattuto l’estremismo islamico
Oggi 21 maggio 2019, a Firenze, presso lo Spazio Inkiostro, si è svolto un incontro alla presenza di Alessandro Orsetti, padre diLorenzo Orsetti e con Lorenzo Alba di Potere al Popolo, per promuovere una petizione perché non venga applicata la sorveglianza speciale a chi ha combattuto contro l’Isis promosso, oltre al padre di “Orso”, da Erdal Karabey, responsabile della comunità kurda in Toscana e Niccolò Bartoloni, del coordinamento Toscana Kurdistan.
Potere al popolo lancia una petizione in solidarietà a Maria Edgarda Marcucci detta Eddi, Davide Grasso, Paolo Andolina, Fabrizio Maniero detto Jack, Jacopo Bindi e Pierluigi Caria detto Luisi, ragazzi che hanno combattuto contro l’Isis e svolto opera di informazione sulla guerra in Siria, per le quali la questura di Torino e quella di Sassari chiedono l’applicazione della sorveglianza speciale. Quest’ultima è una controversa misura di controllo fortemente lesiva della libertà personale, che si applica in assenza di reati specifici, sulla base di semplici “sospetti”, che impone il divieto di allontanarsi dall’abitazione nella quale si viene domiciliati, e che prevede l’obbligo di presentarsi alle autorità di sorveglianza nei giorni stabiliti e ogni qualvolta venga richiesto.
La petizione, rivolta al Consiglio superiore della magistratura, al Ministero della Giustizia, ai gruppi parlamentari di Camera e Senato ed ai/alle candidati/e alle prossime elezioni europee e amministrative, si potrà firmare a questo link: https://poterealpopolo.org/petizione-contro-la-misura/.
L’obiettivo è quello di non lasciare soli gli ex combattenti che hanno fatto la stessa scelta di Lorenzo Orsetti, mentre viene loro riservato un trattamento palesemente intimidatorio. E’ assurdo che chi ha combattuto contro l’Isis, rischiando la propria stessa vita, venga trattato come un pericoloso criminale. Il tutto continuare a intrattenere normali rapporti con la Turchia di Erdogan, che ha imposto un vero e proprio embargo sui cantoni del Rojava mentre ha spalleggiato con rifornimenti e corridoi l’Isis, che continua a tenere rinchiuso Abdullah Ocalan nel completo isolamento sull’isola di Imrali, e che continua ad essere una minaccia per la democrazia e il principio di autodeterminazione dei popoli in Medio Oriente.
Il padre di Lorenzo Orsetti, Alessandro: “Dopo la morte di Lorenzo l’attenzione sta un po’ scemando sulla vicenda di questi ragazzi. Aderisco a questa petizione perché è importante che invece l’attenzione resti alta e che queste persone non paghino per una scelta giusta“.
Di seguito il testo della petizione (Hanno già aderito Francesca conti, candidata capolista di Potere al popolo a Firenze e Antonella Bundu, nostra candidata sindaca)
Salve, Come tanti il 18 marzo scorso ho appreso della morte di Lorenzo Orsetti, detto Orso. Ho scoperto così l’esistenza di centinaia di combattenti internazionali, per lo più giovani, che hanno scelto di mettere a repentaglio la propria vita per lottare contro l’Isis. Molti di questi ragazzi e ragazze sono andati a difendere un esperimento democratico tra i più avanzati nel mondo: la confederazione democratica del Rojava, nata intorno alla lotta per l’autodeterminazione del popolo curdo, ma che propone un modello di integrazione e di convivenza tra tutte le etnie e le religioni che abitano il Medio Oriente, fondato sulla giustizia sociale, sulla parità totale tra uomini e donne, su una vera democrazia. È stato grazie all’impulso dei popoli del Rojava che si è formato un esercito di centinaia di migliaia di volontari e volontarie, in grado di sgominare l’Isis. Quando si difende qualcosa in cui si crede, come una società più equa e più giusta, si è anche disposti a mettere in gioco la propria vita. Lorenzo, mosso da questa tensione ideale, aveva deciso di difendere la rivoluzione del Rojava – e con essa l’idea di un Medio Oriente e di un mondo più giusti – dall’avanzata della barbarie. Esperienze come la sua andrebbero raccontate nelle scuole, tra i giovani, proprio come oggi si studia, purtroppo con sempre meno convinzione, l’esperienza partigiana che ha dato vita alla Resistenza contro il nazi fascismo e ad una delle Costituzioni tra le più avanzate d’Europa.
Perché mi rivolgo a voi? Purtroppo studiando la storia di Lorenzo, ho scoperto con sgomento che in Italia ci sono altre sei persone, sei ragazzi e ragazze, che hanno fatto la sua stesa scelta, e per le quali ben due questure del nostro paese hanno chiesto l’applicazione di misure che ne restringono la libertà di movimento. I loro nomi sono: Maria Edgarda Marcucci detta Eddi, Davide Grasso, Paolo Andolina, Fabrizio Maniero detto Jack, Jacopo Bindi e Pierluigi Caria detto Luisi. Le prime cinque sono attualmente sotto la giurisdizione della procura di Torino, Luisi sotto quella di Sassari, ma per tutti è stata chiesta l’applicazione della sorveglianza speciale. Si tratta di una controversa misura di controllo fortemente lesiva della libertà personale, che si applica in assenza di reati specifici, sulla base di semplici “sospetti”, che impone il divieto di allontanarsi dall’abitazione nella quale si viene domiciliati, e che prevede l’obbligo di presentarsi alle autorità di sorveglianza nei giorni stabiliti e ogni qualvolta venga richiesto.
Mi chiedo cosi come mai, dopo che in tanti e tante hanno omaggiato la scelta di Lorenzo, dopo che lo stesso Consiglio Comunale di Torino ha espresso il suo sostegno agli inquisiti, si decida di perseguitare in questo modo questi ragazzi, trattandoli come dei criminali, senza che abbiano commesso alcunché di illegale. Quale colpa si attribuisce loro? Quella di aver messo la propria vita in pericolo nella lotta contro l’Isis? Quella di aver difeso una democrazia per certi versi più avanzata di quella in cui attualmente ci è dato vivere? Quella di essere fortemente critici nei confronti della Turchia e dell’Arabia Saudita, due stati che hanno responsabilità enormi nella repressione del popolo curdo e nel conflitto siriano, che il nostro governo continua a ritenere importanti alleati nel quadro Mediorientale? O quella di essere portatori di ideali?
In nessuno di questi casi, meritano il trattamento che in questo momento viene riservato loro.
Vi chiedo pertanto una presa di posizione pubblica affinché Eddi, Davide, Jack, Jacopo, Paolo e Luisi siano sollevati da questa misura di controllo.