INTERVENTO SALVAVITA AL SAN JACOPO
GRAZIE ALLA EQUIPE INTEGRATA DI CHIRURGHI ORTOPEDICI E DELLA MANO
VASCOLARI ED EMODINAMISTI
La sua era stata una banale caduta dalla sedia avvenuta in casa ma la frattura all’omero, spostandosi, aveva anche occluso completamente l’arteria ascellare. Il paziente rischiava quindi la vita. Grazie all’intervento integrato di tre équipe, ortopedica (diretta dal professor Giuseppe Maffei) vascolare (diretta dal dottor Pierfrancesco Frosini), di emodinamica (diretta dal dottor Marco Comeglio) e anestesiologica (diretta dal dottor Leandro Barontini) al paziente, un quarratino (Pistoia) di cinquantadue anni, è stata salvata la vita ed ha anche riacquistato totalmente la mobilità dell’arto.
E’ accaduto al San Jacopo di Pistoia: al tavolo operatorio le équipe si sono alternate in sequenza con il prezioso supporto dell’anestesista il dottor Matteo Andreani e dell’infermiere di anestesia Lorenzo Maddaloni. Erano inoltre presenti in sala gli strumentisti Carla Nesti, e Francesca Baronti; l’infermiera Martina Raimondi, il tecnico di radiologia Diego Maria Chece. Importante anche il supporto degli operatori socio sanitari.
La sala operatoria di cui è responsabile la dottoressa Federica Pellegrini è stata coordinata da Michele Trinci.
Prima degli ortopedici è intervenuto il chirurgo vascolare il dottor Alfredo Sabato che insieme all’emodinamista il dottor Roberto Becherini, con accesso femorale hanno posizionato un “palloncino” nella sede ascellare gonfiandolo così da eliminare il rischio emorragico intraoperatorio.
I chirurghi della mano, i dottori Pier Giuseppe Zampetti e Serena Puccini, l’ortopedico Riccardo Simonti hanno quindi provveduto a ridurre la frattura ed applicato una placca e delle viti per mantenere i frammenti in posizione anatomica ed in totale sicurezza. Quindi il “palloncino” è stato sgonfiato e l’arto era a quel punto rivascolarizzato. E’ stata poi eseguita una arteriografia che ha confermato il buon esisto dell’intervento.
In pratica l’omero di era spostato medialmente fino ad ostruire completamente l’arteria ascellare e, se non si fosse intervenuti tempestivamente il paziente avrebbe sicuramente perso l’intero arto.
L’intervento multidisciplinare ha permesso di eliminare la compressione da parte dell’osso sull’arteria ascellare che rischiava di essere lesionata mettendo a repentaglio la vita del paziente.
Alle èquipe sono giunti i complimenti del direttore del dipartimento chirurgico aziendale Stefano Michelagnoli per la complessità dell’intervento operatorio realizzato nel quale si sono avvicendati diversi professionisti nella giusta sequenza e collaborazione.