Alberto Gilardino e l’Empoli
Come si sta trovando ad Empoli, in questa tipologia di ambiente?
“Mi trovo molto bene ad Empoli, un ambiente dove un giocatore può lavorare in modo costruttivo sia per emergere sia per migliorare le sue performances nell’ambito della sua carriera già consolidata, come nel mio caso. Ritengo che questo sia un vero e proprio punto di forza di questo ambiente, tanto grande, che dovremmo essere capaci di trasportare tutta questa forza in campo in occasione delle gare che ancora dovremmo affrontare.”
Si sta adattando bene al modo di lavorare dell’Empoli?
“Per quanto riguarda la mia condizione fisica mi sento bene ma so anche che devo lavorare in modo tale da poter migliorare il mio collocamento tecnico all’interno della squadra dove i meccanismi interni sono collaudati da tento tempo, e da parte mia ci vorrà un po’ di tempo per assimilarli, ma il mio lavoro mi ha abituato al fatto che l’adattamento ai moduli è una componente importante per crescere.
Il modo di giocare dell’Empoli è un modo nuovo di giocare che, devo dire mi piace, sia nella fase di palleggio, sia quando teniamo la palla a terra (che dobbiamo migliorare), sia sul modo come difendiamo cercando di tenere lontani , il più possibile, i nostri avversari dalla nostra area di rigore. “
Il campionato 2016/17 con l’Empoli quali stimoli può dare ad Alberto Gilardino?
“Stimoli ne ho tanti, anche perché dopo aver giocato per tanti anni in serie A ed aver maturato tanta esperienza, se non avessi avuto degli stimoli che non fosse la cd fame, la voglia di mettermi in gioco, di essere in concorrenza con altri per un posto nell’arco dei novanta minuti, sicuramente mi sarei messo da parte. Ma, devo dire, che ho ancora tanta voglia ed obiettivi personali da raggiungere come raggiungere i 200 gol in serie a, oppure riuscire a produrre ancora delle buone prestazioni sotto il mio profilo che è fondamentale, senza omettere il fatto che prima dei miei obiettivi ci sono quelli dell’Empoli.”
Alla luce di questi due risultati cosa potrebbe ancora mancare all’Empoli?
“Sarà importante per noi continuare a lavorare su ciò che il mister ci chiede di fare, soprattutto a livello tattico, cercando di sbagliare il meno possibile ed essere pronti ad affrontare ogni partita con un livello mentale adatto, tanto da giocare con il cuore che è la componente importante perché una squadra così possa sopravvivere in questa categoria. Aspetto tattico e cuore, unita a rabbia ed a sana cattiveria, un mix appropriato perché giocatori giovani ed esperti possano ben lavorare per raggiungere quanto prefissato.”
Come si affronta la gara di lunedì prossimo al Carlo Castellani di Empoli contro il Crotone?
“Dal mio punto di vista siamo carichi e pronti per l sfida di lunedì, avendo avuto nella sosta la possibilità di lavorare e di migliorare ciò che magari non ha funzionato in queste prime due gare di campionato. Anche se, devo dire , che nella gara giocata ad Udine, in alcuni momenti si è fatto molto bene mettendo anche in difficoltà l’Udinese, una buona squadra, almeno secondo il mio punto di vista. Nonostante lo “zero” nella classifica cerco sempre di trovare i lati positivi di ciascuna prestazione ma ciò che mi preme veramente è riuscire a sentirmi parte del gruppo in ogni momento sia dentro che fuori dal campo e mi sembra che questi momenti non siano mancati.”
Un’ultima curiosità. Come ha vissuto la salvezza del Palermo?
“La potrei definire una salvezza trionfale per quello che noi giocatori abbiamo vissuto nell’arco di tutto il campionato. E’ stato qualcosa di incredibile che ha dato la forza a noi giocatori perché il sogno si potesse avverare, che non sarebbe potuto accadere senza l’aiuto della gente.”
Qui c’è un’altra salvezza da raggiungere?
“Assolutamente bisognerà lavorare per quello, come mi è capitato a Piacenza, a Parma, a Bologna, ambienti piccoli con dei valori utili per costruire qualcosa di importante.”