Promuovere il dialogo e ridurre i pregiudizi: è la Human Library
Domani verrà presentato il progetto alla biblioteca “E. Balducci” di Montespertoli
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Promuovere il dialogo, ridurre i pregiudizi, rompere gli stereotipi, in particolare per quanto riguarda orientamento sessuale e identità di genere. È l’obiettivo della “Human Library”, progetto curato dall’associazione Pandora di Montevarchi che partirà a breve presso la Biblioteca comunale “E. Balducci” di Montespertoli e che sarà presentato alle associazioni e a tutti coloro che sono interessati domani giovedì 15 febbraio alle ore 18 presso l’auditorium del centro culturale “Le Corti”, in via Sonnino 1 a Montespertoli. Con questa iniziativa, si vuole contribuire alla crescita di consapevolezza della comunità locale, coinvolgendo le associazioni del territorio nella costruzione di una Biblioteca Vivente quale esperienza innovativa per promuovere l’incontro, il dialogo e la conoscenza di “storie diverse”. Nata a Copenhagen, la Human Library fu creata da un ristretto gruppo di giovani come risposta all’aggressione a sfondo razzista subita da un loro compagno nel 1993. Un’esperienza che nel corso degli anni ha avuto enorme successo, tanto da essere riconosciuta dal 2003 come buona prassi da parte del Consiglio d’Europa, e come tale incoraggiata. Da allora è stata esportata in tutto il mondo.
Come funziona
La “Biblioteca vivente” si presenta come una vera biblioteca, con i bibliotecari e un catalogo di titoli da cui scegliere. L’unica differenza sta nel fatto che per leggere i libri non bisogna sfogliare le pagine ma…parlarci, perché i libri sono persone in carne e ossa. Questi “libri viventi” vengono “presi in prestito” per la conversazione: ogni lettore sceglie il suo libro. I libri viventi sono persone consapevoli di appartenere a minoranze soggette a stereotipi e pregiudizi. Desiderosi di scardinarli, queste persone si rendono disponibili a discutere le proprie esperienze e i propri valori con altri. I titoli dei libri sono volutamente molto diretti, come ad esempio “ragazza lesbica”, “donna islamica col velo”, “emigrato albanese”, proprio per suscitare le reazioni emotive dei potenziali lettori, attivandone la curiosità, ma anche gli stereotipi e i pregiudizi. La biblioteca vivente offre ai lettori l’opportunità di entrare in contatto con persone con cui difficilmente avrebbero occasione di confrontarsi. L’incontro rende concreta e unica la persona che si ha davanti, che smette quindi di essere percepita come rappresentante di una categoria sulla base di una generalizzazione, ma viene riconosciuta nella sua unicità, una persona che non rappresenta nessuno se non la propria esperienza e storia.
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Ufficio Stampa – Comune di Montespertoli