A Lastra a Signa arriva l’infermiere di famiglia e di comunità
A Lastra a Signa arriva l’infermiere di famiglia e di comunità
Il sindaco Bagni: “Una figura che aggiungerà un tassello in più ai servizi territoriali”
E’ partito a Lastra a Signa con gli operatori del presidio sanitario Alfa Columbus (via Livornese), il nuovo servizio dell’infermiere di famiglia e di comunità che si rivolge alla popolazione di Lastra a Signa e Signa. Il modello assistenziale deciso dalla giunta regionale (delibera 597 del 4 giugno) e per l’attuazione del quale la Ausl Toscana centro ha già individuato le aree geografiche di sperimentazione, è partito pochi giorni fa nella sua fase pilota di avvio nei due Comuni della zona distretto fiorentina nord ovest. La nuova figura nasce per intercettare e quando possibile, prevenire, nel paziente ricoveri inutili, favorire la deospedalizzazione e supportare la famiglia, presidiando l’efficacia dei piani terapeutico-assistenziali.
A Lastra a Signa gli infermieri di famiglia operano con pazienti già in carico al Servizio infermieristico con accesso domiciliare, estendendo ora l’osservazione dei bisogni di salute anche alla famiglia: l’infermiere di comunità indaga infatti non solo sul paziente in carico ma anche sui bisogni manifesti e latenti degli altri appartenenti al nucleo familiare, così da migliorare nel complesso la qualità di vita dell’intera famiglia dagli stili di vita alle cure. Ma l’infermiere di famiglia dovrà anche orientare il cittadino all’accesso più appropriato dei servizi sanitari e anche sociosanitari territoriali per ottenere più tempestivamente le risposte di cui ha bisogno.
“Siamo orgogliosi che la nostra Regione e la nostra Azienda abbiano sostenuto e consentito l’adozione di questo nuovo modello che non riguarda solo l’organizzazione degli Infermieri che si occupano di assistenza domiciliare, ma che vuole migliorare la modalità di relazione dei cittadini con la rete di servizi sanitari – dichiara Paolo Zoppi, direttore del Dipartimento di Infermieristica – Questa evoluzione dell’assistenza infermieristica territoriale è sicuramente importante per i risultati che potrà realizzare per i cittadini, ma ha anche un significato professionale profondo in quanto consentirà di esercitare l’infermieristica in una delle sue forme organizzative più avanzate e moderne; non è un caso infatti che gli Ordini professionali della Toscana si siano schierati a sostegno”.
Il nuovo approccio è centrato sulla persona e sulla globalità dei suoi bisogni ed è condotto in collaborazione con il medico di medicina generale. Prossimità con la persona, la famiglia e il suo contesto di riferimento sociale, sono i concetti portanti del nuovo modello di assistenza dell’infermiere di famiglia.
“Ritengo che l’introduzione della figura dell’infermiere di famiglia sul nostro territorio – sottolinea il sindaco Angela Bagni – sia un servizio estremamente positivo. Questa figura, grazie ad un lavoro di rete, aggiungerà un tassello in più ai servizi territoriali grazie ad un fondamentale lavoro di monitoraggio specifico dei bisogni sanitari e sociali dei nostri cittadini”.
Rispetto alla presa in carico della persona, l’anello di attivazione è rappresentato sempre dal medico di famiglia. L’infermiere, tuttavia, può segnalare al medico di famiglia eventuali problematiche riscontrate in un altro membro della famiglia, per esempio, nel corso di una visita domiciliare. Toccherà al medico però attivare la presa in carico del caso da parte dell’infermiere di famiglia. Le due figure quindi – infermiere di famiglia e di comunità e medico di medicina generale – operano in stretta integrazione fra loro, seguendo il paziente al suo domicilio, in famiglia e mantenendo alta la collaborazione con tutti gli altri professionisti impegnati nel percorso assistenziale. Questo perché ogni infermiere di famiglia e di comunità opera nel territorio e nella popolazione di riferimento che è identificabile di norma nell’ambito delle AFT (Aggregazioni funzionali territoriali) della medicina generale e interagisce dunque con i medici e i pediatri di famiglia e tutte le altre figure professionali che possono essere coinvolte nella presa incarico.
“Oltre che essere favorevoli a questo progetto – aggiunge Anna Di Natale, coordinatrice dell’AFT Le Signe – abbiamo partecipato direttamente, come medici di medici generale, alla fase di progettazione di questa prima sperimentazione dell’infermiere di famiglia delineando le linee guida, insieme alla direzione sanitaria, per attivare il servizio“.
“Un ringraziamento – chiude Zoppi – ai colleghi infermieri e ai medici di medicina generale dell’AFT di Lastra a Signa e Signa, ognuno per le proprie responsabilità, per il loro fondamentale contributo ed impegno”.