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3/5 novembre EMILIA con Giulia Lazzarini testo e regia Claudio Tolcachir – prima regionale Teatro Manzoni

Teatro Manzoni Pistoia
stagione di prosa 2017_2018

prima regionale

da venerdì 3 a domenica 5 novembre 2017
(feriali ore 21, festivo ore 16)

EMILIA
scritto e diretto da Claudio Tolcachir
traduzione Cecilia Ligorio

con Giulia Lazzarini (Emilia),
Sergio Romano (Walter), Pia Lanciotti (Carolina),
Josafat Vagni (Leo), Paolo Mazzarelli (Gabriel)

scene Paola Castrignanò
costumi Gianluca Sbicca
luci Luigi Biondi

Teatro di Roma – Teatro Nazionale

Premio Le Maschere del Teatro 2017 Miglior Attrice Protagonista: Giulia Lazzarini
Premio Le Maschere del Teatro 2017 Miglior Attrice Non Protagonista: Pia Lanciotti

IL TEATRO SI RACCONTA
Incontro con la compagnia
sabato 4 novembre 2017, ore 17.30
(Saloncino Manzoni, corso Gramsci 127)
ingresso libero fino a esaurimento posti

il trailer dello spettacolo https://www.youtube.com/watch?v=ntfFoLFH_gw

Grande ritorno al teatro di Giulia Lazzarini, protagonista, nei panni di Emilia, del testo scritto e diretto dall’estro della scena argentina Claudio Tolcachir, che ci accompagna nel cuore più torbido e commovente di una famiglia. Lo spettacolo è in scena, in prima per la Toscana, al Teatro Manzoni di Pistoia dal 3 al 5 novembre
per Pistoia Capitale Italiana della Cultura. La disconnessione tra le persone e la presenza di amore incondizionato, che resiste al tempo e allo spazio, sono alla base della drammaturgia di Emilia, un ritratto di famiglia con tragico segreto e identità ferite. Una produzione Teatro di Roma che vede protagonista Giulia Lazzarini (premio Le Maschere del Teatro 2017 come Miglior attrice protagonista), una delle interpreti italiane più amate e apprezzate di sempre, nel ruolo di una balia che dopo anni incontra nuovamente il bambino che aveva allevato, determinando la fuoriuscita di quei frammenti del passato che spargeranno scariche elettriche sul terreno già crepato delle apparenze e dei sorrisi, rimettendo in discussione ogni cosa. Per il ciclo “Il Teatro si racconta”, la compagnia incontra il pubblico sabato 4 novembre (Saloncino Manzoni, ore 17.30).

«Emilia nasce il giorno del quarantesimo complenno di mio fratello: ero andato a prendere in macchina la donna che per tutta la nostra infanzia era stata la mia tata – racconta il regista Claudio Tolcachir – Non la vedevo da anni. In quel viaggio ha tirato fuori molte storie, aneddoti, memorie e ricordi che mi parlavano di un amore intatto. Immenso, incondizionato. Sembrava che ai suoi occhi tutte quelle cose fossero successe pochi giorni prima. Iniziai a pensare a quanto certe relazioni siano sbilanciate; a cosa succede a tutte quelle persone che dedicano la loro vita a prendersi cura di una famiglia nel momento in cui non c’è più bisogno di loro; a cosa resta nelle loro vite; a quale sia la responsabilità nei loro confronti. Emilia parla di loro, dello “staccamento” tra persone che a volte cerchiamo di placare con uno smalto di solidarietà superficiale. Ecco, il personaggio di Emilia ha bisogno di prendersi cura degli altri. È ciò che la mantiene in vita».

Dopo vent’anni di lontananza, i due si incontrano e il ragazzo, ormai uomo in carriera, la introduce nel suo contesto familiare, date le difficoltà economiche che quest’ultima sta attraversando. Walter (Sergio Romano) la invita a casa per presentarla alla sua famiglia. Emilia conosce Carolina, la donna che ha sposato (Pia Lanciotti, Le Maschere del Teatro 2017 come Miglior attrice non protagonista”) e Leo (Josafat Vagni), il figlio che lei ha avuto dal precedente matrimonio con Gabriel (Paolo Mazzarelli). Sembrano tutti felici, ma è solo apparenza. Poco a poco scopriamo, attraverso i ricordi di Emilia, quanto Walter fosse difficile da bambino. E parallelamente iniziano ad apparire crepe profonde nella sua famiglia ed è sempre più evidente come le strutture emotive dell’infanzia di Walter interferiscono sulla sua vita, scoprendolo un uomo violento e aggressivo, geloso all’inverosimile.

Claudio Tolcachir scrive e dirige una storia di legami contrastati e di apparenze familiari che celano inquietanti segreti. Alternando dramma e commedia, Emilia è un’analisi sul rapporto tra realtà vissuta e il filtro della “memoria” con cui i ricordi meno piacevoli vengono cancellati o edulcorati. Ma è anche la decostruzione della famiglia, sulle cui quotidianità rassicuranti preme come un’ombra funesta il rumore della verità. Lo spazio scenico è un ring di coperte e casse di un trasloco. Siamo nella mente di Emilia, catapultati in una casa che diventa un carcere, uno spazio simbolico e funzionale all’amore, che contiene insieme tutti i personaggi e allo stesso tempo li divide, li protegge, li imprigiona.

Nella storia presente, passato e futuro si compenetrano vicendevolmente, le cose accadono e si narrano allo stesso tempo. Emilia subentra nella nuova complicata famiglia di Walter parlando al pubblico e raccontando la sua storia, mentre gli altri personaggi agiscono dietro, e quando sembra che non la vedano, la includono nei loro dialoghi. Gli avvenimenti vengono svelati poco alla volta, con mistero, generando la sensazione che in qualsiasi momento la precaria fragilità familiare possa sgretolarsi all’improvviso. «Il mondo è doloroso e per questo motivo alle volte ci disconnette da quanto ci fa male. Se non lo facessimo sarebbe impossibile vivere – continua Tolcachir – Ho l’impressione che oggi la disconnessione dall’altro, da quanto gli altri vivono e sentono, sia fortissima. Viviamo nella necessità di trovare pace e per questa ragione sentiamo di doverci allontanare dal dolore altrui. A volte anche dell’amore che gli altri possono provare per noi». Una pièce che parla di amore e delle sue differenti forme e deformazioni. Un sentimento che sa di rinuncia, di possesso, di colpa, di gratitudine, e di quella paura che provoca l’idea di perderlo. Tutti i personaggi parlano in qualche modo dell’amore, pur non riuscendo mai a riferirsi alla stessa cosa.

Emilia è una storia che non trascorre tra le parole, ma dal corpo degli interpreti e dalle emozioni che palpitano sotto le loro voci e dietro i loro occhi. Un vortice di sentimenti per uno spettacolo commovente e magnetico, con cui Claudio Tolcachir dà ancora una volta l’esempio che il teatro, come diceva Stanislavsky, può catturare l’anima, rendere più sensibili, più vulnerabili, pervasi da emozioni. «Mi interessa che il teatro sia vivo – conclude il regista – mi piace pensare al teatro come fosse una partita di football e per far ciò fondamentali sono gli attori, e l’ascolto con gli attori. L’importante è che ogni cosa che succeda in scena sia attraversata dalla verità e che il regista riesca a sparire dalla scena e a far sembrare tutto una casualità».

Claudio Tolcachir (1975) è un attore, drammaturgo e regista teatrale argentino. Fondatore della compagnia Timbre 4, presenta regolarmente i suoi spettacoli, sia nella sua Buenos Aires, che nelle città di tutto il mondo. Protagonista indiscusso della nuova scena argentina, ha riscosso il suo primo successo internazionale con il pluripremiato La Omisión de la Familia Coleman, presentato nelle più importanti capitali, tra cui Madrid, Parigi, Lisbona, Dublino, New York. È anche autore di Terzo corpo e Vento in un violino. Per i suoi lavori ha ricevuto numerosi riconoscimenti, sia in patria che all’estero. Insegna workshop per gli attori nella sua scuola e in altre città come visiting professor. Nel 2012 è stato riconosciuto dalla legislatura di Buenos Aires come spiccata personalità della cultura. È nato a Buenos Aires nel 1975. Ha iniziato la sua formazione presso l’Istituto Labarden e la scuola Scaffold 90, fondata da Alejandra Boero. Dal 1990 ha proseguito la sua formazione con altri registi come Juan Carlos Gené e Veronica Oddo, mentre ha iniziato a lavorare in spettacoli professionali sia nel circuito indipendente che commerciale. Il marchio di fabbrica di Tolcachir è la sua capacità di raccontare eventi quotidiani caricandoli al limite del grottesco, rivisitando, con ironia e raffinatezza, generi televisivi ultrapopolari come la telenovela e la commedia sudamericana.

I biglietti da 10,00 a 28,00 euro sono in vendita alla Biglietteria del Teatro Manzoni 0573 991609 – 27112 www.teatridipistoia.it

 

La stagione 2017/2018: www.teatridipistoia.it

Franca Ciari

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